Parole:1326
Emicrania notturna
Emicrania non sembra una parola abbastanza forte, secondo l'umile opinione di Albe, per descrivere ciò che stai attraversando. A gambe incrociate sul letto con le mani premute sulle guance e gli occhi rossi per il pianto, aspettavi che il dolore pulsante alla testa si alleviasse.
Non ti piaceva avere del contatto fisico durante un'emicrania, quindi Albe deve scendere a compromessi. Adesso si trovava sul pavimento accanto al letto, la mano sul materasso, con le dita avvolte intorno alla caviglia ricoperta dai pantaloni del tuo pigiama.
"Cerca di fare un bel respiro, sennò non andiamo da nessuna parte" disse con cautela strofinando il pollice sul tessuto morbido.
Ti obblighi a prendere una boccata d'aria rabbrividendo. Riesci a sentire l'intoppo nel tuo respiro e il conato di vomito che ti stava salendo in gola. Il ragazzo spalanca gli occhi notando ciò che stava per accadere e ti passa una bacinella. Si siede velocemente accanto a te sul letto raccogliendo i tuoi capelli con una mano, mentre l'altra va a posizionarsi sulla tua schiena. Non hai molto da rigurgitare, solo qualche boccone di pasta che sei riuscita a mangiare solo perché lui ti ha pregato.
Il dolore mentre vomiti è incessante, lo sa, la tua mano cerca la sua che da sopra la tua schiena va a posizionarsi sulla tua coscia. Lascia che tu la stringa anche se dopo un po' per lui sembra di averci dentro aghi e spilli, ma continua a lasciarla lì sperando ti dia un po' di conforto. Era Calda e confortevole e ti tenne in silenzio finché non finisti.
Incominci a singhiozzare senza fiato. Sei stanca e sconfitta.
Albe accantona la parte di lui che è sempre così paralizzata di fronte al tuo dolore, e invece diventa la persona che entrambi avete bisogno che sia, in situazioni del genere. Si dirige nel bagno di casa sua e svuota la ciotola, la pulisce, prende lo spazzolino che avevi portato, il dentifricio e un bicchier d'acqua.
"Ecco" disse spuntando dal bagno porgendoti gli oggetti. "Fatti un drink" continuò cercando di farti sorridere almeno un po'.
Tu continui a singhiozzare e lui si precipita al tuo fianco strofinandoti la schiena, mentre ti guarda preoccupato. Le sue mani tremano mentre spreme il dentifricio sullo spazzolino. Hai vomitato così tanto rispetto all'ultima volta e la cosa lo spaventa, ma non c'è molto da fare oltre alle contro misure: tenerti idratata, prendersi cura della tua povera bocca e fare qualsiasi cosa per farti andare avanti finché il dolore non si attenua.
Bevi l'acqua e le lacrime scorrono ancora sul tuo viso.
"Albe" lo richiami dopo un piccolo sorso "non posso farlo" dici passandogli il bicchiere, che però non afferra. "Puoi" disse risoluto rispingendolo verso di te cercando di farti bere un altro sorso d'acqua. Butti giù un altro sorso passandogli poi il bicchiere che posa sul comodino.
"Voglio solo morire"
"Lo so. Ecco" dice porgendoti lo spazzolino da denti. "Sputa nella bacinella. Vado a prenderti un altro impacco di ghiaccio ok? Un minuto al massimo e sarò qua." disse lasciandoti lì sul letto con ancora le lacrime che ti rigavano gli occhi, a cercare di toglierti dalla bocca quel sapore di putrefatto.
Si sente male per averti lasciato da sola. Scende veloce giù per le scale arrivando in cucina dove trova sua madre che lo guarda interrogativo. "T/n ha avuto un nuovo attacco di emicrania" disse velocemente avvicinandosi al congelatore prendendo l'impacco, avvolgendolo in un morbido asciugamano porto da sua madre. "Dimmi se hai bisogno di qualcosa" esclamò la donna mentre il ragazzo correva su per le scale.
Le tue parole si ripetono nella tua testa facendola scoppiare. Voglio solo morire. Voglio solo morire.
"Su dieci, amore, quanto è grave?" chiese alla porta, valutando il rischio. "Nove" mugolasti guardandoti le mani.
Si morse l'interno della guancia e si sedette vicino alle tue gambe, offrendoti l'impacco freddo, mentre i suoi occhi saettano sulla tua figura cercando di capire cosa fare in quel momento. Tu prendi l'impacco e lo premi sulla tua testa. Ti passa delicatamente una mano sulla guancia, schiarendo la macchia che avevano lasciato le tue lacrime sul tuo viso.
"Vuoi che ti porti al pronto soccorso? Perché lo farò se è necessario. Se hai bisogno andiamo" disse cercando di mantenere la voce calma. "Non c'è niente che possono fare" sussurri. "Lo so" sussurra in risposta lui, anche se forse potrebbero darti qualche antidolorifico. "Non c'è niente che possono fare" ripeti.
Albe sposta il secchio dal letto sedendosi accanto a te, esitante. Metti la mano nell'incavo del suo gomito e percorri il suo avanbraccio, fino alla sua mano dove i vostri palmi bollenti si incrociano.
"Non devi preoccuparti" mormori "Mi dispiace". A quest'ora dovreste dormire entrambi, così che domani mattina sareste riusciti a prendere il treno per Trieste e invece lui è sveglio per colpa della tua emicrania. "Amore" ti stringe di più la mano guardandoti. "Non scusarti. Stai soffrendo molto in questo momento e io non voglio lasciarti sola" sussurrò lui portandosi qualche ciuffo di capelli biondo cenere dietro l'orecchio.
"Dove tieni gli anti dolorifici?" ti chiese tirando fuori degli astuccini di tessuto dalla tua valigia. "In quello giallo" dicesti indicandoglielo. La prese velocemente tirando fuori l'ibuprofene. Ne scarto due compresse porgendotele, insieme al bicchier d'acqua che aveva poggiato sul comodino precedentemente. Dopo averle ingerite volevi solo rannicchiarti nel letto e dormire ma il leggero dolore alla testa te lo impediva.
"Come ti senti?" ti chiese tornando a sedersi vicino a te. "Come un otto" asseristi incastrando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Così va meglio. Cerca di continuare a respirare lentamente".
Passò lunghi minuti a calmarti . Successivamente ti sdraiasti. Albe spostò il cuscino e la coperta per farti mettere comoda e accese il piccolo ventilatore che teneva sulla scrivania per lenire la tua pelle sudata.
"Vieni a sdraiarti con me?" chiedi debolmente. "Ho aspettato tutto il giorno quella domanda" disse sorridendo ampiamente.
Lui si accoccola vicino ma cauto nelle movenze cercando di non farti del male, o darti fastidio. Si gira su un fianco, il braccio poggiato delicatamente sul tuo addome. "Va bene?" lui chiede tirando su il viso dal cuscino, per scrutare la tua espressione.
"Si" ti giri verso di lui lentamente. "So di essere disgustosa in questo momento..." sussurri. "Non lo sei" disse risoluto. "Bugiardo" esclamasti con un mezzo sorriso sul volto. "Io non sto mentendo!" esclamò a sua volta guardandoti affettuosamente il volto. Tu ti sentivi disgustosa ma un'occhio esterno avrebbe pensato il contrario, ha fatto un buon lavoro prendendosi cura di te.
"Vuoi qualcosa? Un bacio?" chiese ridendo facendo spuntare sul tuo volto un sorriso colpevole. "Vuoi un bacio amore? Vieni, ti darò tutti i baci che vuoi" disse con un tono di voce morbido che ti faceva sorridere.
Incominciò a piantare baci soffici come fiori sulle tue labbra e sulle tue guance. Sorridi, nonostante la piega tra le tue sopracciglia indica quello che deve essere un dolore intollerabile.
"Ti amo" sussurra a un centimetro dalle tue labbra, con il suo respiro che spazzola sopra di esse. Alzi una mano sui suoi capelli e ci infili le dita. Lui trema sotto il tuo tocco facendoti sorridere. "Possiamo provare a dormire, quando ti sveglierai starai meglio te lo prometto" suggerì il ragazzo avvolgendo le sue braccia intorno al tuo corpo.
Annuisti tirando sopra di voi solamente il leggero lenzuolo bianco. Lui si sdraio completamente così che tu potessi poggiare la testa sul suo petto. Prima di farlo ti tirasti su a sedere e cogliendo Albe alla sprovvista lo baciasti. Labbra candide e morbide si miscelarono alle tue fredde e screpolate. Caramello e cannella ti avvolsero e ti pervasero, facendoti sorridere leggermente a causa del buon profumo che aveva sempre il tuo ragazzo. Nonostante il rigurgito di pochi minuti prima, lui continuava a baciarti sorridendo sulle tue labbra. Lo guardasti e sorridesti. "Ti amo anche io" sussurrasti prima di lasciargli un leggero bacio sulla guancia.
Prima che il mal di testa ti riavvolgesse e scoppiasse come un fuoco ardente nella tua testa tu e lui vie eravate già addormentati, l'uno avvolto nelle braccia dell'altro, cercando di non pensare agli avvenimenti di quella serata così movimentata.
Space for me
Ciao persone, un immagina veloce veloce che mi è venuto in mente mentre stendevo qualche nuovo capitolo che pubblicherò oggi di "Poetica". Ditemi nei commenti se vi è piaciuto e se avete eventuali richieste. Lasciate una stellina se vi va.
Sofia<3
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Immagina Amici21- Amici 22
FanfictionSolamente una raccolta di brevi immagina su i ragazzi e le ragazze di amici 21 e amici 22 ATTENZIONE non scrivo immagina rossi per ora perché per ora non sono nel mio diciamo poi magari più in là chi lo sa