Capitolo 7

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Andrea

In fin dei conti era passato un mese. Accesi il telefono e digitai un numero. Silenzio.

Richiamai e a quel punto una voce mi rispose -Pronto?- la voce di una donna che rideva mi raggelò il sangue e tolse il respiro -Chi è?-

-C'è Mirko?- chiesi con un filo di voce

-Amore chiedono di te- disse la voce allontanandosi dal cellulare 

-Pronto chi è?- chiese Mirko. La sua voce fece volare le farfalle morte nel mio stomaco. Possibile che non mi fossi accorta di questi sentimenti? 

-Mirko- dissi solo il suo nome. In realtà non sapevo cosa dire. Avevo bisogno di sentire la sua voce. 

-Come è possibile?- disse con la voce spezzata -Dove sei?- 

-Non posso dirlo, ma non ce la facevo più a stare senza sentirti. Giacomo se mi scopre probabilmente mi romperà, ma sto bene-

-Ti ha ferita?-

-Non è stato lui, ne sono certa-

-Torna a casa i tuoi genitori sono preoccupati a morte- disse. Non parlò del sentire la mia mancanza. Alla fine era con un'altra come potevo mancargli? -Ti proteggerò- disse piano

-Non posso. Io e Giacomo abbiamo degli indizi, ma se tornassi metterei me e te in pericolo-

-Sai che attraverserei l'inferno per te. Basta dirmi dove e arrivo subito- disse nervoso 

-Sto bene, avevo solo bisogno di sentire la tua voce. Scusa il disturbo- dissi piano

-Non hai disturbato-

-Temo di sì- dissi con una punta di invidia per quella donna che ora condivideva la casa con lui-

-Lei non è te- disse prontamente

-Lei è però, io ero. Ciao e abbi cura di te- dissi riagganciando


Giacomo entrò dopo pochi minuti -Che hai combinato?- chiese guardandomi

-Nulla- dissi mentendo in malo modo 

-Domani andiamo dalla polizia- disse ignorando la mia menzogna 

-In che senso?- chiesi stranita

-Ho trovato gli indizi per incastrarlo- disse sorridendo

-Chi è?- 

Lui sorrise -Se vuoi saperlo vestiti e andiamo in centrale-

-Ora?- chiesi stupita

-Meglio che tra un'ora quando ci avrà trovato- 

-Come potrebbe trovarci?- chiesi stupita

-So che hai chiamato qualcuno. Chiunque lui sia bhe sarà controllato. Alzati- disse dandomi la mano


Mirko

Guardai quella che ormai era la mia ragazza da tempo -Ehy amore che succede?- chiese stupita della mia assenza mentale

-Nulla di importante. Allora fammi sentire questo arrosto- dissi sorridendo e ignorando le mie domande. Lei aveva chiamato me allora ci teneva a noi. Chissà come aveva reagito alla morte di Nate. Sentivo Paolo ogni giorno: la polizia prima aveva indizi poi si ritrovavano di nuovo a un punto morto

-Chi era?- chiese guardandomi -la ragazza al telefono chi era?-

-Un'amica- dissi sviando. Lei non sapeva nulla di Andrea e era meglio così.

-Se fosse stata un'amica non avresti schivato i miei baci- disse spegnendo la televisione -Sono cornuta?- disse con le lacrime agli occhi

-No, assolutamente no. Non ti farei mai nulla di simile- 

-Allora dimmi chi era- continuò presa dalla gelosia

Era davvero bella, dolce premurosa, eppure le mancava qualcosa, ma non lo avevo mai notato fino ad allora. Le mancava la scintilla che vedevo negli occhi di Andrea. Lei presa dal dolore aveva quella scintilla di energia vita, non mollava. Ecco perchè mi piaceva. Lei avrebbe lottato fino alla morte per raggiungermi. Lo aveva fatto, viva sana e salva aveva lottato e aveva distrutto ogni mia certezza. Il suo viso, il suo sorriso, i capelli spettinati, le tisane notturne, il suo fare la dura. Non potevo mentire a me stesso.

Ricevetti insulti schiaffi e pugni al petto e me li meritavo, l'abbracciai prima di uscire. Non volevo abbandonarla in quello stato e chiamai una sua amica poi mi diressi verso l'aeroporto.

Giacomo

Finalmente sarei stato libero di vedere la sua tomba. Lo avrei visto dietro le sbarre, gli avrei sputato addosso. Avrei vendicato il mio amore e sarei uscito da uomo libero. 

La strada era piena di curve e dovetti procedere lentamente. Andrea aveva chiamato Mirko. Ammiravo il suo amore e mi era dispiaciuto vederla soffrire per lui, per Nate, per Roberto e per Elisa. Mi ero sentito in colpa per non essere riuscito a darle la libertà subito, ma ora sarebbe stata al sicuro e libera. Avrebbe cantato, parlato. Una fitta al petto. Io avrei mai amato un'altra? Ripensai al mio amore ormai perduto e io ero perso come lui, nei meandri del mondo eppure quella ragazza mi aveva fatto sperare di amare un'altra prima o poi. Mi aveva insegnato che nulla finisce e che spesso una fine, un dolore, non deve renderci succubi della vita. L'avevo vista indagare per scoprire la verità con un'energia in corpo che forse non avevo mai avuto. Lei amava quelle persone erano parte di lei, l'avevano resa sognatrice e guerriera. Mi aveva reso così piccolo vedere che lei fremeva dalla voglia di chiamare Mirko, ma non poterlo fare per lui. 

Chissà se sarebbero bastate le prove dissi a me e me nella mia testa. E Andrea dove era finita? L'avevo messa nei guai? O ero sotto accusa.

-Finalmente- disse un uomo davanti a me -Ti ho cercato una vita intera- 

Il suo ghigno non prometteva nulla di buono -Non ero poi così lontano-

-Forse hai ragione eri fin troppo vicino a una donna che non ti amava- nella mia mente sorse un dubbio. Era geloso? Era lui. Ne ero certo.

-Sappiamo entrambi chi è stato- dissi sorridendo

-Ovvio sei stato tu- disse Paolo mettendosi comodo -Vuoi confessare ora o vuoi aspettare tutta notte? Andrea racconterà che l'hai rapita. Non hai scampo-

-Era libera di andarsene- il suo volto fece trasparire la sorpresa -impossibile non sarebbe mai sparita- urlò. In quell'istante entrò un agende che dicendogli qualcosa all'orecchio lo accompagnò alla porta e uscirono entrambi.


Tornando a sorridere- un oscuro passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora