Fu così che notate le potenzialità di Erman, e grazie al coraggio infusomi dal vino, pregai con tutto me stesso Gustav di affidarmi il piccolo ma, com'era prevedibile, egli rifiutò. Però io lo conoscevo: sapevo che avrebbe ceduto. Così gli offrii una cifra esorbitante per avere sotto le mie cure Erman.
È terribile, lo so, lo so per certo, che un padre venda il proprio figlio, ma il suo bisogno di soldi andava oltre l'amore. Capì che affidarmi Erman avrebbe giovato a tutti, al mostro compreso, e fu così che lo portai a casa mia. Adibii tre stanze per lui e dopo pochi mesi cominciò a sbalordirmi con creazioni incredibili: i porticati, i cancelli e i soffitti di quelle case erano così futuristici e saldi in ogni dettaglio, e le stanze... quelle stanze uscite da quale strana fantasia avevano delle forme intrecciate e libere da qualsiasi schema. Arte pura Capitano!
Presentai i suoi progetti ad artisti importanti in Italia e fu qualcosa di incredibile! Erman cresceva e io gli davo ciò di cui aveva bisogno, in cambio di fama e meriti. Sembrava un sogno.
Quel suo verso 'greeh!' era diventato poesia e quando mi guardava soddisfatto dopo il suo litro di sangue giornaliero, cominciai addirittura a volergli bene. Vedevo nei suoi occhioni infossati nel cranio una sorta di ringraziamento e nelle sue iridi nere scovai la felicità.
Sono stato stolto.
Erman diventò un bambino di undici anni e da quel momento cominciò a cambiare tutto. Le sue esigenze alimentari divennero più pressanti: ogni settimana, nonostante gli portassi litri e litri di sangue animale, che fosse di capra, di suino o addirittura di gatto, sembrò scontento. Sì, Capitano, se devo essere punito per aver ucciso dei gatti allora sono pronto a dichiararmi colpevole, ma non per ciò che segue.
La svolta avvenne il ventitré maggio dell'anno scorso, precedentemente ai primi omicidi di cui parlava prima di questa mia confessione.
Come lei sa, nel corso di quest'ultimo anno avete rinvenuto decine di cadaveri dentro delle abitazioni, senza scovare un assassino. Io vi dirò di più: erano posti ovunque io abbia messo piede per dare vita alle visioni di Erman!
Questi omicidi avvennero dopo un fatto che mi fu quasi fatale: Il ventitré Maggio, durante il pasto di Erman, notai in lui qualcosa di strano. Smise di lavorare e cominciò a fare quel suo... 'greeh'. Io capii che stava richiedendo sangue e per quanto gliene diedi nulla sembrò accontentarlo. Fu quando... sento ancora il suo fiato rancido aleggiare nella stanza... fu quando incrociai il suo sguardo colmo di rabbia, dove le iridi vennero oscurate completamente dall'ombra del suo cranio a punta, che capii cosa stesse per accadere.
Erman saltò verso di me, colmo di rabbia, scaraventando il suo pasto a terra, rifiutandolo: vidi le sue due bocce, ornate da un unico canino affilato, aprirsi mentre si avvicinava verso di me. Le sue due lingue rosse schioccavano sulle sue labbra e tutta la saliva che ne uscì schizzò ovunque, mentre continuava a tenermi inchiodato con lo sguardo, come fosse rapito dalla mia figura. Riconobbi nei suoi occhi lo stesso desiderio di sangue che aveva ogni volta in cui gli portavo il suo pasto, prima di quel giorno, e fu allora che realizzai: Erman aveva cominciato a desiderare sangue umano.
Ma qualcosa lo bloccò dal saltarmi al collo. Notai che, dopo alcuni passi verso di me, come ipnotizzato dall'odore della mia pelle, del sangue che s'irradiava sotto di essa, qualcosa lo risvegliò. Capitano... non saprei dirle se fosse stato colto da un bizzarro senso di rispetto nei miei confronti, ma in un rapido momento di lucidità, Erman si ridestò e fuggì da una delle piccole finestre della sua stanza, senza voltarsi indietro. Nei mesi successivi temetti per la mia vita, ma tutto sembrò essere normale e quieto.
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Il tessitore di case
HorrorL'architetto Antonello Scaccia entra nel comando dei Carabinieri di Trastevere invaso da un profondo terrore e tutto sembra essere legato al suo figlio adottivo, il tessitore di case.