III. Late Night Talking

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we've been doin' all this late-night talkin'
'bout anything you want until thе morning
now you're in my life
i can't get you off my mind

§

Harry a quel punto era certo che sua madre non fosse sua madre. Lui li conosceva bene i suoi genitori, viveva con loro da tredici anni ed era certo - come poche cose al mondo - che quello che provavano i suoi genitori per l'altro era un qualcosa che superava qualsiasi piano metafisico, mentale, karmico, temporale e astrale.

Il loro amore era innato e Harry avrebbe potuto giurare che non potesse finire mai, che fosse destinato a una nuova coppia quando il ciclo si sarebbe concluso. Era inconcepibile pensare che sua madre non fosse innamorata di suo padre, e che poi addirittura cercasse in ogni modo possibile di restare lontana da lui era ancora più impensabile.

Dunque, l'unica spiegazione era che la Lily del racconto non fosse la Lily che aveva messo al mondo lui e i suoi fratelli, e che si era sposata con suo padre. Dovevano, per forza, essere due Lily diverse.

Era cosciente del fatto che i suoi genitori, prima di mettersi insieme, litigassero spesso, che però la realtà dei fatti fosse molto diversa da quanto sapeva, no. Era semplicemente assurdo. Come poteva un amore come il loro iniziare sulle note gravi di un'opera tragica?

«Io non capisco» Esordì Dorian prendendo posto sul divano accanto a Talia. «Come ha iniziato a piacerti?» Domandò alla mamma. «Hai fatto qualche oscuro incantesimo per farla innamorare di te?» Quella volta si rivolse a suo padre.

«L'amore non sempre c'è e basta», spiegò Lily. «Spesso non lo si prova per una persona, non è innato, ha bisogno di essere piantato, bisogna prendersene cura e, solo quando sboccerà, allora una persona sarà disposta ad amare qualcun altro»

«E il tuo amore come è germogliato?» Chiese a quel punto Talia.

James e Lily si sorrisero. «Con una vaschetta di gelato e una pioggia torrenziale»

§

Lily sapeva perfettamente che non avrebbe dovuto accettare l'invito.

Dopo la proposta della spiaggia, si era spesso fermata a spiare James dalla finestra. Non era particolarmente fiera delle sue azioni, eppure la curiosità aveva scavalcato il buonsenso ed era diventata padrona della sua mente.

Non capiva per quale motivo James avesse avuto l'idea di chiederle di andare al mare con lui, proprio non trovava un senso, e ancor meno logica era la tenacia con cui le aveva chiesto se volesse andare con lui a una festa.

Era sul portico a leggere un libro che le aveva prestato Mary, e James era comparso sul marciapiede, al limitare del cortile, in attesa di una sua autorizzazione per varcarlo. Si era guardata intorno pensando di essere finita in un qualche programma di scherzi, perché quella perseveranza non l'aveva mai vista. Sapeva bene quanto fosse petulante quando si trattava di farle degli scherzi, ma mai per qualcosa che non avesse un doppio fine.

La Sindrome di NettunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora