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Alicia's pov

"Hai rischiato grosso! Non avresti nemmeno dovuto pensare di fare una cosa del genere.
Dico, dove hai la testa Zulema? Eh? Quanto ancora vuoi rischiare così tanto? La devi smettere."

Sono furiosa, anzi, furiosa è dire poco.
Mi sembra di avere a che fare con una bambina, non riesco a reggere più questa situazione, lo deve capire.

"Andiamo sorella, è solo uno stupido ufficio postale e poi nessuno si è fatto male... dobbiamo ancora parlarne?"

Solita aria strafottente, l'aria di chi vive al limite ogni giorno.

"Nessuno si è fatto male? Zulema, HAI QUASI STRANGOLATO UNA RAGAZZINA, ti rendi conto?"

Non dovrei avere tutta questa tensione addosso, non mi fa bene.
Mi gira le testa e mi sento svenire.
Zulema pare accorgersene in tempo perché lascia la difensiva e mi aiuta a stendermi sul divano.

"Ti porto un bicchiere d'acqua."
Non osa più controbattere, sa che io non riesco a superare i suoi limiti.

"Dovresti riposarti, oggi hai la visita per scoprire il sesso, ricordi?"
Mi accarezza la pancia sorridendo.

"Germán sarà qui a momenti, ha appena finito un servizio fotografico ad una modella."
Ride.

"Mi chiedo come tu faccia a non essere gelosa."
Intanto ha preso posto su una sedia vicino al divano.

"È lavoro Zule, ci amiamo così tanto, non ho motivo di esserlo."
Mi scruta con i suoi occhi verdi, dal taglio arabo.
È una delle poche cose che abbiamo in comune.

"Anche perché se ti dovesse far soffrire io non perderei tempo ad ucciderlo."
Smette di accarezzarmi la pancia.

"Calma tigre, non accadrà."

"Preferisco gli scorpioni."
Cambia argomento come suo solito.

"Non ne prenderemo mai uno, lo sai!"

"Chi ti assicura che io non ne abbia già uno?"
Dice alzandosi e scrutando la mia reazione.

L'ammonisco con lo sguardo, non serve altro, lei sa.

"Ci vediamo stasera, salutami Germán."
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"Secondo te è un maschio o una femmina?"
Germán è intento a guidare, siamo quasi arrivati allo studio.

"Un maschio! Non vedo l'ora di insegnargli a giocare a calcio, di portarlo allo stadio con me e di guardare le partite sul divano, con te che ci urli di abbassare il volume della televisione."
Gli do uno schiaffo leggero sul braccio, ridendo.

"Sei così tanto sicuro che sia un maschio? E se fosse una femmina? Per me lo è. Ti ricordo che l'istinto materno non sbaglia mai!"
Mi rivolge per pochi secondi uno sguardo dolcissimo prima di parcheggiare la macchina.

Mi prende la mano sorridendo.
"Maschio o femmina avrà tutto l'amore che siamo in grado dare, forse anche di più."
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"Allora signori, siete pronti?"
Penso che questo sia tra i momenti più belli della mia vita.
È dal momento in cui ho ascoltato, per la prima volta, il battito del suo cuoricino che ho veramente realizzato il fatto che si, diventerò madre.

Annuiamo entusiasti.
La dottoressa non perde tempo, guarda attentamente il monitor senza più parlare.
Io guardo negli occhi di mio marito, lui che ricambia il mio sguardo e mi tiene la mano.
Come se, da un momento all'altro, potesse svenire dalla felicità.

"Bene, ci siamo... vi annuncio che è una bambina."
Germán mi bacia, come se già ne fosse consapevole.
Lui già sapeva, lo sentiva quasi quanto me.

"Sei pronto a venire ai miei saggi di danza, papà?"
Gli dico con una vocina da bambina.
Lui ride, tantissimo.

"Ti amo più di quanto tu possa immaginare piccolina."
Sussurra sulla mia pancia ed io lo sento.

Non perdo tempo.
Lei deve sapere.

A Zulema:
È una bambina.

Mi risponde subito, come se non aspettasse altro.

Da Zulema:
Me lo sentivo.

HERMANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora