Capitolo 9

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Andrea

Guardai la porta di casa mentre mio padre mi accompagnava. Mia madre lì davanti mi corse incontro piangendo.

-Oh piccola mia- disse stringendomi a sè. Mi era mancata così tanto.

-Mi sei mancata mamma- dissi baciandole la guancia.

Era passata una settimana da quel giorno eppure non ero serena. I miei occhi erano pieni di sangue e di orrore. Sarei dovuta tornare per testimoniare. La testimonianza più importante mancava: Una confessione. Aveva sparato sulla folla, questo sarebbe bastato, ma volevo pagasse per tutti. 

-Tra una settimana devi ripartire?- chiese mia madre

-Tranquilla mamma sto solo una settimana poi torno qui per testimoniare- dissi per tranquillizzarla 

-Non vuoi che veniamo anche noi?-

Le volevo risparmiare quell'orrore. Sapere cosa mi avrebbe fatto se non fossi scappata -No, ci metto poco poi la famiglia di Sofy si è proposta di ospitarmi- dissi ripensando alla mia piccola.

-Ci mancherai- disse alzandosi.

La guardai da lontano. Cosa poteva aver provato la mamma di Claudia vedendo il corpo martoriato della figlia? Solo perchè amava un uomo.

Assassino point of view

L'avrei presa. Lei sarebbe stata mia. L'avrei portata lontano da tutti con me. Sarebbe stato difficile, ma mi avrebbe amato. Lo sapevo lei era così disperata che avrebbe amato chiunque. Pure me. Quando ci eravamo visti la prima volta lo avevo letto nei suoi occhi era pazza di me, doveva solo ammetterlo a se stessa, ma si sa gli esseri umani sono così stupidi da non accorgersi delle cose finché non le perdono. E quando mi aveva perso non era riuscita a resistere dal cercarmi. 

Guardai il mio compagno di cella dormire. Aveva sparato a un uomo per rubare cento euro. Che stolto per soldi. Basta lavorare, scansafatiche. Il mondo della prigione era fatto di gerarchie e il mio obiettivo era il leader. Dovevo farmelo amico e sapevo come: droga. Fuori avevo un amico e me l'avrebbe portata l'indomani. Se fossi riuscito a farmelo amico sarei riuscito a farmi pagare una cauzione essendo lui amico di mafiosi. Mi bastava quello: uscire e l'avrei rapita. Doveva arrivare per testimoniare. Avevo poco tempo l'udienza era venerdì e se tutto avesse funzionato sarei stato libero giovedì.

-Sei libero, ma fino a domani. Non puoi uscire di casa, ci sarà un uomo a sorvegliare l'abitazione e se il braccialetto segnala che esci sarà reso anche questo a processo e aggraverà la tua situazione- disse un agente

-Voglio dormire in un letto decente per l'ultima volta nella mia vita- dissi mentendo. Il mio piano era già stato fatto. 

Arrivato in hotel mi lavai e profumai. Mi vestii bene e preparai dei dolci. Presi una macchina fotografica, una videocamera e il mio telefono nuovo che nessuno conosceva. Avrei filmato ogni momento insieme: La sorpresa nel vedermi, la prima volta che avremmo fatto l'amore, il matrimonio. Immaginai il suo corpo sotto al mio e sorrisi. Lo avrei riempito di piccoli puntini a ogni no. Fino a renderla succube di me. Se ero riuscito ad addestrare cani sarei riuscito ad addestrare una lurida cagna.

Presi il mio pc e lo collegai al sistema del braccialetto. Ci misi meno del previsto e riuscii a aprirlo senza fare scattare l'allarme. Il mio amico aveva lasciato un auto per me con la promessa di video mentre me la scopavo. Non lo avrei mai fatto. Nessuno l'avrebbe mai vista oltre a me da quella sera e per il resto della sua vita. Mi avviai verso l'uscita di servizio, i camerieri guardavano le mie sigarette pensavano andassi a fumare, ma non avrei mai riempito i miei polmoni con quello schifo.

Presi l'auto e mi avviai verso l'hotel l'avevo fatta seguire da un investigatore della mafia. Tutto ciò mi sarebbe costato diversi omicidi e soldi, ma ne sarebbe valsa la pena. Mi leccai le labbra all'idea di averla di fronte a me: le sue labbra, la sua pelle e i suoi occhi grandi. Sarebbero stati eternamente miei e questo contava. 

Parcheggiai l'auto e vidi il riflesso della sua figura dentro la casa con il filtro delle tende. LA vedevo muoversi frenetica, il suo corpo era così sexy da quella prospettiva, ma non dovevo distrarmi. Aprii la portiera quando vidi una seconda figura -merda- sussurrai. Chi cazzo era. Poi vidi la figura avvicinarsi a lei. Divennero una figura unica. Era la solita puttana che si accontentava di qualsiasi attenzione. Non sapeva cosa era l'amore vero e si accontentava di qualsiasi minorato mentale. Strinsi il volante. Cosa dovevo fare? Entrare e ucciderli? No. Lei doveva restare viva. Lei mi serviva. Guardai le figure allontanarsi. Chissà cosa stavano facendo. Riflettei. Meglio non pensarci. Vidi poi le figure di nuovo contro luce. Erano due in uno. Questa scena mi ferì terribilmente. Le figure si appoggiarono alla tenda e alla finestra lasciando intuire fin troppo bene cosa stava accadendo. Scesi dall'auto infuriato. Lo avrei preso pure lui e squartato a metà davanti ai suoi occhi. Lo avrei disintegrato così avrebbe imparato che non si tocca una donna impegnata. Decisi di bussare alla porta. Erano nudi quindi mi avrebbe aperto lui per galanteria e lo avrei colpito in testa con la mazza poi avrei usato il fazzoletto con l'anestetizzante per lei. Doveva essere in perfetta forma per quando lo avrebbe visto morire. Suonai -Arrivo- disse una voce d'uomo.

Quando mi aprì il suo volto si riempì di stupore e orrore emise un -Scappa- prima che potessi colpirlo. Sentii la porta di una stanza chiudersi a chiave. Legai lui e lo caricai nel baule. 

Mi avvicinai alla porta -O vieni con le buone o ti vengo a prendere. Lui è già nel bagagliaio. Scegli tu Andrea.-

Sentii dei rumori. Stava aprendo la finestra.Presi la rincorsa aprii la porta e la trattenni per i capelli poi presi il fazzoletto pregno della sostanza. Lo avvicinai al suo naso e alla sua bocca. Lei iniziò a cedere troppo presto. -Inutile che fai la furba so quanto ci mette- le sussurrai. A quel punto cercò di divincolarsi, ma era troppo assopita. E cadde in un sonno profondo. Legai i suoi polsi, i piedi e la imbavaglia. Poi partii. 

Arrivati alla residenza portai lei in una stanza e lui in un'altra. Controllai attentamente tutte le porte e le finestre. Era tutto perfetto. Presi un coltello dalla credenza e mi misi in camera con lei in attesa che si svegliasse.

Tornando a sorridere- un oscuro passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora