II. Do I Wanna Know

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how many secrets can you keep?
'cause there's this tune I found
that makes me think of you somehow
and I play it on repeat
until I fall asleep

§

«Cosa vuol dire che te ne sei andata?»

Harry fissava sua madre seduta sulla sedia, con ancora il completo ospedaliero indosso, mentre mangiava una ciliegia. Le labbra carnose leggermente più rosse per il frutto e un sorriso divertito che sembrava anticipare qualsiasi commento di suo figlio.

«E poi?» Domandò a quel punto Dorian, ormai incuriosito dalla storia. Sembrava che la mamma non sopportasse molto il papà, e non riusciva a capire come fosse potuto cambiare tutto, d'altronde i presupposti non erano dei migliori. «Dopo cos'è successo? Quando vi siete visti di nuovo?»

James si passò una mano tra i capelli e lasciò andare una risatina. Era divertito dalle espressioni sconvolte dei figli, seppur le avesse immaginate senza fatica, vederle nella realtà era tutt'altra cosa.

«Come hai fatto a non innamorarti subito della mamma?» Chiese Talia, sinceramente sconvolta di sapere che il padre - il suo fantastico e perfetto papà - avesse preso in giro la mamma.

«Oh, tesoro, scoprirai che i maschi alle volte sono molto stupidi», spiegò Lily, accarezzando i lunghi capelli della figlia. «Però per fortuna crescono e rinsaviscono»

«Neanche tu eri innamorata del papà però», ribatté Talia incrociando le braccia al petto. Ancora non ci poteva credere.

James cercò di non sorridere apertamente. «Colpita e affondata», mormorò.

Lily gli fece una linguaccia e mangiò un'altra ciliegia, prima di riprendere quel discorso.

§

Erano trascorsi cinque giorni da quando Lily aveva visto James sulla spiaggia, dopodiché era sparito. Era così strano non dover preparare un secchio con l'acqua per quando si presentava sotto la sua finestra per definirla figlia di Nettuno.

Era stato un errore confidarsi con lui quando lo aveva conosciuto. Dopo poco l'acquisto della casa al mare, Lily e la sua famiglia si erano trasferiti lì per le vacanze. Sin da subito Dahlia e Euphemia avevano stretto una forte amicizia - sebbene tra le due passassero parecchi anni di differenza - e Lily si era ritrovata ad avere a che fare con James Potter quasi immediatamente.

Fu in quel momento che era cominciato il disastro, perché Lily gli aveva confidato di avere la sindrome di Nettuno. James l'aveva guardata con serietà, ma quando lei aveva dichiarato di essere forse figlia di Nettuno stesso, lui aveva cominciato a ridere senza ritegno.

Per Lily era stato un duro colpo, aveva creduto di poter trovare in James quella complicità che invece mancava con Petunia, la quale - con una manciata di mesi più di lei - aveva preso ad allontanarla perché troppo piccola per stare insieme.

Aveva così cominciato a distaccarsi, innescando però un processo opposto in James, il quale sperando di poter tornare ad essere amici, aveva adottato la tecnica dello scherzo. Ci era voluto un bel po' prima di fargli capire che non era il metodo giusto e che Lily potesse addirittura odiarlo per questo.

Durante l'ultimo anno, l'estate dei loro diciannove anni, James però aveva cominciato a guardare Lily con occhi diversi, al posto della buffa bambina che sperava di essere figlia di Nettuno, c'era una ragazza gentile, educata e così bella da far sfigurare le ragazze provenienti da qualsiasi parte del mondo.

Per James esisteva solo Lily, che lo attirava a sé come un falena. Ne era sempre stato dipendente, sia nei suoi caratteri più innocenti, sia nei suoi caratteri più adulti. Non lo aveva capito subito il perché fosse così interessato a darle fastidio o curioso di conoscere dettagli della sua vita, ma Remus gli aveva consigliato di fermarsi e di darsi quelle risposte che stava cercando di evitare da più di un anno.

L'estate precedente non l'aveva vista. Il mister della sua squadra di calcio al college li aveva costretti a restare per degli allenamenti extra, nonostante il campionato fosse concluso. Sperò con tutto il cuore di riuscire comunque a incrociare Lily, ma quando arrivò a Norfolk lei era già tornata a casa per via di alcune sostituzioni a tirocinio per cui aveva dato la disponibilità - essere figli di sua madre implicava anche conoscere quei dettagli.

Così a separarli c'era stato un altro anno, durante il quale era stato impossibile tentare di vederla. Aveva atteso ardentemente che iniziasse l'estate e James, con il timore che potesse accadere la stessa cosa dell'anno precedente, aveva rifiutato qualsiasi proroga per la fine dell'anno, così a metà luglio era partito e aveva occupato la casa al mare.

Era tornato dalla spesa quando aveva visto la macchina nel giardino di casa Evans e, desideroso di vederla, aveva bussato alla porta con ancora le buste di carta tra le braccia. In casa non c'era nessuno e così aveva raggiunto la spiaggia - non prima di aver portato la spesa in casa -, certo di trovarla lì. E così era stato.

Ma Lily, quella sott'intesa e poco chiara felicità di averla lì davanti a lui, non l'aveva compresa, troppo nascosta tra i gesti di James.

L'aveva riconosciuta dai capelli e dal fatto che fosse l'unica a farsi il bagno a quell'ora, in quella piccola frazione di spiaggia dove solo lei si rifugiava. E poi l'aveva vista per davvero.

James dopo cinque giorni si chiedeva ancora come avesse fatto a non essere morto, la sua cotta - per non definirla in altre parole - sfiorava il ridicolo e quasi capì perché Sirius lo prendeva costantemente in giro. Forse aveva ragione quando lo definiva disperato.

«Hai bisogno di qualcosa?» Domandò Lily quando, uscendo di casa, lo aveva trovato sul portico con la mano allungata verso il campanello.

«Dove stai andando?» Rispose James, ponendole un'altra domanda, perfettamente conscio che l'avrebbe indispettita.

«Perché ti interessa saperlo?»

«Sei sempre così sospettosa?»

«E tu sei sempre così stupido?»

James non rispose, insicuro su cosa fosse opportuno dire. Non voleva spingerla ad allontanarsi ancora, voleva avvicinarla piuttosto, anche se non sapeva bene come. «Stavo andando in spiaggia, volevo chiederti se avessi bisogno di un passaggio»

Lily lo fissò per un secondo - James pensò che stesse valutando tutte le possibili variabili per cui quella potesse essere una fregatura - e chiuse la porta alle sue spalle. La vide inserire le chiavi nella toppa e girare più volte, in attesa di avere una risposta.

Si sistemò gli occhiali da sole sulla testa e strinse per un attimo le labbra. «A dire il-»

«Ottimo», convenne James, interrompendola di proposito. Lily era tanto speciale quanto cocciuta, era chiaro che non avesse bisogno di alcun passaggio, aveva la bicicletta e la macchina, e la spiaggia distava solo dieci minuti, perciò quella sua proposta - lo sapeva - era inutile. Ma non era certo di come potesse avvicinarla. «Un mio amico, Sirius, - tu lo conosci Sirius, vero? - ha trovato una spiaggetta carina e molto tranquilla, non è troppo lontano da qui, ma non si può arrivare a piedi o in bici. E stavo pensando di andarci, sulla solita spiaggia oggi ci sono tantissime persone, è pur sempre sabato», le spiegò James con sicurezza, sperando di convincerla a seguirlo prima che potesse fermarlo e dirgli di no.

Credeva di avercela fatta, erano ormai vicino la portiera e James l'aveva aperta per lei, ma poi sembrò si fosse svegliata da una fantasia e la vide scuotere la testa.

«Potter, ti ringrazio per l'invito e la - senz'altro - fantastica avventura che mi stai proponendo», disse facendo un passo indietro. «Ma preferisco andare alla solita spiaggia sconosciuta dove ci siamo solo io e i granchi», continuò ripetendo le parole che aveva usato lui due anni prima.

James la vide prendere la bici e uscire dal cortiletto, non prima di avergli lanciato un'occhiata colma di curiosità.

La Sindrome di NettunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora