Friends

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Quel giorno Nagisa era arrivato tardi a scuola, una delle poche volte.
Era stanco di tutte quelle manie di sua madre, sui capelli lunghi, sui nuovi vestiti, sulla migliore scuola...
Avrebbe voluto decidere lui la sua vita, senza dover constantemente imitare o essere comandato da qualcuno.
Avrebbe voluto ribellarsi, ma non poteva.
Quelle catene che lo tenevano imprigionato erano troppo strette.
Al minimo movimento gli avrebbe causato dolore, un dolore di cui Nagisa aveva troppa paura.
Bussò alla porta ed aspettò l' "avanti" del professore per entrare.
"Mi scusi prof, non pensavo fosse così tardi" si scusò facendo una specie di rapido inchino, ma non poté fare a meno di vedere Karma con una strana faccia sadica salutarlo con la mano.
Si sistemò sul banco guardando l'altro con aria interrogativa.
"Hai portato Sonic Ninja?" chiese il rosso.
Ah, giusto, Sonic Ninja, probabilmente era per quello che il rosso aveva iniziato a considerarlo.
Nagisa ormai non contava più nelle persone.
A convincerlo di ciò era stato suo padre, che l'aveva abbandonato alle pazzie di sua madre.
Non gliene faceva una colpa o altro, semplicemente ne era rimasto deluso.
"Sì Akabane" rispose frettolosamente concentrandosi sulla lezione.
"Ehi Shiota..." lo chiamò l'altro.
Proprio perché sul padre l'aveva deluso si sentiva a disagio a essere chiamato per cognome.
"Chiamami per nome, Shiota mi fa sentire a disagio" chiese l'azzurro, abbozzando un leggero sorriso, come al solito forzato.
"Che state facendo voi 2?" li interruppe il professore che li aveva sentiti parlare.
Nagisa voleva dire un semplice "Ci scusi prof" ma Karma gli mise un mano sulla spalla, come per rassicurarlo.
"Ok Nagisa", sussurrò, scandendo il nome come per dire che di aver capito, mentre alzava lo sguardo verso il professore, abbozzando un sorriso sadico.
"Gli stavo spiegando quello che abbiamo fatto mentre non c'era, ho pensato che in una scuola prestigiosa come la Kunugigaoka nessuno doveva rimanere indietro."
inventò sempre il Rosso, lasciando Nagisa stupito, non aveva ancora quasi mai mentito ad un professore, una delle poche volte che ci aveva provato era stato scoperto, e poi che senso aveva mentire per una cosa così insignificante?
Ma comunque doveva essere grato a Karma e questo non poteva negarlo.
Mentre Akabane tornava a posto fece l'occhialino a Nagisa, che a quanto sembrava era ancora stupito.
Arrivò presto l'ora dela mensa, che alla Kunugigaoka era 2 giorni a settimana.
Nagisa prese il solito piatto di Ramen e un bicchiere d'acqua, era abituato a mangiare poco.
"C'è posto per un altra persona?" chiese Karma interrompendo il ragazzo.
Nagisa alzò lo sguardo.
Di solito mangiava da solo, veniva considerato da tutti uno destinato alla sezione E.
"Oh, Akabane, c-certamente.".
Non ci pensò minimamente, accettò subito.
Anche se avesse voluto rifiutare non sarebbe riuscito a dirlo con quel suo carattere gentile, sempre se così si poteva chiamare.
"A proposito, chiamami anche tu per nome" disse il ragazzo mentre si sistemava su una sedia?
Appena il rosso si sedette osservò il vassoio quasi pieno del compagno.
"Non mangi?" chiese.
Nagisa divenne leggermente pallido, aveva paura di essere giudicato anche da Akabane, anzi, da Karma.
"Non ho molta fame" balbettò.
"Quindi non ti dispiace se lo mangio io?" Karma allungò la mano per prendere il piatto del compagno.
"No!" disse istintivamente l'azzurro, che di fame ne aveva anche troppa.
"Stavo solo scherzando" disse il rosso rimettendo il piatto sul vassoio di Nagisa.
I due iniziarono a ridere.
"Emh, Karma, ho una domanda." disse interrompendo le risate e diventando di colpo serio.
"Di pure" rispose Karma mentre mangiava una gustosa feta di crostata alle fragole.
"S-senti, noi siamo amici?".
Nagisa lo voleva chiedere da tanto.
Di solito riusciva più o meno a capire le persone, ma con quel ragazzo era completamente diverso.
Il rosso ci pensò un po' su.
Mangiò l'ultimo pezzo di quella fetta di crostata e infine rispose.
"Certo che no, cosa pensi?"
Nagisa mai si sarebbe aspettato quella risposta.
Di solito le persone che si conoscono poco tendono a dire bugie per fare stare meglio l'altro o per mettersi in bella luce.
Se le cose stavano così Nagisa era triste ma allo stesso tempo grato per non essere stato ingannato.
"Ah scus-" non fece in tempo a finire la frase che Karma gli afferrò le guance con le mani e gliele tirò, come si fa con i bambini piccoli.
"Sono ironico baka." si mise a ridere il Karma "È ovvio che siamo amici.".
Nagisa si levò le mani di Karma dalle guance "Ehi!".
I due si misero nuovamente a ridere.
Nagisa tirò un sospiro di sollievo.
Si era preoccupato per niente.
C'era riuscito.
Finalmente Nagisa aveva un amico.

A fire that does not burn. Pt.1        -Karmagisa-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora