2. The Guardian

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Louis non si era reso conto di aver trattenuto il fiato fino a che non riempì i propri polmoni con una grande boccata d'aria.
Nell'istante in cui i bellissimi occhi verdi della creatura davanti a lui si slegarono dai suoi si sentì come se avesse perso qualcosa.

Incantato.
Affascinato.
Incuriosito.
Rapito.

Ci si poteva innamorare vedendo solo gli occhi di una persona?
Non che lui fosse sicuro che quella davanti a sé fosse davvero una persona, ma non gli era importato in quei secondi in cui i loro sguardi erano rimasti incatenati l'uno all'altro. E per qualche motivo a lui sconosciuto, credette che anche l'altro avesse sentito qualcosa, una strana connessione forse.

«Riportatelo indietro»
«Ma capo...»
«Ares, ho detto di riportarlo indietro»

Louis ascoltò in silenzio lo scambio di battute tra il cinghiale e la misteriosa creatura. Poi ripeté la domanda fatta in precedenza.
«Chi sei tu? Perché non vuoi che resti?»

Gli occhi verdi lo osservarono in silenzio prima di rispondergli. Sembravano esaminarlo in ogni più piccolo dettaglio, sfumatura, imperfezione e piega dei vestiti.
«Sono il custode di questa foresta e tu non ne fai parte. Sto compiendo il mio dovere.»

«Okay...mi dispiace di aver disturbato allora» mormorò piano.
Continuava comunque a non capirci nulla.

«Occhi Blu, prima che Bianco e Ares ti riportino indietro. Alimenta le leggende che circolano sul bosco e non raccontare a nessuno la verità. Se non rispetterai queste regole ti assicuro che le conseguenze non ti piaceranno.»
Di nuovo un battito d'ali e gli occhi verdi sparirono di nuovo nel buio.

«Louis... mi chiamo Louis» sussurrò al vento ancora agitato dalla creatura che era volata via. Non era sicuro che lo avesse sentito ma non gli importava molto, sapeva che aveva visto qualcos'altro.
Ha notato i miei occhi e di che colore sono. Chissà se gli piacciono. Che cosa gli ricorderanno? I suoi rispecchiano questa foresta.

«Bene Louis, ti riportiamo indietro, la strada è un po' lunga e vorrai anche riposare immagino, è stata una notte abbastanza piena e non è ancora finita» parlò il coniglio bianco che, a quanto pareva, aveva sentito il ragazzo quando aveva sussurrato il proprio nome.

«Mh mh va bene, vi seguo...» rispose con ancora gli occhi rivolti al cielo, nel punto in cui aveva visto l'ombra sparire.

«D'accordo allora, torniamo verso il tuo villaggio ragazzo»

I tre iniziarono a camminare verso la direzione da cui erano arrivati.
Louis con lo sguardo basso. Non riusciva a non pensare a quegli occhi verdi. Lo avevano completamente stregato.
I due animali invece osservavano il ragazzo dagli occhi blu, domandandosi se potesse essere lui la chiave per la felicità del loro custode.

***

Il trio camminava da qualche minuto quando Louis decise di rompere il silenzio.

«Quindi, i vostri nomi sono Bianconiglio e Ares? Come il coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie e il dio greco della guerra?» chiese leggermente incerto. Gli faceva uno strano effetto parlare con degli animali, non sapeva neanche se ciò che aveva appena vissuto fosse accaduto davvero o fosse stato solo frutto della sua fantasia e immaginazione.

«È così ragazzo. Il mio nome deriva proprio dalla mitologia, i cinghiali erano animali sacri al dio della guerra ed essendo, non per vantarmene, l'esemplare più forte tra i miei simili mi hanno chiamato così, all'inizio non avevo un nome, me lo ha dato il capo» grugnì il primo animale tenendo il naso vicino al terreno per fiutare la strada del ritorno.

A Shadow in the Darkness || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora