VII. Till Forever Falls Apart

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and for a while you were all mine
i've spent a lifetime givin' you my heart
i swear that I'll be yours forever 'til forever falls apart
'til forever falls apart

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«Ed è finita così?»

Lily cominciò a ridere, sinceramente divertita dall'espressione sbalordita dei suoi tre figli. Harry aveva due baffi di latte, Dorian briciole di biscotti sulle guance e Talia aveva lasciato che il frollino si spezzasse e cadesse nella tazza immacolata.

«Finita?» James comparve dall'ingresso della cucina con gli occhiali storti sul naso mentre si passava una mano tra i capelli. «Così è cominciata»

Lily sorrise sentendo la familiare sensazione del calore ad altezza cuore. Era così innamorata di suo marito che avrebbe rifatto tutto sin dall'origine. Gli sguardi truci, le litigate, gli scherzi, la tregua, il fiorire dei sentimenti.

«Allora come è continuata?» Chiese a quel punto Talia.

«Ci siamo messi insieme e ci vedevamo ogni volta che era possibile», spiegò James, avvicinandosi alla moglie e lasciandole un bacio sulla testa. «I nostri college non erano molto vicini e nemmeno troppo lontani, perciò riuscivamo sempre a trovare il modo per incontrarci e passare del tempo insieme. Vostra madre si faceva due ore di macchina solo per vedere le mie partite di calcio e tifava così forte che il coach la dichiarò partner ufficiale della tifoseria»

«E vostro padre si faceva centoventi minuti di macchina quasi tutte le sere per raggiungermi e stare insieme anche solo per un'ora, nonostante avesse le lezioni presto la mattina seguente. Portava sempre con sé una vaschetta di gelato, perfino in inverno» Aggiunse Lily stringendo le mani del marito che aveva poggiato sulle sue spalle.

«Abbiamo vissuto la nostra relazione, seppur tra qualche alto e basso, nel migliore dei modi. I problemi sono iniziati dopo la laurea», continuò lui, ricordando la paura di quegli anni. «A ventiquattro anni siamo andati a vivere insieme, in un piccolo appartamento nella periferia di Luton»

«In che senso problemi?» Domandò Dorian, adesso ancora più stupito. Era assurdo pensare che i suoi genitori - Lily e James Potter la pura essenza dell'amore - avessero avuto dei problemi.

«Eravamo lontani da casa», s'intromise la madre. «Eravamo giovani, da poco laureati. Io avevo estenuanti turni in ospedale e vostro padre entrava e usciva da studi legali e tribunali. Eravamo sempre troppo stanchi anche solo per rivolgerci un saluto, oppure spesso uno dei due restava solo» Al solo pensiero nelle orecchie di Lily risuonava l'eco delle liti e i disguidi che c'erano stati in quel periodo. Avrebbe dovuto essere il più bel periodo della sua vita, ma si era trasformato in un veleno personale che inacidiva tutto ciò che nasceva.

James ricordò in particolare una sera di primavera del duemilasei. Il primo vero momento in cui aveva temuto la fine.

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La Sindrome di NettunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora