𝗶 𝗸𝗲𝗲𝗽 𝗼𝗻 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻'

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È il primo settembre.

Le lezioni all'Università sono iniziate due giorni fa, in anticipo, rispetto gli scorsi anni.

Ci sono studenti che vagano avanti e indietro dalle porte d'ingresso, altri che stanno seduti sulle panchine a ripetere poco prima dell'ultimo esame, coppie di fidanzati che conversano davanti al bar con una tazza di caffè tra le mani.

Keiji non c'è, non ancora.

So che dovrebbe arrivare tra un po', per aiutare Yaku con la preparazione dello striscione per la candidatura di quest'anno, dato che vuole rappresentare l'Università. Per rendere più sano l'ambiente, non solo per la mole di studio disumana, ma anche per la quantità di ingiustizie che sembra vaghino tra i professori più maligni dei corsi.

Non riuscirò mai a capire che cosa ci trova un professore nel bocciare uno studente in difficoltà. Siamo tutti d'accordo che bisogna guadagnarsi le cose per sopravvivere, se si vuole raggiungere il conseguimento di laurea, nonostante tutto mi sembra parecchio eccessivo.

Kuroo fa questo lavoro da un po' di anni, per quanto le sue studentesse vanno ai corsi per sbavare dietro alla sua camminata e i muscoli coperti da un semplice completo elegante, tutti siamo perfettamente consapevoli che i suoi occhi sono sempre e solo per Kenma, che lo aspetta dall'altra parte dell'Università, per pranzare assieme durante la pausa.

Non ho mai visto Kuroo cercare di umiliare le sue studentesse, neanche quelle che si sono presentate a dei suoi convegni, quando era in compagnia di Kenma, a Tokyo, per provare ad attirare la sua attenzione.

Forse perché Kuroo è troppo buono. Kuroo sa di avere charme, di essere invincibile tra i corridoi, di poter avere chiunque, eppure ha sempre scelto Kenma tra tutti.

È così innamorato che mi dà il voltastomaco.

Alzo il cappuccio della felpa, entro dentro la prima porta aperta. Vago un po' a testa bassa, mi guardo intorno in cerca di Keiji, ma non c'è ancora nessuna traccia.

L'orologio segna le nove e mezza. Keiji non ritarda mai, dovrebbe...

«Che ci fai qui?»

Deglutisco piano, mi lecco le labbra.

Kenma mi ha detto che potevo venire qui, con tutte le buone intenzioni del mondo, ma adesso che ho Yaku a due centimetri dalla faccia, che mi guarda dal basso, non sono tanto sicuro della mia scelta.

Yaku è basso, davvero tanto, rispetto a me. Peccato che i suoi occhi scuri, che mi scrutano quando apro la bocca e la richiudo, senza saper che cosa dire, mi fanno venire le ginocchia molli.

Yaku fa paura, non solo per i racconti dei calci micidiali che dice Lev riesca a dare.

Yaku sembra pronto a prendersi una pallottola per Keiji pur di non farci incontrare ancora.

«Stavo cercando -»

«Non c'è, ora puoi andartene.»

«Hai fatto pace con Lev?»

Yaku alza un sopracciglio, poi posa lo sguardo sulla maglietta con il canguro che gli calza larga, fin sopra le cosce, che stringe piano tra loro, quando lancia una rapida occhiata verso l'entrata dell'Università.

Non so come stia proseguendo la loro relazione, ma credo che vada a gonfie vele.

È passato un mese da quando Lev è venuto da Kuroo e Kenma perché avevano litigato per colpa mia. Immagino che... abbiano risolto, a modo loro.

«Keiji non vuole vederti, è inutile che ti presenti qui con le più buone intenzioni.» Mormora Yaku, con un sospiro, una cartellina con la scritta days stretta al petto. «Keiji non ama le dimostrazioni d'amore in pubblico, ti consiglio di non farti vedere e -»

☽ 𝗶 𝘁𝗵𝗶𝗻𝗸 𝗶'𝗺 𝗶𝗻 𝗹𝗼𝘃𝗲 ᵇᵒᵏᵘᵃᵏᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora