▪︎8▪︎

240 17 24
                                    

Ciao a tutti, come posso scusarmi per l'ennesima volta con voi? Vi ho fatto attendere un tempo interminabile per questo nuovo aggiornamento, e mi scuso immensamente. Dopotutto è il minimo che posso fare dopo il vostro immenso sostegno anche da parte di scrittori/ scrittrici ben più talentuosi di me e che seguo fin dagli inizi. Davvero, grazie di cuore 💙

Deku Pov: 

"Ah emh.. quella.., quella è solo una vecchia lattina trovata per strada.." Cercai di mantenere il contatto visivo con lui in tutti i modi, ma le sue iridi rosso fuoco mi incendiavano da cima a fondo. Se l'avessi guardato anche solo un altro istante, mi sarei perso in quell'abisso per sempre..

E quella, era una trappola da cui non sarei potuto fuggire, o meglio, mi sarei rifiutato di farlo, perché anche se la verità era più amara e cruda di qualsiasi altra cosa, prima o poi, avrei dovuto arrendermi, arrendermi al fatto che l'amavo, e l'avrei sempre amato. 

Anche in tutte le sue sfumature più atroci e crudeli.

Il biondo non rispose, si limitò a lanciare indignato il recipiente misteriosamente vuoto, provocando un rumore acuto e fastidioso, per poi dirigersi verso la cucina alla ricerca, probabilmente, di qualcosa da mettere sotto i denti. 

Aspettai che si allontanasse fino a sentire il rumore del frigo aprirsi, e immaginai la folata di aria fresca che lo inebriava. 

"C'è del riso avanzato..Mi accorsi troppo tardi di averlo sussurrato talmente piano che ero riuscito a malapena a sentirmi da solo, ma alla fine non importava più di tanto.  

Mi concessi di tirare un sospiro di sollievo, anche se non mi spiegavo minimamente l'accaduto, era un bene che kacchan non avesse trovato le pillole, non volevo immaginare cosa sarebbe potuto succedere. 

Chinatomi lentamente sul pavimento, raccolsi la lattina che il biondo aveva scagliato con tanto sdegno al suolo. La strinsi tra le mani come se fosse la cosa più preziosa in mio possesso, ma ottenni solo dei graffi sulle dita.

Tutti mi conoscevano come il ragazzino quirkless dai capelli verdi. Mi avevano chiamato Deku, anzi, lui mi aveva chiamato Deku, nel tentativo di farmi sentire inferiore al mondo, e per un periodo fin troppo lungo ci era riuscito. Ero una debole formichina sul ciglio della strada, e se avessi provato ad attraversarla, nessuno si sarebbe fermato per concedermi di passare. Perchè nessuno mi avrebbe mai visto. 

Avevo imparato che in quel mondo, il mondo in cui ero nato e cresciuto, non importava quanto qualcuno si sforzasse. "Chi nasce formica, muore formica, è inutile provare ad essere il bruco che diventa farfalla per poi morire il giorno dopo"

Vedevo il mondo sempre dalla stessa prospettiva, forse perchè non ero in grado di cambiarla, o forse perchè, semplicemente, non ne esistevano differenti.

E i sogni che in qualche modo cercavano di riaccendere quella debole fiamma di speranza che tentava di aggrapparsi al mio cuore come a dirgli:" resisti, ancora, ancora un po'.." "Non spegnerti, perchè anche se non sei reale, anche se sei ormai sei solo un residuo negli angoli più dispersi della mia mente, sei tutto ciò che mi rimane, tutto ciò che mi rende chi sono"

"Anche se sei solo un sogno"

E mentre prendevo consapevolezza del fatto che il mio ultimo rifugio si fosse sgretolato nel nulla, una lacrima amara sfuggì al mio controllo, disegnandomi sulla guancia una riga imperfetta all'occhio umano, ma che valeva più di mille parole..

il mio ultimo pensiero prima di alzarmi, andò al Kacchan del mio sogno, il ragazzo maturo e affascinante che già conoscevo, ma con quel suo modo di fare così diverso. Sognavo il suo tocco ogni notte, i suoi polpastrelli morbidi, ma bramosi di possedere ogni centimetro del mio corpo.

Avrei voluto conoscerlo meglio.. gli avrei raccontato tutto di me, ogni singola cosa, anche i dettagli più insignificanti, forse avrei addirittura trovato il coraggio e la forza di confidargli le mie paure, i miei dubbi, forse gli avrei posto le numerose domande che vagavano nella mia mente senza risposta.. 

Cercai disperatamente di mandare giù la saliva, ma il nodo che mi stringeva lo gola si faceva sempre più fitto, fino a soffocarmi nel profondo, dove quella fiammella che da anni tentavo di proteggere si faceva sempre più fioca..

Afferai con una presa debole la maniglia del cassetto, avrei riposto almeno la scatola, buttarla avrebbe significato dimenticare tutto come qualcosa di poco valore, ma per me era tutt'altro.

Per me era una parte di vita che non avrei dimenticato facilmente, anzi, non l'avrei fatto mai, perchè ormai mi era inciso nella pelle, e l'inchiostro si era mischiato al mio sangue, iniziando a scorrere dentro di me. Io volevo tornare lì. 

Il resto successe troppo velocemente, il rumore del cassetto in legno che viene aperto, i miei occhi color smeraldo che si sgranano e tornano a brillare della solita luce nel vedere che le pillole colorate sono tutte lì, sparpagliate nel cassetto come a voler occupare tutto lo spazio a disposizione. 

Sentii  una felicità indescrivibile scaldarmi il corpo intero "temere di perdere tutto mi ha fatto capire quanto ami quel luogo.. quanto ami passare ogni singolo istante lì, con lui.."

Non ci pensai due volte, mi affacciai con il viso al dilà della porta osservando, con occhi ancora colmi di emozioni Kacchan mangiucchiare una merendina, intento a guardare un film parecchio lungo. Sarebbe stato occupato quel che mi bastava. 

Lanciai un'ultima occhiata al biondo per accertarmi che stesse bene, poi, tenendo saldamente bloccata una pillola nel mio pugno mi accomodai sul materasso morbido a gambe incrociate. Respirai lentamente per sciogliere e rilassare i muscoli, e pochi istanti dopo, con un getto netto, ingerii la pastiglia, con un immenso sorriso stampato in viso.

Bakugou (Fantasy) Pov: 

Il tramonto a quell'ora della sera donava al paesaggio circostante una sfumatura di un colore simile all' arancione. Sospirai a pieni polmoni prendendomi un istante per concentrarmi. Le famiglie erano radunate sui propri balconi adornati da numerose lanterne, nessuna era uguale ad un'altra, tutte avevano qualcosa che le differenziavano. Gli anziani del villaggio, tra cui quel vecchiaccio di mio nonno, ripetono sempre che le lanterne rappresentano la fiamma di una vita, le luci che brillano al loro interno sono gli uomini e le donne del mondo. Nessuno è uguale a noi, ci sarà sempre un dettaglio che ci renderà unici..

Almeno, questo per gli uomini reali.. per i sogni come poteva essere lo stesso..

 Non erano reali, lui e tutto quello che lo circondava sarebbero continuati ad esistere solo finchè Deku avrebbe desiderato vivere lì, nel futuro di quel villaggio, non sarebbe rimasto nulla..

E lui stava facendo il possibile per evitarlo.. Eppure Deku, tardava a presentarsi..

"Kacchan!!Nel sentirsi chiamare con quel ridicolo soprannome affidatogli si voltò di scatto, pieno di gioia. Era Izuku, finalmente era tornato, da lui. Aveva nuovamente preferito quel sogno alla sua vita reale, questo significava che stava andando bene, doveva solo continuare così, continuare a mascherare quell'incubo suicida come il suo sogno più grande... 

"Deku.." Sei tornato da me..


Angolo autrice: 

Ebbene sì, in questo capitolo si svela un dettaglio molto importante che poi in realtà è alla base della trama generale. Spero come al solito che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo! ❤

「Dream-Pills」[]▪︎Bakudeku▪︎[]Scrittura/Revisione[]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora