Una piccolissima storia che mi è venuta in mente leggendo questo tweet https://twitter.com/melindamiyy/status/1656778083016269825?t=-pspijazVSzr4e1JKdTAAg&s=19 in cui si chiedeva cosa avremmo voluto vedere nella s1 di Un Prof. Ho immaginato le dimissioni di Simone dall'ospedale, lui un po' spaesato e Manuel che gli prende la mano. Solo un po' di fluff, niente di più 💕
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Simone chiude la zip del suo borsone blu e si guarda intorno, osservando ogni angolo della stanza per essere sicuro di non aver dimenticato nulla. È il giorno delle sue dimissioni dall'ospedale, e suo padre sta per venire a prenderlo.
Probabilmente ci sarà anche Manuel con lui - o almeno è quello che spera - e al solo pensiero sente già il cuore accelerare un po'. È così premuroso con lui ultimamente, e lo tratta con una dolcezza che dopotutto non l'ha stupito così tanto, perché in qualche modo è sempre stata lì, più o meno nascosta in tutte le piccole attenzioni che gli ha riservato.
Simone se ne è reso conto nei giorni passati: quando l'orario di visita era terminato, spesso si sentiva solo, o annoiato, o entrambe le cose, e allora si perdeva a ripercorrere tutti i momenti trascorsi insieme, li passava in rassegna nei minimi dettagli, con nuove consapevolezze e sotto una luce diversa.
È vero, hanno ancora molto da sistemare e ricucire, dei discorsi rimasti in sospeso, però Manuel si è scusato così tante volte, e sembra davvero pentito e intenzionato a rimediare.
E poi il suo appoggio è stato fondamentale: l'ha fatto ridere, l'ha distratto dai pensieri, l'ha consolato, l'ha ascoltato; l'ha persino abbracciato una volta, forse in modo un po' goffo perché doveva stare attento a non staccare la sua flebo, e in quei pochi attimi la sua vita incasinata è tornata ad avere un senso.
Deve ammettere che volte la consapevolezza di essere pressoché dipendente da Manuel lo spaventa un po'; ha paura di cosa potrebbe succedere se lui si stancasse, o si tirasse indietro, ma alla fine cede sempre alle sensazioni che prova quando pensa a lui o quando sono insieme, e al suo cuore che seppur malandato resta incosciente, come un bambino ostinato che risale sulla bicicletta dopo ogni caduta.
"E quindi si torna a casa oggi, eh?"
È la voce allegra di Marianna a interrompere i suoi pensieri; è un'infermiera che l'ha preso in simpatia e che gli è stata di grande aiuto durante la sua permanenza. È una signora molto materna e dolce, con gli occhi vispi e un sorriso contagioso.Riusciva sempre a capire quando l'umore di Simone peggiorava, e ogni volta era in grado di tirarlo su, con un dolcetto sottratto alla cucina, una chiacchierata o qualche battuta.
Simone si volta verso di lei e annuisce, con un piccolo sorriso.
"Sono contenta, anche se mi mancherà il mio paziente preferito" dice la donna, scompigliandogli i capelli.
"Viene anche il tuo Manuel a prenderti? Che caro che è" continua, e Simone quasi smette di respirare."...Il mio?"
"Sì, non state insieme?" domanda l'infermiera, come se si trattasse di un'ovvietà.
"Veramente noi...siamo solo amici. Cioè, più o meno. È complicato" balbetta, concludendo quella stentata spiegazione con un sospiro.Marianna appare intenerita e divertita insieme, e il suo sorriso sembra nascondere molti sottintesi.
"Ho capito, ho capito. Siete impicciati, come dite voi ragazzi. Ma vedrai che è solo questione di tempo: lui prova qualcosa per te, si vede."Simone sente le guance andare a fuoco.
"Perché lo pensa?"
"Ti ho detto di smetterla con questo lei, dammi del tu" lo rimprovera bonariamente, prima di proseguire. "Comunque, lo vedo da come ti guarda, da come si preoccupa per te, da tutte le volte che mi ha pregato di dargli qualche minuto in più oltre l'orario di visita."