Equivoci, gelosia e spade d'argento

1.8K 111 113
                                    

La 3ª B del liceo Da Vinci è diventata la 4ªB.
La primavera è diventata estate, l'estate si è fatta autunno.
Simone e Manuel hanno imparato ad essere amici. Non si picchiano più, però neanche si baciano più.

Non è più successo dopo quella sera di fine marzo, e questo a Manuel un po' dispiace.
Forse anche più di un po'.
In una parte recondita della propria coscienza, che lui tenta di soffocare ma che ormai lotta sempre più strenuamente per acquisire il potere, prova nostalgia di quelle sensazioni, e un desiderio bruciante di immergervisi ancora.

Talvolta, quando guarda Simone, pensa che sarebbe così maledettamente facile prendergli il viso tra le mani e baciarlo. Quando vanno in moto insieme e lui sente le sue braccia che lo stringono - mai troppo forte, come se non osasse prendersi una tale libertà - pensa che sarebbe così liberatorio andare incontro a quel tocco, abbandonando la schiena sul petto dell'altro.

Sarebbe bello lasciarsi accarezzare da quelle mani, che sono così grandi che gli fanno venire voglia di sparirci dentro, di rintanarsi lì e farsi proteggere, per una volta. Vorrebbe smettere di lottare contro se stesso, contro quegli interrogativi logoranti, contro la paura del giudizio altrui.

Del resto, cosa potrebbe mai succedergli se si concedesse di nascondersi dal mondo tra le braccia di Simone? Cosa potrebbero mai le malelingue, le ombre scure e prive di volto che a volte vede nella sua mente e che sussurrano malignità al suo passaggio, se le spalle forti di Simone gli facessero da scudo?

Da bambino, uno dei suoi giochi preferiti consisteva nel combattere contro nemici immaginari con una spada di cartone. Lui e Anita la costruivano insieme, ritagliando con cura la sagoma e rivestendola di carta stagnola. Ai suoi occhi di bambino era bellissima, lucente e minacciosa, e nient'altro al mondo - a esclusione di sua madre, che però era troppo spesso costretta a lasciarlo da solo per recarsi a lavoro - gli trasmetteva un tale senso di protezione e tranquillità. Quando stringeva l'impugnatura nella manina, era sicuro che nessuno avrebbe mai potuto fargli del male.

Fin troppo presto, però, il piccolo Manuel aveva abbandonato quei giochi, perché sentiva sempre di più il dovere di mostrarsi grande, di proteggere sua madre che spesso, credendo di non essere vista, si abbandonava al pianto dopo l'ennesima delusione amorosa o professionale. Per anni non aveva più provato quel senso di spensierata protezione, finché un ragazzone grande e grosso - che sembrava voler assumere il ruolo di suo angelo custode personale - non era entrato nella sua vita.

Purtroppo per lui, però, non ha mai imparato a disinnescare quel meccanismo che gli scatta di continuo nella mente e che lo convince che non può permettersi di lasciarsi andare, di affidarsi a qualcuno, perché deve rimanere forte e perché, in fondo, non se lo merita. Soprattutto se quel qualcuno è Simone, a cui ha già inflitto fin troppo dolore.

Da qualche parte ha letto che più un terreno è secco, meno acqua assorbe; questo è il motivo per cui le piogge che arrivano dopo lunghi periodi di siccità causano inondazioni. È rimasto particolarmente colpito da questa informazione, e istintivamente ha trasformato quella nozione scientifica in una sorta di metafora filosofica.

In quel terreno ha rivisto se stesso: una persona inaridita e disabituata all'amore, che quando lo riceve, è incapace di assorbirlo e quindi lo respinge. Simone, e solo lui, è stato la sua pioggia: non era l'infatuazione infantile e possessiva di Chicca, né la passione vuota e superficiale di Alice. Quello di Simone era amore, nella sua forma più pura e totalizzante, e tutto quel sentimento - che il suo cuore arido non ha saputo trattenere - è straripato, incontrollabile, danneggiando tutto ciò che trovava nel suo percorso, nella fattispecie Simone stesso.

Sarebbe facile, certo, cedere ai propri desideri e finalmente trovare pace, quietare quel tumulto che gli si agita dentro. E invece non lo fa, per via delle sue paure ancora inscalfibili nella loro granitica solidità, e anche del sospetto che Simone abbia messo una pietra sopra ai suoi sentimenti, che lo voglia nella sua vita solo come amico e che sia ormai pronto ad accogliere qualcun altro nel posto che prima era immeritatamente suo.

Vestito del tuo sguardo indelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora