Alec

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- Ehi.

- Ehi - sorrido a una ragazzina dai capelli scuri e dalla faccia apatica che mi si para davanti. Credo di averla già vista da qualche parte, ma non ricordo dove.

- Ecco - mi passa un bigliettino, e io alzo un sopracciglio confuso.

Una dichiarazione di questo genere? Mi mancava la vecchia scuola.

Le sorrido con tutto il mio fascino cercando di non ferire i suoi sentimenti.

- Mi dispiace - le dico - ma io non so neanche il tuo nome.

Di solito le ragazze si presentano e tendono a prendersi molta confidenza facilmente, questo approccio mi è del tutto nuovo.

Non dovrei scaricala subito. È carina con quegli occhi neri e la pelle liscia, ma non è il mio genere di ragazza ideale.

- Scusami? - indietreggia di un passo, come se io avessi frainteso qualcosa.

Da qui non so come comportarmi, le ragazze di solito se le cantano e suonano da sole, io mi limito ad annuire e dire loro qualche frase di circostanza, fino a quando non mi stanco e le mollo.

- Lo sapevo - si mette una mano in testa - era il rosso quello più normale.

Ora sono io quello confuso. - Mi stai chiedendo di uscire o no?

Lei mi guarda in un modo così disgustato che mi fa dubitare se mi sia uscito un brufolo enorme in questo momento in faccia. - Perché avrei dovuto chiederti una cosa simile? Tu sei amico di Cody, no?

Oh, vuole uscire con Cody. - Vuoi che ti organizzi un appuntamento con lui?

- La smetti di parlare di appuntamenti? - si stizzisce.

Me ne sto zitto, che si spieghi da sola, allora.

- Sono Ruby, mia zia mi ha chiesto di consegnare l'indirizzo di casa sua a Cody.

- Tua zia? - chiedo.

- Sarah O'Neil, la vecchia infermiera.

- Ah - riesco solo a dire guardando il biglietto tra le mani. Cody non si è mai perdonato per il fatto che la signorina O'Neil abbia perso il lavoro, crede che sia colpa sua.

Ruby si tocca una ciocca dei capelli corti che le appoggiano appena sulle spalle. - Mi ha detto di dirgli che ci teneva a parlare con lui, sempre se lui vuole, ovvio.

Non voglio che mio fratello vada a casa di una persona che potrebbe ferirlo scaricandogli addosso una valanga di sentimenti. So com'è la signorina O'Neil, ma se iniziasse a insistere chiedendo a Cody perché non le abbia mai detto nulla, facendo pesare il fatto che non abbia così più il suo lavoro, preferirei allora che non si vedessero.

- Lei - non so come domandarglielo - cosa pensa di questa situazione?

Ruby mi fissa fredda. - Non sta a me dirlo.

Ovvio. Smetto di guardarla, forse dovrei prima passare da lei e valutare la situazione.

- Ma - riprende a parlare Ruby - mia zia è davvero preoccupata, vuole molto bene a Cody, anche se non so perché.

Ci fissiamo e il suo volto mi sembra meno indifferente. - Non negargli la possibilità di mettere le cose in chiaro, sia per lei che per il tuo amico.

Sospiro, ha ragione. Non dovrei rimuginarci troppo. Questa è una scelta che spetta a Cody compiere.

Metto il bigliettino in tasca e le sorrido. - Come mai allora hai deciso di dare il biglietto a me e non a Cody direttamente?

Ruby rotea gli occhi infastidita. - Non conosco il tuo amico e l'ultima volta ci ho fatto una figuraccia. Tu sei al corso di arte con me e mi sembravi la scelta migliore.

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