Ossessione

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Una settimana dopo

Rinchiudermi nel mio dolore ora sembra la cosa più confortevole.

Dove sei?

Perchè non sei qui con me?

Darei qualsiasi cosa per averti qui con me.

Se solo non avessi reagito in quel modo forse adesso potrei ancora passare del tempo assieme a te
Se solo non l'avessi scoperto, forse adesso sarebbe ancora tutto come prima
Se solo non fosse mai successo forse adesso
Se solo non
Se






- Cazzo, se non mangi come pensi di poter fare?

James sbatte le posate nel piatto con impazienza.

Mi nascondo sotto le coperte, non perché io abbia paura di lui ma perché non voglio sottomettermi al suo imporsi su di me.
E ogni muscolo del mio corpo sta gridando di non avere la forza necessaria per affrontare anche il minimo duello, perciò non posso fare altro che nascondermi.

Quando c'è lui è il momento peggiore.

Non ha nessuna empatia. È pieno di pregiudizi e mi riempie di frasi come

Sei tu che devi aiutare te stesso

È tutto nella tua testa

Nella vita bisogna andare avanti

Pensa alle persone che stanno male sul serio

Ecc ecc ecc

La sua è una vera e propria violenza sulla mia psiche già satura di incomprensioni e negazione del dolore.

Lui non può capire. Non è profondo abbastanza.
Non sa come ci si sente.

E non mi sopporta, forse pensa che io faccia finta o qualcosa del genere.

Non so nemmeno perché stia cercando di 'aiutarmi' ma probabilmente solo perché gliel'ha chiesto Jordan.

Fortuna che sta con me solo per il pranzo.
Poi arriva Juliet.

Quando c'è lei è un po' come stare con quell'amica che sì ti vuole bene, ma solo finché tu sei d'accordo con lei e non la contraddici.

- Alloooora, buongiorno!!! Com'è che oggi non abbiamo mangiato? Mmm, mmmm?! Come devo fare con te?

Neanche mia mamma mi tratterebbe in modo così infantile e il suo forzato entusiasmo ogni santo pomeriggio è qualcosa di insostenibile.

Non le è mai passato per la testa che non si può essere sempre felici e contenti?
Che non è sempre il momento giusto per sorridere?

Si siede accanto a me, con quel piatto sulle ginocchia e so già cosa succederà.

Il mio stomaco si accartoccia su se stesso, si chiude il più possibile, ripenso a Josh che mi prometteva che non mi avrebbe mai forzato e la sua assenza diventa feroce.

- Un po' d'acqua...
- Certo!! -

Mi porge il bicchiere colmo, e sorseggio piano, lo faccio durare all'infinito ma so che non posso sottrarmi.
Respiro a fondo più volte e poi prendo la forchetta dalle sue mani e inizio un pasto che affronterò con molte pause e finirò tra qualche ora.

Lei ha pazienza, mi sollecita continuamente senza mai perdere quel sorriso, a meno che io dica che non ce la faccio più.

So che le piace essere considerata brava e utile, agli occhi degli altri e anche ai miei.

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