Cambiamenti.

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«Dov'è che vai a vivere?!» mi urla mia madre.
«Da Charlie, mamma! Non voglio andare da degli sconosciuti!» insisto.
Scuote la testa. «No! Trisha non è una sconosciuta! È sempre stata la mia migliore amica!»
«E allora per quale motivo non l'ho mai incontrata?» incrocio le braccia al petto.
«La conosci, solo abita lontano da qui e non te la ricordi! Ma avrai modo di conoscerla!» dice, sospira. «Ascoltami: questo lavoro è davvero importante per me e tuo padre, non possiamo lasciarcelo sfuggire.»
Sbuffo e salgo le scale, chiudendomi in camera mia. Digito il numero di Charlotte.
I mie genitori vanno a vivere in America per un periodo indeterminato e io sarò spedita da una cara amica di mia madre. Non so niente di questa famiglia.
«Pronto?»
«Niente da fare, non vuole sentirne.» dico.
«Che palle! Ma chi è questa?!»
«Una vecchia amica di mamma.»
«Wow, abiterai con una donna adulta che passerà le sue giornate a raccontarti quanto era pervertita tua madre a 16 anni.»
«Oppure mi insegnerà a ricamare.» scherzo.
«Sul serio: sei sicura di volerti arrendere?»
«Proverò a stare in quella casa. Se sarà una merda, fingo di star male e mi faccio portare in ospedale. Vedrai come correrà mia madre.»
Sospira. «D'accordo. Sai se ha figli? Magari avrai compagnia.»
«So che abita con uno dei suoi figli, le altre abitano con il padre non so dove. A quanto pare io e questo ragazzo giocavamo insieme quando avevo 2 anni.»
«Un ragazzo? Quanti anni ha? Giuro che se ne ha 12 spacco il tavolo!» dice.
«22.»
«Mh, accettabile.»
«A meno che non sia uno di quei ragazzi pallosi che si sentono adulti e padroni del mondo.»
Sbuffa. «Speriamo bene.» dice. «Quando vai?»
«Domani mattina.» dico con un velo di tristezza. Non voglio lasciare Londra per trasferirmi in un posto come Bradford, sopratutto se significa lasciare i miei amici e Gabriel, il ragazzo più bello della scuola a parer mio. Purtroppo non abbiamo mai parlato, lo "stalkero" su Facebook e su tutti gli altri social esistenti.
«Quindi stasera piombo a casa tua per un film?» chiede.
«Affare fatto.» dico. «Adesso vado, devo preparare le valigie.»
Mi alzo dal letto e butto la valigia sopra, iniziando ad infilare vestiti e robe varie.
Mi arriva una notifica: Facebook. "Gabriel Layton ha aggiunto una nuova foto." Apro.
Dio, quanto è bello. Quei capelli biondo cenere, quegli occhi castani, quelle labbra...
Sento mia madre chiamarmi. «Jane!»
Sbuffo. «Si?»
«Aiutami con la spesa!» mi urla e io scendo.
Prendo le buste e le porto in cucina. Non riesco a credere di dover lasciare casa mia.
«Jane, tutto bene?» chiede mia madre.
Annuisco.
«So che mi stai mentendo. Cosa c'è?» mi chiede.
«Niente, sono solo un po' giù, non vorrei lasciare i miei amici.» dico, non voglio far pesare troppo questa cosa a mia madre.
«Lo so, cara. Ma guarda il lato positivo: incontrerai Harry.» dice e io alzo di scatto la testa.
«Harry?»
Harry Styles è stato la mia cotta delle medie. Al primo e al secondo anno delle superiori siamo stati insieme, poi mi ha mollata dato che doveva trasferirsi. L'anno scorso ci siamo incontrati ad un compleanno di un nostro amico e siamo stati a letto insieme. Ero convinta che stavolta non ci saremmo separati, invece gli diedi uno schiaffo quando mi disse che sarebbe dovuto ripartire.
«Mamma, non mi fa tanto piacere rincontrarlo.» dico.
«Non dire così, potreste tornare amici. E magari...» non conclude la frase e mi fa l'occhiolino.
"Cara madre, se sapessi che quell' Harry che ti sta tanto simpatico si è scopato tua figlia non credo che continueresti con le risatine e gli occhiolini."
«Hai comprato la Nutella?» cambio discorso.
«No.»
«Che palle!»
«Modera il linguaggio, signorina!»
«Okay.» mi schiarisco la voce. «Che rottura di testicoli!»
Lei mi guarda male poi le scappa una risata.
«Non dovresti sapere queste cose, alla tua età.»
«Mamma, ho 17 anni. So molte più cose di quanto pensi.» dico, accorgendomi tardi di aver forse parlato troppo.
«Che vuoi dire?»
Le squilla il cellulare e mi salva la vita. Risponde, allontanandosi. Riesco a sentire un nome. «Oh, Trisha cara! Si, Jane è entusiasta di venire a stare da te!»
"Eh! Sto festeggiando, guarda."
Mi vibra il cellulare: un messaggio su whatsapp.
Harry.
"Come va, Jane?"
"Bene, a te?"
"Non mi lamento. So che ti trasferisci a Bradford."
"Come lo sai?"
"Tua madre mi ha chiesto di darti il benvenuto."
"Non ascoltarla, posso ambientarmi anche da sola."
"Si ma si dà il caso che io voglia vederti."
"E perché?"
"Voglio stare con te, abbiamo parecchie cose da raccontarci."
"Come vuoi."
"Avanti, non fare la dura con me."
"Cosa ti aspetti? Che ti mandi cuoricini rossi, bacetti e che ti apra le gambe?"
"Non sarebbe male."
"Vaffanculo."
"Jane, sto scherzando."
"Come sempre, vero Harry?"
"Quando arriverai qui a Bradford ti farò cambiare idea."
"E come ci riuscirai?"
"Come ho fatto quando ti ho incontrata per la prima volta."
"Non sono così stupida da cascarci di nuovo."
"Non devi cascarci, devi solo fidarti di me."
"E poi che farai? Cambierai città un'altra volta? No, grazie."
"Jane, tu mi manchi. Voglio solo riaverti qui con me e riempirti di baci. Dimentica il passato."
"Dimentica, dimentica, dimentica. Non capisci che non riesco a fidarmi di te come una volta?"
"Ripeto: ti farò cambiare idea, Jane."
Visualizzo e non rispondo, non voglio perdere altro tempo con lui. Harry era tutto per me prima che partisse.
Suonano al campanello e mamma apre. Charlie entra saltellando.
«Ehi! Eccoti qui!» esclama. «Che ti prende? Sembri come se un bus ti avesse messa sotto.»
Le porgo la chat con Harry e piano piano che va scorrendo sgrana sempre di più gli occhi.
«O mio Dio!»
«Già.»
«Adesso ti scrive, eh? Dopo un anno! Che stronzo!» si lamenta. «Non vorrai dargli una seconda possibilità?»
Non rispondo e sorseggio il mio succo.
«Jane, cazzo, come devo fare con te?! Non puoi farti trattare come un pupazzo.»
«Non lo farò, starò attenta. Voglio vedere cosa è disposto a fare per me.»
Lei sbuffa. «Se finisce male, ricorda che io ti ho avvertito.»
Corriamo in camera mia e ci buttiamo sul letto. Chiudo le tende e la porta a chiave. Mi tolgo la maglietta per mettere il pigiama.
«Ti sono cresciute le tette.» mi fa notare Charlotte.
«Lo so, sono enormi.»
«Magari ti daranno una mano a conquistare il figlio dell'amica di tua madre.»
«Solo se è un figo, altrimenti se le sogna.» dico.
«Hai ragione, e siccome sei sfigata sarà un cesso.»
«Suca.»
Ride e mette il film.
«Cos'è?» chiedo.
«Cinquanta sfumature di grigio.»
Roteo gli occhi. «Oddio, di nuovo?»
«Che c'è? Questo film mi ispira troppo.»
«L'ho notato, dato che l'ultima volta che lo hai visto con Ron siete finiti per scopare. Ma ti avverto: a me piacciono i ragazzi.»
Ride. «Anche a me, credimi.»
«A proposito lo hai più sentito?»
Fa spallucce e il film inizia. Passiamo tutto il tempo a fantasticare un Christian Grey che però non esiste.
«Però non è il mio tipo.» Ammetto.
«Scherzi?»
«Preferisco i ragazzi scuri.»
«Ma sia Harry che Gabriel sono chiari.»
«Eccezioni.»
«Ah, capisco.»
«Non puoi capire quanto era bello oggi!» dico portandomi un cuscino sulla faccia.
«Chi? Harry?»
La guardo male. «Gabriel.» ringhio.
«Ah, si.»
«Ha quello sguardo che ti fa implorare di essere sbattuta al muro.»
«Immagina che sia lui il tuo Christian Grey.» dice.
Adesso stringo le cosce, al pensiero.
«Dio, Charlie, ti odio!» gemo.
Lei scoppia in una fragorosa risata. Poi si calma e mi guarda. «Domani esco con Luke.»
«Davvero?»
«Si e la parte migliore è che i miei sono fuori città.»
«Oddio.» dico immaginando una casa ricoperta interamente da preservativi usati.
Continuiamo a guardare il film e io mi addormento.
Quando mi sveglio, mamma mi urla. «Jane, per l'amor del cielo, siamo in ritardo! Smuoviti, dobbiamo andare!»
«Mmh,si!» mi lamento.
Rimango altri cinque minuti a letto, prima di prendere le mie cose e trasferirmi a Bradford.

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