Parte 10

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Andammo alla stazione di polizia. Quella sera il poliziotto e la signora sindaca videro quello che noi avevamo visto nel garage di Enea.

Matteo ,legato ad una sedia nel seminterrato di un bar, mentre un uomo lo insultava, e poi l'impensabile, il padre di Matteo.

Poi capimmo quello che era successo.

Thomas era andato quella sera a minacciare mio padre che, se non avesse detto di essere colpevole, sarebbe successo la stessa cosa di Matteo anche a me.

Mio padre mi stava proteggendo da un mostro, e l'incubo non era ancora finito.

E, sebbene quella notte una domanda avesse avuto una risposta e cioè che a uccidere Matteo Mancini era stato Thomas Mancini, un nuovo mistero si era diffuso a Ciserano, perché lo aveva fatto?

Era una domanda a cui solo lo stesso Thomas avrebbe potuto rispondere.

Peccato che quella domanda sarebbe rimasta irrisolta per sempre, perché Thomas aveva preferito nascondere i suoi peccati suicidandosi.

Thomas si era suicidato, ma perché?

La vità non è un romanzo di Agatha Christie, è molto più incasinata.

Rapidamente una teoria: Matteo Mancini era venuto a sapere del traffico di droga di suo padre e aveva minacciato di dire tutta la verità, il che aveva portato al rapimento di Matteo da uno spacciatore, amico di suo padre.

E poi all'omicidio di Matteo per mano di Thomas.

Per nascondere le prove Thomas aveva fatto scappare lo spacciatore da Ciserano, e aveva fatto credere che ad aver fatto tutto questo era qualcuno di più ricco di Thomas.

Il signor Mancini aveva minacciato di uccidermi per far sì che mio padre andasse in galera.

E l'avrebbe fatta franca, se non fosse stato per un gruppo di ragazzi ficcanaso che avevano scoperto la verità.

Mentre Thomas Mancini, per la vergogna e per i sensi di colpa, aveva deciso di morire da vigliacco.

Così, con il risolversi di un mistero, se ne aprì un'altro, e le vite a Ciserano furono per quei pochi minuti tranquille.

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