Capitolo 1 - Luna 🌙

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«Rain, sei proprio sicuro di aver preso tutto?».

Il ragazzo sbuffò, forse per la quarta volta di fila, nel sentire quelle parole pronunciate dalla sorella.

«Iris, fosse per me avrei portato solo la mia chitarra. Starò benone, non preoccuparti». Rispose, mentre tirava su l'ultimo scatolone - che, per la cronaca, pesava quanto un macigno - e lo disponeva malamente, procurando un sonoro tonfo, all'interno del vecchio furgoncino nero della madre.

Rain cercò di non notare l'occhiata truce che la sorella gli porse per quel gesto, e scelse invece di andare per le buone: «Me lo dai un ultimo abbraccio, sorellina?» Chiese arricciando le labbra e allargando le braccia verso Iris, che a confronto del fratello sembrava uno stuzzicadenti.

La ragazza ci pensò un attimo, ma presto si fece ingannare dallo sguardo dolce di Rain per poi sprofondare tra quel cumulo di bicipiti. «Sei nato prima di me, ma sappiamo entrambi che sono io la più grande». Riuscì infine a sussurrare lei, appoggiata col mento alla spalla del fratello.

«Sì, lo so molto bene». Disse Rain, non appena si staccarono dall'abbraccio, e le stampò un piccolo bacio sulla fronte. «Prenditi cura di Valerie e Owen, mi raccomando».

«Rain, non stai andando in guerra, ti stai solo trasferendo». Lo prese in giro lei, ridacchiando.

Il ragazzo non poté evitare un risolino divertito, prima di chiudere il cofano della vettura.

«Allora, possiamo andare?». Olivia Lannister non era mai stata una donna particolarmente elegante, ma separarsi dal padre di Rain l'aveva cambiata parecchio. Più il giovane la guardava, e più non riusciva a capire come quella donna fosse passata dalle birkenstock sgualcite, agli stivali di ecopelle in fantasia serpente. Perfino quel corto abito bianco e la tintura rossa fuoco tra i capelli, lo faceva sentire a disagio.

Aveva smesso però di lamentarsi delle nuove scelte di vita - e soprattutto di stile - della madre. D'altronde, preferiva vederla felice e spensierata così, che triste e trasandata con suo padre.

«Dirò a Val e Owen che li saluti». Disse Iris, dando un'ultima pacca sulla spalla del fratello.

Rain le sorrise un'ultima volta, un po' malinconico per non essere riuscito a salutare i suoi fratelli di persona, ma erano entrambi troppo piccoli per poter sopportare la separazione dei genitori e il trasferimento del loro fratellone tutto in un colpo solo. Così, avevano deciso di comune accordo di farli andare in Florida per un paio di giorni dai nonni per poter decidere sul da farsi.

Iris aveva ragione: Rain non stava andando in guerra, ma sicuramente non avrebbe potuto far visita alla sua famiglia spesso come lei credeva. Iris aveva solo sedici anni e, non avendo ancora la patente, non si rendeva conto di quanto uno Stato potesse distare dall'altro.

Nel corso della sua vita, questa differenza di età tra i suoi fratelli, aveva messo leggermente a disagio Rain, ma poi aveva iniziato ad abituarsi. Lui era stato il così detto "errore", quel "bambino non voluto" perché i suoi genitori avevano a malapena diciotto anni quando l'hanno messo al mondo, per questo avevano aspettato così tanto tempo per averne altri. Ogni tanto Rain si chiedeva se i suoi avessero fatto bene a mettere al mondo quattro figli, nella situazione disastrosa in cui vivevano prima di lasciarsi.

Rain si mise ad osservare i paesaggi di campagna della sua città natale, Woodbine, in Kansas. Era un paesino piccolo, con appena duecento abitanti, ma non gli dispiaceva affatto. Eppure, l'offerta di lavoro all'interno dell'Alamo Drafthouse, gli era arrivata direttamente dal Texas, che pullulava di città enormi e spazi altrettanto grandi.

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