Hostile

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Nagisa si svegliò di controvoglia, come al solito.
Si stiracchiò e iniziò a preparare lo zaino.
Nel mentre sua madre era entrata nella stanza.
Era una donna sui 45 anni, con dei capelli blu a scodella e qualche ruga sparsa qua e là sul viso.
Nascondeva qualcosa dietro la schiena, ma l'azzurro non si mise a indagare.
"Che c'è mamma?" chiese Nagisa infilando l'ultimo libro nello zaino.
Alla donna gli si illuminarono gli occhi.
"Ho una sorpresa per te.".
Nagisa si girò, mentre la donna mostrava una gonna violacea, con sfumature azzurre.
Nagisa ormai era abituato alla pazzia, sempre se così si può chiamare, di sua madre.
Fece un largo ma soprattutto finto sorriso, come si era abituato a fare in quegli anni.
"È perfetta." mormorò l'azzurro, anche se pensava l'esatto contrario.
La madre di Nagisa sorrise a sua volta, un sorriso sadico, un po' come quelli del suo amico, Karma, ma estremamente più terrificamente.
"Oggi andrai a scuola con questa." mormorò.
Lasciò la gonna sul letto del ragazzo e uscì dalla stanza.
Il mondo crollò davanti agli occhi del giovane.
Sua madre non si era mai spinta a tanto.
Teoricamente sì, quando l'aveva fatto uscire con un tutu, o quando l'aveva mandato in spiaggia con un costume intero, ma quella volta per Nagisa era completamente diverso.
Non gliene fregava dei suoi compagni di classe o dei professori o di altro.
Gli importava del suo amico.
Del suo unico amico.
Gli importava di come avrebbe reagito Karma.
"Certo mamma" mormorò, anche se quest'ultima era già uscita.
Lei lo sapeva che suo figlio non avrebbe mai osato ribellarsi.

Quando Karma vide arrivare Nagisa quasi non lo riconobbe.
Indossava una gonna blu e viola, guardava per terra, sembrava imbarazzato.
Dopo un tentativo di guardare Nagisa negli occhi, un tentativo fallito, decise di rinunciare.
Erano amici da una settimana, ormai aveva capito che a volte con quel puffo era meglio stare in silenzio.
Gli si avvicinò invece durante l'intervallo.
Nagisa era chiuso in se stesso, guardava il tavolo con le guance rosse.
"Non mi guardare" balbettò il puffetto rosso come un peperone.
"Sei una ragazza?" chiese invece Karma insistendo.
Nagisa era abbastanza scioccato per la cavolata che aveva appena detto.
"Ovvio che no! È un vestito!" farneticò rivolgendo finalmente lo sguardo al rosso.
"Mi perdoni principessa." scherzo quest'ultimo, per poi iniziare a scappare rincorso da un Nagisa furente. "Stavo solo scherzando!".
Come risultato Karma si beccò due manate in faccia.
" Ma avevo detto che scherzavo!" insistette lui contrario.
Iniziò quindi a tirare le guance all'azzurro...
La campanella suonò in quell'esatto momento.
Le lezioni ripresero, e la prof di matematica iniziò a spiegare.
Nagisa era circondato da studenti che parlavano di lui.
Pure la prof a volte lo guardava male.
Quel giorno era una maledizione, quella gonna era una maledizione, sua madre era una maledizione, quella prigione era una maledizione.
Sentì le catene di quella eterna prigione stringersi sempre di più.
"Nagisa quindi?".
L'azzurro si riscosse quando sentì la voce della prof.
"Sembra che Nagisa non abbia ascoltato. Non va bene Nagisa, devi concentrarti di più!".
Come se non ci provassi, pensò Nagisa ironico.
Karma era abbastanza pensiero riguardo su Nagisa.
Quel giorno tutti l'avevano preso in giro, non l'avevano detto a parole ma dai loro sguardi si poteva capire, che lo deridevano e lo disprezzavano.
Gli dispiaceva un po' per lui.
E poi si chiese cosa gli nascondeva, insomma non è normale venire a scuola con una gonna, a caso per giunta.
Magari la sua teoria era vero ed era sul serio una ragazza, ok, forse no.
Si rese conto che dell'amico gentile, buffo e simpatico che pensava di conoscere, non ne sapeva un bel niente.

Quando Karma entrò nella mensa chiamò Nagisa, per sedersi sullo stesso tavolo.
Continuò a camminare, ma l'amico non rispondeva.
Di colpo una sensazione di malessere lo invase.
Nessun rumore.
Qualcuno che gli toccava la schiena.
Una voce.
Un sorriso.
Si girò di scatto.
Era... Nagisa.
Solo in quel momento capì che Nagisa che avrebbe potuto ucciderlo e lui neanche se ne sarebbe accorto.
Cercò di nascondere il sudore e il viso provato.
"Ah, eccoti" disse rivolto all'azzurro.
Nagisa sorrise.
Si sedettero nel tavolo libero più vicino ma prima di mangiare una ragazza bionda si avvicinò a loro.
Karma la conosceva bene, erano migliori amici alle elementari, ma poi erano stati messi in due classi diverse alle medie.
Nonostante tutto erano rimasti amici, e Karma aveva ultimamente raccontato alla ragazza di Nagisa.
"A proposito, lei è Rio" la presentò il rosso.
"E-emh, piacere..." disse Nagisa.
Nakamura salutò per poi sedersi al loro stesso tavolo.
Guardò confusa Nagisa, e pensò che con quella gonna sembrava in tutto e per tutto una ragazza.
"Senti, Nagisa, Karma mi ha detto che sei un ragazzo..."
"Mhh, sì, perché?" chiese Nagisa, anche se sapeva già dove voleva arrivare quella ragazza.
"Emh, perché hai una gonna?" domandò Rio.
Karma la guardò male, Rio era sempre troppo invasiva.
"Mica la voglio indossare io!" rispose Nagisa imbarazzato, odiava già quella nuova ragazza, ma non solo per le domande scomode che gli faceva, con lei vedeva che Karma si oscurava.
In un certo senso era geloso, voleva che Karma fosse solo il suo di amico.
"E perché non te la togli?" si intromise Karma.
"Perché non ho niente sotto!" rispose imbarazzato Nagisa.
Karma era diventato rosso come i suoi capelli.
"Non intendevo in quel senso! Intendevo perché te la metti se non ti piace!".
"Karma sei tutto rosso, ci devi dire qualcosa?" lo prese in giro Rio.
"Tu sempre a pensar male brutta racchia?"  controbattè il rosso.
Alla fine risero tutti.

Dopo la scuola, Karma e Nagisa si incamminarono verso le loro case.
Il primo pezzo era uguale per entrambi, l'avevano scoperto da qualche giorno.
Percorsero un vicoletto stretto.
Non era molto sicuro, ma sicuramente era il percorso più veloce.
Tutte le altre volte erano passati tranquillamente, ma quella volta due omoni ubriachi gli si piazzarono davanti.
"Ma che bella signorina" disse il più alto dei due, riferendosi a Nagisa.
"Non lo sapete che i bambini non devono andare in giro da soli?" disse l'altro.
Nagisa era spaventato.
Guardò Karma.
Lui era calmissimo.
"Cosa volete?" chiese il rosso ai due omoni.
"Bhe, chi lo sa, forse ci accontenteremo di quella ragazzina." disse stavolta quello più basso.
Fu allora che a Karma venne un sorriso sadico.
Lanciò lo zaino in alto, che finì precisamente sulle mani di Nagisa.
"Bhe, allora spero vi accontenterete di un pugno in faccia." disse gettandosi su di loro.
Nagisa lo guardò combattere incantato.
Non si era lasciato colpire nemmeno una volta e stava dando pugni e calci a non finire contro quei due.
Di lotta Nagisa non se ne intendeva molto, ma capì subito quanto fosse forte Karma.
"Ma chi è questo qui? Adesso ce ne andiamo, ma poi ritorneremo!" dissero i due, mentre cercavano di mascherare la loro fuga.
"Contateci!" li provocò Karma.
Si avvicinò poi a Nagisa per riprendere lo zaino.
Neanche Nagisa stesso capì perché l'aveva fatto.
Gli era venuto naturale.
Si buttò di slancio sul rosso, abbracciandolo, mentre le lacrime prendevano il sopravvento.
A quanto pare la prigione non aveva una sola chiave, bensì 2, e la seconda era Karma.
Anche se di poco le catene si allargarono.

Karma ci mise qualche secondo a capire cos'era successo.
Nagisa stava... Piangendo.
Era stata una giornata dura per lui, era stato preso in giro, era stato a quanto pare costretto, o almeno così Karma ipotizzava, ad indossare una gonna.
Gli accarezzò i capelli come faceva sua madre con lui quando doveva tranquillizzarlo.
In quel momento sentì di nuovo quella sensazione e stavolta ne fu sicuro.
Se fosse rimasto con Nagisa sarebbe morto senza accorgersene.

A fire that does not burn. Pt.1        -Karmagisa-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora