Capitolo 3

42 5 0
                                    

Andrea

Avevo una forte emicranea e un gran male alla gola. Cercai di alzarmi, ma ero bloccata; provai a chiamare Mirko, ma non riuscivo a parlare. Provai a muovermi, ma ero bloccata.
Dove ero? Era un altro incubo?
Poi ricordai

"Mirko" avevo urlato il suo nome fino allo sfinimento, ma era sparito. Sul mio viso scendevano delle grosse lacrime amare quando vidi un uomo avvicinarsi. Non lo avevo riconosciuto fino a quando non fu a un metro di distanza. In quel momento mi venne il panico. Avrei voluto scappare, ma mi aveva afferrata prima che potessi muovermi. Urlai, ma nessuno era intervenuto mentre mi metteva qualcosa sul volto. Da quel momento non ricordavo più nulla.

Dove mi aveva portata? Cosa voleva da me? Lo sapevo cosa voleva: me.

"Ti sei svegliata" disse una voce bassa davanti a me.
Doveva essere davanti al mio letto. Non riuscivo a vederlo.
Sentii io suoi passi avvicinarsi e poi il suo viso vicino al mio "scusa non puoi parlare con questo" disse slegandomi il bavaglio che avevo sulla bocca. Solo allora riconobbi quella voce. Era Giacomo. Ero stata rapita da un pazzo assassino.
Vai così andrea sei un genio pensai.
"Grazie" dissi piano
"Scusa se ti ho fatto male"
Si stava davvero scusato? Non era un assino?
"Non mi hai fatto male ho solo una gran sete"
"Certo scusa" disse aprendo la porta
"Ecco"disse liberandomi e porgendomi il bicchiere.
Avrei dovuto aver paura di quell'uomo eppure mi sentivo al sicuro
"Grazie" dissi finendo l'acqua e lasciandomi cadere sul letto
"Sei stanca?" chiese
"Un po'" ammisi
"Vuoi dormire?"
"Sì grazie" dissi sentendo che le mie palpebre si abbassavano.

Fuii svegliata da un buon odore di cibo. Mi misi a sedere sul letto. Mi aveva liberata?! Mi avvicinai alla porta e l'aprii. Lui alzò lo sguardo mentre cucinava. Mi appoggiai alla porta poi vidi tutto girarmi intorno e sentii il freddo del pavimento
"Ti prego non morire!" lo sentii dire.
Aprii leggermente gli occhi. Mi aveva stesa sul letto "che è successo?" chiesi
"Non so sei svenuta. Hai fame?" disse guardando il tavolo imbandito di cibo.
"Sinceramente ne ho molta. Per quanto tempo ho dormito?" chiesi guardando il buio della notte
"Due giorni"
"Oddio" dissi spaventata
"Tranquilla non lo farò più. Dovevo portarti qui"

Mangiammo come se lui non fosse un rapitore, ma una persona normale. Non ero spaventata da quell'uomo che era stato tanto gentile con me. Ero anzi stranamente tranquilla.

"So che non sei Claudia" disse finita la cena
"C-cosa?"
"Hai capito bene. So che non sei lei"
"O-ora vuoi uccidermi?" dissi piano
"Perchè dovrei?"disse guardandomi male
"Dato che non sono la donna che ami, cosa ti lega me?"
"Ho detto solo che so chi sei"
"Quindi che hai intenzione di fare?" dissi ora spaventata
"Lo saprai presto" disse chiudendomi in casa e uscendo.

Stavo guardando fuori dalla finestra nel punto in cui era scomparso quando vidi delle figure avvicinarsi. Barcollavano. Erano ubriachi. Mi accorsi quando erano troppo vicini che erano tutti maschi abbastanza ubriachi, ma non da non notarmi. Si avvicinarono alla finestra.
"Ehy piccola aprici che ci divertiamo" disse quello più grosso
Sentii il battito accellerare quando provarono ad aprire la porta. Come avrei avvisato il mio rapitore di salvarmi?! Farmi salvare da un rapitore, mi pareva di sognare.
Avevo visto un telefono sul comò. Mi chiusi a chiave in camera chiusi le persiane e misi dei mobili contro le finestre e contro la porta. Guardai accanto al telefono. Su un foglietto c'era scritto:
Per qualsiasi cosa premi 3

Tirai su la cornetta e digitai il 3
"Pronto?" disse calmo
"Ti prego vieni! Ci sono degli ubriachi, ti prego!"
"Sono entrati in casa?"
"Non lo so, io sono chiusa in camera ti prego vieni"
Sentii il rumire della finestra rompersi "dai piccola che ci divertiamo"
Iniziai a singhiozzare "ti prego"
"Resta lì corro da te!"
Guardai nella stanza e presi una lampada. Non gli avrebbe fermati, ma non mi sarei arresa.

Ero nell'angolino opposto alla porta
"Esci, ora!"
"No, sta arrivando il mio ragazzo"
"E dovremmo avere paura di un ragazzotto?!" disse ridendo
"Vi prego lasciatemi stare" dissi prima che la porta venne spalancata
"Ciao" disse sogghignando il capo del gruppetto "prendetela"
Due ragazzetti mi presero i polsi "lasciatemi"
"Solo alla fine"
Vidi il ragazzo avvicinarsi e delle lacrime mi scesero lungo il viso "ti prego"

"Lasciatela" disse una voce decisa
"Amico tranquillo giocavamo" disse il capo
"Lasciatela, ORA ho detto"
L'uomo si avvicinò a Giacomo poi notai il coltello che l'uomo aveva nella mano sinistra "Giacomo la mano sinistra!" urlai ricevendo un calcio
Giacomo precedette l'uomo sparandogli al cuore. Lo vidi cadere come un pupazzo mentre il pavimento si sporcava.
Avevo paura ed  ero sollevata allo stesso tempo.
"Ora lasciatela!" disse Giacomo. Gli uomini mi lasciarono "vieni qui" disse dolcemente rivolto a me
Mi riparai dietro di lui "direte a qualcuno di tutto questo?" chiese
"No, no" disse un ragazzo mentre l'altro ci guardava terrorizato
"Lasciali andare, dai" gli sussurrai all'orecchio
"Avete un cellulare?" disse Giacomo
"Sì" disse sempre lo stesso ragazzo.
"Bene, Scusate se vi farà male" disse prima di sparare a ogniuno in una gamba "chiamate il 188" disse trascinandomi fuori

Eravamo in un'altra casa, ma non smettevo di tremare
"Ti hanno fatto qualcosa?"
"N-N-No" dissi
"E perchè tremi?"
"L-Lo hai ucciso" dissi piangendo
"Voleva farlo lui" disse sfiorandomi la guancia
Tolsi la mano dal mio viso e lo guardai "lo hai ucciso" dissi con disprezzo
"Andrea voleva violentarti! Ti immagini? Come potevo permettergli che restasse in vita eh?"
"Lo hai ucciso" continuai a ripetere piano mentre tenevo le gambe strette contro il petto fino a che non mi addormentai.

*********************************
Spazio autrice

Olè Giacomo è la prima volta che diventa un personaggio e non una figura dalla quale scappare. Che ne pensate di lui e del suo comportamento? Secondo voi ora che accadrà?

Tornando a sorridere- un oscuro passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora