Capitolo 6☆

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Finito di mangiare vado nella mia camera. La stanza si affaccia sul lato destro della casa. Mi appoggio alla finestra e inizio a guardare fuori. Guardo le stelle, non le avevo mai viste così luminose. Qui in periferia si vedono perfettamente.
Sono solo le 22.30 però qui già l'unico rumore che si sente è il russare delle persone in casa.
Sento un rumore di passi da fuori la mia stanza, nel corridoio, e mi stranizzo. Come ho detto prima, tutti sono a dormire.
Apro la porta e essa sbatte contro qualcosa, anzi, qualcuno.
"Ehi moscerino fa attenzione!" Disse Axel venendo da dietro la porta tenendo una mano davanti al naso
"Sei tu che ti sei messo nella traiettoria della mia porta" risposi innervosita.
Oramai quel ragazzo mi faceva venire il nervoso solo solo a guardandolo! Ed era il primo giorno!
"Pff...torna a dormire, i moscerini della tua età dovrebbero andare a letto presto"
"Ma sta zitto! Tu invece dove vai?"
"Curioso il moscerino, eh? Sto andando fuori, non riesco a dormire. Ma tu cerca di fare meno la ficcanaso" disse abbassandosi alla mia altezza.
Ricomincia a camminare e stetti un po a osservarlo
"Vengo anch'io!" Dissi raggiungendolo.
Si ferma girandosi e sbuffa. Quando lo raggiungo ricominciamo a camminare. Certo era un po difficile camminare al buio ma sembrava che per lui non c'erano problemi. Mi limitavo a seguirlo standogli dietro.
Arriviamo fuori casa e lui chiude senza fare rumore la porta.
Fuori non si vede niente, è buio totale, apparte qualche punto illuminato dai raggi della luna.
Camminando non vidi la scalinata e caddi
"Ahahahahahaha! Che imbranata!" Disse Axel ridendo.
Probabilmente è piegato in due dalle risate.
"Smettila!"
"Non ce la faccio" disse muovendo il braccio.
Riuscii a intravederlo mentre forse asciugava una lacrima dall'occhio. Ma che c'è tanto da ridere?!
Sento qualcosa di bagnato sul braccio, probabilmente mi sono graffiata e mi esce sangue.
"Ti sei fatta male?" Disse Axel cercando di calmare le risate
"Forse" dissi indifferente
"Vediamo?" Disse scendendo la scalinata.
Mi sedetti sull'ultimo gradino della piccola scala. Lui si siede accanto a me e prende un telefono dalla tasca dei pantaloni. Lo accende e attiva la torcia. Lo illumina sul mio braccio.
"Wow ti sei fatta proprio male allora, ti esce sangue" disse prendendo il braccio.
Non dico niente, mi limito a guardare il mio braccio ferito.
"Aspetta qui" disse Axel entrando dentro casa.
Poco dopo uscì con una cassetta bianca in mano.
Dalla cassetta esce una bottiglietta e delle bende.
"Ora sta ferma e non lamentarti"
"Perché mai dovrei lament-Ahia! Ehi ma cos'è?! Toglilo subito!"
"È solo disinfettante! E ti ho detto di non lamentarti!"
"Ma fai male!"
"Dopo mi ringrazierai"
"Tsk, come no!".
Finalmente smette di versare quel liquido rosa che faceva un male cane! Prende delle bende e le avvolge attorno alla parte ferita
"Ehi non stringere forte!"
"Ma la smetti?! Sei forse un dottore tu?!"
"Perché, tu lo sei?!"
"No ma sono più esperto di te, questo è sicuro!"
Dopo alcuni minuti
"Finalmente ho finito. Ora non ti uscirà più sangue"
"Uff..."
"Allora?"
"Allora cosa?"
"Aspetto dei ringraziamenti"
"Ringraziamenti?! Ma se è colpa tua se sono caduta!"
"Colpa mia?! Ma se sei tu che hai i piedi di ricotta!"
"Se non saresti uscito io non sarei inciampata!"
"Sei tu che mi hai seguito!"
"E tu me lo hai permesso!"
"Ma la caduta ti ha rimbambito?! Hai sbattuto anche la testa per caso?!"
"Io ritorno dentro! Non voglio stare con te un secondo di più!"
"Ciao!".
Vado in camera mia.
Ma è possibile mai che esista un ragazzo così odioso al mondo?! E per di più proprio io dovevo conoscerlo!
POV AXEL
Che razza di sconsiderata! Non si usa più ringraziare?! No, do la colpa a me stesso, non dovevo aiutarla! Quel moscerino crede che io mi faccia mettere i piedi in testa da una ragazza! Non mi conosce ancora, ha sbagliato ragazzo! Gli farò vedere io!
Mentre penso a insultare in tutti i modi quella ragazzina arriva una telefonata e rispondo
"Pronto?...... Si sono solo...... no...... si...... non lo so...... ora?...... okay" dissi chiudendo la chiamata.
Spero che nessuno mi abbia sentito e che non si accorgano della mia assenza

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