Sei

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Si appoggiò allo stipite della porta, attenta a non fare alcun rumore.

Sua madre falciava a grandi passi lo spazio fra l'armadio il letto matrimoniale, e viceversa, e intanto borbottava improperi in spagnolo. Ad ogni viaggio, l'enorme valigia rossa si riempiva di nuovi effetti personali.

«Mamá?»

La chiamò e lei si bloccò a metà strada, con un carico di camicie di seta tra le sue braccia. Anche con gli occhi arrossati dal pianto, era la donna più bella che Courtney avesse mai visto.

«Stai andando via?»

Non era la prima volta che lei e papà litigavano. Il copione era sempre lo stesso: si accusavano a vicenda di cose terribili, si riempivano di insulti fino a perdere la voce e, infine, lui andava via per un paio d'ore, premurandosi di sbattere per bene la porta, mentre lei si chiudeva in camera a preparare i bagagli. Non appena calava la sera, era come se nulla fosse mai successo.

Stavolta, Courtney sapeva già che la risposta alla sua domanda sarebbe stata affermativa. C'erano state parole più pesanti del normale e suo padre aveva alzato le mani - aveva sbirciato la scena dalle scale, trattenendo un urlo di terrore nell'istante in cui l'aveva colpita sulla guancia.

«Sì, mi vida» mormorò, sistemando i panni in un angolo della valigia.

«Voglio venire con te.»

La guardò teneramente, prima di avvicinarsi e di chinarsi verso il suo volto.

«Non ora. Qui hai la scuola, i corsi extracurricolari e sia io che papa vogliamo che termini gli studi. Un domani, sarai libera di scegliere.»

Poi, la abbracciò.

«Olvidame, mi vida» le disse, fra un singhiozzo e l'altro. «Sei l'unica ragiona per cui non sono andata via anni fa, e mi spezza il cuore abbandonarti, ma non riesco più a stringere i denti e subire.»

Dal lato opposto, non ci fu nemmeno una lacrima. Avrebbe capito quella scelta solo da adulta, ma allora non poté fare a meno di serbarle rancore. Non riusciva a credere che volesse davvero lasciarla lì.

«Mi fai una promessa?» le domandò all'orecchio. «Mi prometti che non ti accontenterai mai? Che farai sempre il possibile per essere felice e stare in pace con te stessa? Non voglio che tu finisca come me.»

«Sì, mamá» affermò, senza avere una chiara idea di cosa le avesse realmente promesso.

Anche quelle parole le avrebbe capite solo da adulta.



[ Sabato 24 aprile - Toronto, Ontario ]

«Allora? Quand'è che avresti intenzione di parlarmene?»

«Parlarti di cosa?»

Il riflesso di Heather nella specchiera teneva la piastra in una mano e una ciocca dei suoi capelli nell'altra; le stava lanciando uno sguardo piuttosto eloquente, non riusciva a capire se stesse scherzando o meno.

«Della sfilza di messaggi disperati che mi hai mandato stanotte, naturalmente!» esclamò, prima di riprendere il suo compito. «Ricordi? Quelli in cui ammetti di provare qualcosa per lo scappato di casa con cui hai viaggiato? O vogliamo far finta che nulla di questo sia mai successo?»

Era proprio ciò che Courtney intendeva fare.

Quella mattina era stata svegliata da un invitante odore di uova strapazzate, che Scott le aveva preparato con tanto amore assieme ad una spremuta di arance. Avevano fatto colazione, seduti l'uno affianco all'altra sul divano, e lei gli aveva raccontato le avventure degli ultimi giorni, mantenendosi quanto più vaga sugli avvenimenti di Niagara Falls.

Drive By | DuncneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora