Capitolo diciotto.

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Io ed Elena eravamo in un parco vicino al posto dove si doveva tenere il concerto. Anche se mancava più di un'ora all'inizio di esso. Mentre eravamo sedute, in silenzio, sentimmo qualcuno urlare "maira". Ci girammo e trovammo Luke. Era da solo, e questo mi preoccupava. Decisi di non scappare, rimanere lì.

Quando Luke si avvicinò a noi, con il fiatone a causa della corsa, Elena si alzò.

"Ehm..io..io..io v-vado. Cioè io..ehm ci si vede dentro Maira." Disse Elena balbettando.

Le feci segno di non andarsene ma non mi ascoltò e in un batter d'occhio non la vidi più.

"Piccola Mair." Che nome assurdo.

Gli occhi divennero lucidi di nuovo.

"Luke. O ti dovrei chiamare 'robert'." Dissi arrabbiata.

"Mi dispiace io..."

"Tu..si risparmiati le scuse. Ora capisco tutto. Non potevi dirmelo e basta?"

"No. Perché poi mi avresti per l'apparenza e non per quello che sono."

"Chi ti dice che io ti ami?"

"I tuoi occhi."

Abbassai lo sguardo ma solo per pochi secondi. I suoi occhi, la sua bocca, lui, la sua presenza mi fece venire paura, ansia, amore, tutto mischiato insieme. Non capivo più niente.

"Maira, adesso parliamo seriamente."

"Perché.. Prima parlavamo di banane?"

"Tu sei una banana."

Sorrisi.

"Allora comunque.. " continuò

"Finisci la frase, ROBERT" dissi sottolineando il suo secondo nome.

"La smetti?"

"Okay."

"Mi sono innamorato di te."

Sobbalzai a quella frase. Volevo svenire. Io non volevo rivederlo. Mi ero innamorata di lui, quando avevo 13 anni e poi lui venne tranquillo qui..dicendomi "mi sono innamorato di te". No. Non potevo.Lui non sapeva cos'avevo passato. Io lo amavo sul serio e se gli avessi fatto vedere tutte le lettere e tutte le cose che avevo fatto solo per vederlo, anche solo cinque minuti si sarebbe scandalizzato.

"Uhm....okay"

"Okay? Io ti dico che ti amo e tu mi dici okay? Cioè fosse stata un'altra ragazza mi avrebbe lodato."

Iniziarono a scendere le lacrime.

"Allora vai dalle altre ragazze, perché io non sono disposta a..ad avere una relazione con te."

"Perché piangi?" Si avvicinò a me, e mi abbracciò. Un abbraccio di quelli che ti rompono quasi le costole ma che ti aggiustano il cuore. E piangendo ricambiai l'abbraccio.

Dopo pochi minuti, mi staccai, mi asciugai le lacrime e gli diedi un bacio sulla guancia.

"Addio Piccolo Rob"

Me ne andai. Lasciandolo lì. Da solo. Impalato a guardare un qualcosa,o un qualcuno che prima c'era ma poi se n'è andò. Un qualcosa oramai andato via.

Non mi girai neanche una volta.

Quando tornai verso l'albergo, perché casa mia era da quelle parti, vidi una bambina che piangeva perché non aveva il biglietto. Gli regalai il mio, mi sorrise, mi ringraziò e mi abbracciò.

E così, Finì tutto. Finì Robert, finì la piccola Mair, finì banana, finì piccolo frocio e con loro finirono i ti amo, gli 'amore', i cuori.. E l'ultimo abbraccio.

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