Quella mattina, Rain si svegliò con un atroce mal di testa. Ciò che aveva vissuto quella notte, sembrava perseguitarlo come se stesse ancora dormendo e fosse nel bel mezzo di un incubo ad occhi aperti.
L'immagine del sangue che sembrava colare a litri dal braccio di Luna, e che si dileguava nel giro di pochi minuti, continuava ad essere nitida nella mente del ragazzo.
Possibile che si trattasse davvero di un incubo? Magari Luna non aveva neanche mai fatto ritorno a casa quella notte. Forse si trattava solo della sua mente contorta che gli stava giocando uno scherzo di cattivo gusto.
Rain si alzò, con talmente tanta goffaggine da far invidia a Mr. Bean, e iniziò a camminare verso il bagno.
In quell'oretta che aveva a disposizione per prepararsi, non avrebbe accettato sicuramente un andamento così lento se solo fosse stato più lucido.
Non appena aprì la porta della sua camera, non poté fare a meno di notare la presenza di Luna seduta al tavolo da pranzo, mentre era impegnata a guardare qualche video sul cellulare e con l'altra mano mangiava - o, per meglio dire, divorava in una maniera sicuramente non gradita neanche dai più permissivi galatei - quelle che sembravano essere uova con pancetta.
«Buongiorno!» Esclamò la ragazza, quando si accorse della presenza di Rain, il quale la stava fissando come se avesse appena visto un fantasma o un mostro di qualche sorta. Si mise subito composta e sembrava si volesse dare un contegno.
«Buongiorno» Biascicò in risposta lui, facendo molta fatica a guardarla negli occhi. Senza ulteriori indugi, Rain si fiondò in bagno poggiando tutto il suo peso sulla porta in legno bianco, che quasi non si catapultò in avanti, rischiando di cadere di faccia sul pavimento piastrellato.
I ricordi del bagno insanguinato iniziarono subito a farsi strada nella mente del giovane, il quale sperava ancora vivamente di avere sognato. Dopo aver fatto i suoi servizi ed essersi sciacquato energicamente viso e denti, Rain rimase a guardare per un paio di minuti il suo riflesso nello specchio. Era passato a malapena un giorno dal suo trasferimento, e già riusciva a vedersi in maniera totalmente diversa. I suoi occhi, prima pieni di entusiasmo, sembravano essersi spenti leggermente. Tuttavia Rain non si preoccupava più di tanto, in fondo sapeva che si sarebbe trattato solo di un effetto temporaneo. Non poteva buttarsi giù così, non ora che finalmente poteva avere una svolta nella vita.
Quando uscì dal bagno, Rain poteva fare due cose: chiedere a Luna se fosse tutto un sogno ciò che era successo la sera prima, o fare finta di nulla. La seconda idea probabilmente era quella che lui preferiva.
Nel frigo non era presente un granché, e Rain pensò che andare a fare la spesa sarebbe stata probabilmente una buona idea.
«Non c'è molto nel frigo.» Esordì Luna, quasi come se lo leggesse nel pensiero. Rain non voleva fasciarsi la testa, ma la situazione stava iniziando a causare una leggera inquietudine.
«Lo vedo.» Rispose il ragazzo, grattandosi nervosamente la nuca e continuando a guardare nel frigo come se da un momento all'altro potessero spuntare cibi prelibati.
Rain optò per un semplice uovo in camicia, ma notò con disappunto che la pancetta era finita. Luna sicuramente non aveva come dote principale la generosità.
Quando Rain si sedette a tavola, la ragazza si alzò di soprassalto, sembrava quasi si fosse scottata.
«Dove vai?» Chiese Rain. Si maledisse mentalmente, ma dopo la sera prima il suo istinto gli diceva di far ben attenzione a quella ragazza.
«Con tutto il rispetto, ma non credo siano cose che ti riguardano». Si beccò il giovane di tutta risposta. E non poteva neanche biasimarla: aveva pienamente ragione.
STAI LEGGENDO
La pioggia di luna piena
FantasyRain non aveva vissuto un'infanzia felice. Costretto a lavorare in fabbrica fin dalla tenera età, non appena possibile colse l'occasione per scappare dalla sua piccola casa trasandata e respirare la libertà di cui aveva sempre avuto bisogno. Tuttavi...