Capitolo 2

921 46 1
                                    

"Nico, svegliati. Nico svegliati!" Apro gli occhi. "Ciao Jason."
"Da quanto sei quassù? Non hai dormito qui vero?"
"No, sono venuto qui questa mattina presto; lasciami in pace."
"Ok comunque siamo tutti a fare colazione, ti aspettiamo."
Lo capisco, gli faccio paura. Quando parla con me il suo sguardo è sempre rivolto verso le scarpe, sono diventato spaventoso. Cerca sempre di nascondere la sua paura ma non è in grado, non riesce a mentire. Mi alzo e vado a fare colazione.
Quando arrivo nella sala hanno già tutti finito la colazione, chi vorrebbe mai mangiare con me? Le pareti mostrano il campo mezzosangue, l'unico luogo in cui sebbene per poco tempo sono stato felice. Mi prende la nostalgia di quelle prime settimane al campo in cui mi sentivo al sicuro, protetto da ogni male. Poi mia sorella si è unita alle cacciatrici e io ero felice per lei, una volta entrata le hanno proposto un impresa, la sua prima e ultima. Non ho avuto modo neanche di dirle veramente addio, ero sicuro del suo ritorno, Percy l'avrebbe protetta al costo della vita. Sto per andarmene dalla sala quando Hazel mi viene incontro e mi abbraccia.
"Nico! Scusa se ho non ti ho aspettato per fare colazione. Comunque adesso resto a farti compagnia!"
"No, non serve non ho fame. Vai con gli altri."
Hazel la mia nuova sorella, merita una vita serena, lontano da me, è morta per impedire il risveglio di Gea e adesso nostro padre Ade (o Plutone se sei romano) le ha donato una seconda vita. Non voglio che le accada qualcosa, le voglio bene.
"Nico, basta isolarti dagli altri. Perché ti punisci in questo modo?"
Non ho protetto mia sorella, mi sono innamorato di Percy, adesso la persona che amo si trova al Tartaro con la sua ragazza Annabeth e non sono stato in grado di impedirlo. So quanto è terribile il Tartaro, quanto è facile desiderare la morte per far cessare il dolore. Tutte le persone che mi stanno accanto soffrono. Vorrei rispondere.
"Hazel, non ti preoccupare, vi raggiungerò tra poco"
Non riesco a trattarla male, a litigare con lei.
"È la stessa cosa che mi hai detto ieri, l'altro ieri, ..."
"Oggi lo farò."
"No, oggi tu vieni con me e mi dici cosa succede."
Mi prende il braccio e mi porta nella sua camera.


Nico di angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora