Petali

1K 48 42
                                    

- Gli assomiglia un sacco -
- Sconvolgente -
- È proprio bello -

Avrei dovuto ascoltare l'istinto che mi suggeriva di saltare le lezioni, stamattina.

Tutti mi fissano e commentano il mio aspetto, sorprendendosi di quanto io assomigli a quel tizio.
È così da più o meno una settimana.

Non l'ho più incontrato, come anche Jordan e James.

Invece vedo tutti i giorni il suo ragazzo, abbiamo molte lezioni in comune.

E vedo ogni giorno anche Josh e la sua fidanzata. Stanno sempre a baciarsi e amoreggiare ovunque. Disgustosi.

Non capisco tutta questa necessità di ostentare l'amore.
Forse perché tutto questo grande amore neanche c'è.

Finite le lezioni mi metto a vagare senza meta.
Non ho fame come sempre, l'angoscia pesa sulle mie spalle tanto da non farmi avere voglia di niente e tornare in stanza o no non fa differenza.

Casualmente mi trovo vicino alla palestra, è vuota.

Entro. Raccolgo un pallone da terra, lo fisso tra le mie mani.

Mi piacerebbe giocare, forse anche far parte di una squadra.
Ma chi mi dice che non sarei un fallimento anche questa volta?

Non sono in grado di fare niente, perché dovrei essere bravo in qualcosa?

Sbatto la palla per terra, mi rimbalza addosso, la tiro con rabbia verso il canestro, senza pensarci troppo.

In modo assurdo come la mia vita, la palla si ferma perfettamente sul bordo del canestro, restando immobile, in un equilibrio esilarante.

Sbatto le palpebre più volte, quasi divertito dal destino che si prende gioco di me.

Sempre capace ma mai abbastanza, eh?

- Bel lancio -

Mi volto, c'è quel Chèsil là che mi sta guardando.

Forse non ha capito che non voglio socializzare.

Con un salto super molleggiato si aggrappa al canestro e butta la palla per terra.

- Sicuro di non volerci pensare? - mi dice poi.

- Non ho tempo per le cazzate - rispondo e lo lascio lì, allontanandomi in maniera svogliata.

Voglio solo isolarmi sempre di più.

Appena trovo una finestra libera mi accendo una sigaretta e comincio a fumare.

Tra gli studenti che passano una si ferma a guardarmi.

La fisso a mia volta, inarcando il sopracciglio.

- Guarda che è vietato fumare nei corridoi -

Ora abbiamo pure la saputella di turno.

- Te l'ho chiesto? - dico, cercando anche di mantenere la calma.

Lei fa una faccia sconvolta e arrabbiata.

- Come ti permetti? È una regola! - strilla e molte teste si girano a guardarci.

- E quindi? Pensi che me ne importi un cazzo? -

A questa mia affermazione succede il finimondo e la tizia inizia a urlare che sono un maleducato e cafone mentre qualcuno le da ragione e qualcuno no.

Io mi limito a guardarla disgustato e perplesso da tanta stupidità umana, mentre qualcuno mi prende la sigaretta dalle dita.

Mi volto e ho la faccia di Josh a due centimetri dalla mia.

SanguinareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora