Capitolo 28

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I "Si può sapere che cazz-" dico spalancando la finestra per poi bloccarmi.

Non so se ridere o cadere di nuovo in ginocchio e piangere.

Sono ancora lì ferma a guardare fuori la persona che affollava i miei pensieri da febbraio, si era palesata qui ancora una volta; chissà se sta volta per aggiustarmi o distruggermi di nuovo e definitivamente.

C "Ciao"

I "Hai idea di che ore siano Stefanelli?"

C "Si ma- tira fuori da una tasca i biglietti per londra- ti sei dimenticata di questi?" mostro una fossetta e lui lo nota.

I "Sali che se no congeli" gli apro tutte le porte finché non giunge a quella di ingresso.

C "Ciao"

I "Oi" chiudo la porta dietro di lui.
Ci guardiamo negli occhi, per minuti e minuti, l'aria si fa pesante e i suoi occhi creano una confusione nel mio cervello.

C "Partiamo domani alle 11 conviene che prepari la valigia..." Annuisco e vado in camera a prepararla, sotto lo sguardo attento del moro, sdraiato sul mio letto con la schiena appoggiata alla testiera.
Quando finisco mi chiedo dove dormirà il moro.

I "Devi dormire qui?" Si alza e mi guarda.

C "Vado sul divano" dice uscendo dalla camera.

I "Chri!" Gli afferro il braccio e lui si gira.

I "Dormi con me" non avrei mai lasciato che dormisse sul divano, perché intanto si è fatto Bergamo-Roma per me... Si, christian Stefanelli si è fatto 600 km per me.

C "Ok" mi sistemo sotto le coperto e aspetto che lui si metta il pigiama, si cambia, davanti a me, mettendosi in pantaloni della tuta.

Si sdraia e mi osserva girato dalla mia parte. Le mie guance divampano ma, fortunatamente, siamo al buio.

I "Che c'è?" Dico comprendomi il viso.

C "Pensavo all'effetto che ti faccio- faccio una smorfia non capendo cosa intende-in due minuti sei passata da "Stefanelli"- dice imitandomi con una voce incazzata- a "Chri" -dice imitandomi con una voce dolce-"

I "Intanto io non parlo così, e poi non ti ci abituare Stefanelli" dico sottolineando il suo cognome, mi giro dall'altra parte dandogli le spalle.

Mi addormento e mi sveglio abbracciata a Christian, lo guardo ed è sveglio, sopsiro e mi alzo il più velocemente possibile.

Ha un ghigno sul viso e sta ridendo sotto i baffi.

I "Che hai ora?"

C "Non mi resisti mai"

I "Perché tu si?" Dico alludendo al fatto che ha irrotto a casa mia a mezzanotte.

Vado di là a fare colazione, sono ancora assonnata perché è presto. Ci sistemiamo e andiamo in macchina per dirigerci in aereoporto.

In macchina nessuno parla, mi perdo a fissare le sue lentiggini e poi mi ordino da sola di spostare lo sguardo fuori dal finestrino.

Arriviamo in aereoporto e facciamo il check-in (non prendo l'areo da anni, non mi ricordo nemmeno se si chiama così) e poi aspettiamo davanti al gate.

Ci sediamo di fianco e io guardo un po' il telefono notando dei messaggi.

Sere 💓
Iaia come stai?

Più tardi ti chiamo

Alexino 💙
Chris è arrivato

Sapevi tutto???

Ovvio
Immagino sia arrivato comunque.

Si

Sento il moro ridere.

I "Che hai da ridere ora?"

C "Mi fai ridere tu" dice girando la testa verso di me ma, siccome io ero già girata verso di lui, siamo pericolosamente vicini; osservo le sue labbra, ma poi distolgo lo sguardo e lo riporto nei suoi occhi, mi mordo il labbro.

C "Non farlo ti prego" dice tirando la testa all'indietro, lo guardo confusa e lui lo nota.

C "Già la voglia di baciarti non è zero... Se fai così è pari a un milione"

Sorrido e annunciano il nostro aereo, così ci imbarchiamo.
L'aereo decolla e mi preparo all'ora di volo. Sbadiglio e, ovviamente, questa cosa viene notata dal moro che non fa altro che osservarmi.

C "Hai sonno?"

I "Un po'"

C "Appoggiati sulla mia spalla" sono un po' titubante ma alla fine accetto.

I "Non capire cose strane da questo eh Stefanelli"

C "Certo certo" dopo poco tempo da questa frase mi addormento.

"Gentili passeggeri, vi annunciamo che siamo atterrati a Londra, vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia"

Mi sveglia la voce di una hostess che parla all'altoparlante.

C "Sono comodo?"

I "Mh, si dai" ci alziamo e dopo un po' di giri usciamo dall'aereoporto e, come ogni italiano si immagina che succeda a Londra, piove.

I "Che bello" lui mette un dito nella mia fossetta, e a questo gesto la nascondo subito, e lui sembra rimanere triste.

Ci spostiamo sotto il portico esterno e usciamo dal perimetro dell'aeroporto trovandoci in una strada.

I "E ora?" Il moro alza la mano per fermare un taxi come si fa a new York e quest'ultimo non si ferma.

I "Non siamo a New York Stefanelli..."

C "Allora faremo così" mi prende per mano ed iniziamo a correre sotto la pioggia. È una scena che mi sono immaginata più e più volte, scene di libri e film che pensavo di non poter vivere mai nella vita.

Eppure Christian Stefanelli aveva trasformato la mia vita in un film, il mio preferito.

Arriviamo su un ponte sul Tamigi, illuminato solo dalla luce fioca dei lampioni, nonostante siano le 11 c'è la nebbia e si vede molto poco; sembriamo due scemi che ridono perché io, più che correre, sto venendo tirata da lui, finché non prende dentro con il piede e fa per cadere ma si regge in piedi, tenendo me per i fianchi per non farmi cadere.

Nei tuoi occhi | Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora