00;22 - 𝐊𝐄𝐈𝐒𝐔𝐊𝐄 𝐁𝐀𝐉𝐈

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◾𝐑𝐈𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐓𝐀 : jxstreki

◽𝐏𝐀𝐑𝐎𝐋𝐄 : 1326

◾𝐆𝐄𝐍𝐄𝐑𝐄 : 𝐀𝐍𝐆𝐒𝐓

◽𝐀𝐕𝐕𝐄𝐑𝐓𝐄𝐍𝐙𝐄 : ///

◽𝐀𝐕𝐕𝐄𝐑𝐓𝐄𝐍𝐙𝐄 : ///

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"Cry"

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Piangere è sempre stata una cosa bella per me, era come un modo per sfogarmi, e detta sinceramente, la maggior parte delle volte che piangevo era per motivi non molto importanti. Sono una persona abbastanza sensibile che non si sia capito. Non mi era mai capitato, però, di piangere per il mio ragazzo. O meglio, ex ragazzo

Baji ed io avevamo litigato da quando era entrato nella Valhalla, e la situazione non si era mai chiarita oltre una breve telefonata qualche ora prima dello scontro. La nostra conversazione durò una ventina di secondi, e l'unico che parlò fu Keisuke. Un debole "ti amo" era uscito dalle sue labbra prima di attaccarmi la chiamata in faccia. Eppure non sono riuscita a dirgli anche io "ti amo" prima che morisse. Baji ci ha lasciato in un giorno di sole, andandosene davanti ai suoi amici ma soprattutto davanti a me

La scena del coltello che si conficca nel suo addome e del terreno polveroso che viene macchiato di sangue mi fa singhiozzare più forte: ho ancora la scena impressa in mente, e nemmeno dormendo riesco a pensare ad altro. Lo sogno, sorridente, ma morto. Disteso su un prato di manjushage

–T/n...?– chiama una voce: mia sorella
–Mirai che vuoi?– rispondo acida: lo so, non si merita di essere trattata così ma ultimamente non riesco ad esprimere altre emozioni oltre la tristezza e la rabbia
–Non hai toccato la cena di stasera...vuoi che te la riscaldo? magari puoi mangiarla ora– dice mia voce di mia sorella minore
–fottiti tu e quel cibo del cazzo– dico, sentendo gli occhi pizzicare. Mi accorgo subito delle parole che le ho rivolto, perciò corro alla porta. Resto, però, con la mano sulla maniglia. Non sono mentalmente pronta a gestire mia sorella che piange per quello che ho detto quando io stessa stavo piangendo fino a dieci secondi fa

–T/n, lo so cosa è successo al tuo ragazzo... mamma me l'ha spiegato. Lei dice di lasciarti perdere, ma sei la mia sorellona, voglio aiutarti. Ti va di essere abbracciata da me e da mister cuddels?– dice la bambina dall'altro lato della porta, sorprendomi. Ha solamente otto anni ma già ha la maturità di parlare in un certo modo alle persone che soffrono. Osservo la mano sulla porta, notando la piccola cicatrice che mi sono procurata con Baji. Il ricordo di un momento passato con lui mi fa crollare. Scivolo lentamente contro la porta, tenendo la mano fissa sulla maniglia. Soffoco un altro pianto isterico, facendo attenzione a non farmi sentire da Mirai
–Mirai vattene– riesco a dire solamente, abbandonando la presa sulla maniglia

Piango di nuovo, osservando il segno che ho sulla pelle. Io e baji, quando è successo, eravamo appena fidanzati: eravamo andati in un piccolo parco nella periferia di Tokyo, e, notando una piccola radura con delle panchine, ci siamo diretti lì. Poco dopo mi sono ritrovata la mano sfregiata per colpa di un pezzo di ferro che era nascosto tra gli arbusti dopo una brutta caduta. Baji era subito intervento per aiutarmi, ma non sapendo come calmarmi, mi ha baciato. Era il nostro primo bacio. Stavamo insieme da un mese, ma non eravamo ancora mai arrivati a baciarci. Eppure era successo, ci eravamo baciati. Ricordo ancora come baji si è quasi subito spostato mentre io ero rimasta come un ebete mentre la mia mano sanguinava. Dopo poco però, mi sono avvicinata per baciarlo di mia volontà. Quei due baci furono solo l'inizio di una grande collezione: baci in spiaggia, baci in moto, baci seduti sul davanzale della finestra... avevamo come una fissa per le labbra dell'altro. Le sue sapevano di cannella, e lui mi ha rivelato che le mie sanno di menta e cioccolato

Bella accoppiata, no?

Mi mancano le sue labbra. L'ultima volta che ci siamo baciati lui era in fin di vita, eppure, in quella situazione, quel bacio fu probabilmente il più sincero che ci siamo mai dati. Non sapeva di addio, ma piuttosto "ci vediamo, tu intanto non fare cavolate". Ed era vero, io non avrei fatto cavolate in sua assenza. Diceva sempre che sono una pasticciona, e che senza di lui probabilmente ora sarei piena di cicatrici per quanto sono maldestra. Un sorrisino mi appare sulle labbra. Ci teneva tanto a me, lo ha dimostrato il fatto che mi ha tenuto all'oscuro di tutto. Non voleva farmi soffrire o rendermi un bersaglio per la Valhalla. Ci avrei sofferto ugualmente? Sì, quello si, ma non gliene faccio una colpa

È passata una settimana dalla sua morte, e dopo il funerale, non sono più andata alla tomba di Keisuke. Draken mi ha scritto per messaggio che è andato qualche giorno fa, e c'era un mazzo di rose rosse. Sicuramente l'ha mandato mia madre, ha detto che lo avrebbe fatto. Un rumore improvviso dall'altra parte della porta mi fa sobbalzare. Che sia Mirai rimasta qui?

–Mirai, sei rimasta qui?– chiedo, bussando
–Si, sono andata a prendere mister cuddles. Sei sicura di non volere un abbraccio?– dice mirai seduta dall'altra parte

Rimango qualche minuto interdetta, con la mano ancora appoggiata alla porta. Voglio davvero tanto ricevere un abbraccio, ma sono in uno stato penoso. Probabilmente le farei davvero tanto ribrezzo

Apro leggermente la porta, il giusto per far entrate mia sorella. Davvero, voglio essere consolata da qualcuno e non mi importa del mio attuale aspetto
–Sorellona!– dice Mirai correndo verso di me, stringendo tra le mani mister cuddles, il pupazzo a forma di ape in smoking
La bambina si getta verso si me, abbracciandomi forte
Mi metto alla sua altezza, mentre mirai continua a stringermi le braccia al collo
Restiamo così per un'oretta, e mi godo il calore che mi provoca l'abbraccio. È da tanto che nessuno mi abbracciava, l'ultimo era stato con... Baji. Sento gli occhi pizzicare un po', geste che Mirai capisce subito. È incredibile come sia così intelligente a soli otto anni
–T/n, so bene che il tuo ragazzo non vorrebbe vederti così. È molto burbero ma ci teneva a te! Ti andrebbe di andarlo a trovare? Mamma ci potrebbe dire dove hanno messo la sua tomba– dice mirai stringendomi dolcemente le guance
–Va bene, possiamo andare anche ora– dico alzandomi e cacciandomi la vecchia felpa che indosso da stamattina. Mirai mi sorride, per poi correre giù per le scale di casa gridando "mamma, io e t/n usciamo!"

Venti minuti dopo mi ritrovo a pochi metri dalla tomba del mio ragazzo. Mirai è già davanti la tomba e sta annaffiando un mazzo di fiori bianchi, io invece sono rimasta ancora un po' lontana. Non ho il coraggio di leggere su quella tomba la scritta "Baji Keisuke". Faccio un respiro profondo, dirigendomi a piccoli passi verso la sua nuova casa. Arrivo lì, e solo dopo un po' riesco ad alzare lo sguardo per leggere quel maledetto nome inciso su pietra
Mirai mi afferra per mano, stringendola
–T/n, sei forte. Sono qui con te sorellona– dice la bambina, guardandomi benevola
In questa momento vorrei davvero dire tante cose a baji, ma non riesco più di tanto. Ho ancora tanto dolore in corpo, e non riesco a parlare di tutto
–Keisuke... cerca di starmi vicino– riesco a dire solamente, poggiando una mano sulla tomba. Mi manca tantissimo, eppure è passata solo una settimana. Piango un po', ma poco dopo mi riprendo

Io e Mirai, mano per mano, ce ne torniamo a casa. Mi ha fatto bene venire qui, almeno mi sono sfogata in qualche modo
Dò un ultimo sguardo alla tomba, e posso giurare di aver visto baji che mi sorrideva, fiero e orgoglioso come sempre. Quel dannatissimo sorriso... cavolo, mi mancherà. Ma so che lui mi sarà sempre accanto, non in carne e ossa, ma ci sarà

Angolo autrice🏋️sono risultata positiva al covid, perciò mi dispiace di aver pubblicato questa os in ritardo, ma purtroppo non stavo molto bene

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Angolo autrice🏋️
sono risultata positiva al covid, perciò mi dispiace di aver pubblicato questa os in ritardo, ma purtroppo non stavo molto bene. Spero ugualmente ti sia piaciuta!

𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐓 | 𝖳𝗈𝗄𝗒𝗈 𝖱𝖾𝗏𝖾𝗇𝗀𝖾𝗋𝗌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora