07 gennaio 1987

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" Nella fredda e caotica New York, le persone sono come formiche. Subito dopo l'alba, si alzano dal letto, si lavano, consumano la loro colazione, e da qui in poi inizia la loro giornata. 

La giornata di chiunque in tutto il mondo. Dove ognuno di essi svolgono lavori o attività diverse.

Molti lavorano, altri disoccupati, altri vagano per le strade. 

Cercando di sopravvivere a quella che, come tutti noi, abitanti di questo pianeta, chiamato Terra, dobbiamo cercare di lottare.

Lottare per conquistare ed ottenere un certo equilibrio, per vivere in modo misero e dignitoso. "

Premetti invio e presi una boccata d'aria.

Finalmente avevo finito quello che era il mio primo articolo per un importante giornale su un tema sociale. 

Potevo occuparmi della casa, di uscire con gli amici, di leggere un libro o fare un'escursione in montagna.

Ma dovetti frenare la mia frenesia, era tardi e dovevo andare a riposare.

Insinuandomi nelle coperte del mio letto tutto stropicciato e pieno di briciole, mi girai da una parte a un altra. Non riuscivo a dormire.

Iniziai a pensare a diverse cose. Pensavo a ciò che avevo scritto nel finale dell'articolo finito poco fa.

Non appartengo a nessuna di quelle categorie. Faccio un lavoro che mi piace, ma che non mi fa impazzire, ma comunque mi accontento.

Inizio sempre la giornata con una grande indifferenza. E seguo le mie giornate secondo una rigida programmazione. Anche se non volevo che programmare tutto, sia una fonte di stress per me.

Sono sempre stato così, per me è un modo per avere sempre qualcosa da fare e non cadere a compiere una serie di azioni ripetute che odiavo.

Cerco sempre di trovare un equilibrio nelle mie giornate, che non sia né troppo noiosa né schematica, né troppo stancante e caotica.

" Alberto, alto circa un metro e ottanta, occhi azzurro oceano, capelli rosso fuoco, carnagione bianca come il latte, indole fredda e distaccata ".... mi descriverei così più o meno.

" Un uomo possente e silenzioso "...... beh è la verità.

Se sono così vanitoso ed egocentrico è merito di mio padre.

Smisi di pensare troppo a mio padre, distolsi i miei pensieri e iniziai a respirare profondamente. Caddi in un sonno profondo.

                                                                          Il giorno dopo :

Mi alzai dal letto e mi misi quelle belle pantofole che mi aveva regalato mio padre.

A forma di leone, come piacciono a me.

Dirigendomi verso il bagno vidi John completamente nudo, ma ormai quella era routine.

Senza nessuna vergogna, mi salutò e continuando a camminare con la sua nudità si diresse in camera sua.

- Tesoroooh, lo so che mi stai guardando - disse volgarmente

Diventai rosso e mi rinchiusi nel bagno.

Finita la doccia dovetti iniziare a pensare diverse cose che sinceramente avrei preferito evitare.

Avevo da pianificare il trasloco e l'idea di attuare questo piano mi sembrava ancora così azzardato e fuori luogo. 

La Villa che ho ereditato da mia madre sarebbe un'ottima scelta da prendere per potermi trasferire da quella topaia in cui  mi trovavo ora.

John non ne era convinto " Non pensi che spostarci proprio ora che il nostro lavoro vada bene, sia un rischio da valutare ? "

" Beh, non mi sono informato se a Savannah cerchino due attivisti ambientali, e per lo più giornalisti " risposi ironicamente.

Di certo il mio, non era un lavoro per il quale non ci si possa trovare bene da una parte qualsiasi del mondo. Si poteva svolgere online anche se mi fossi trasferito in Antartide.

John si alzò dal divano " Quel posto è magnifico, anzi è fin troppo bello "

Fece una pausa per trovare le parole....

" Non credi che dovresti conservare quel posto per poterci portare qualcuno con cui vivere insieme e mettere su famiglia ? "

Lo guardai intensamente, feci un giro d'occhi, come se dovessi assimilare la cavolata che aveva appena finito di dire. 

Pensandoci in fondo, per un millesimo di secondo, mi contorti dalle risate e John lo seguì a ruota. Ci ritrovammo stesi a terra a guardare il soffitto e meditavamo sul da farsi.

Alzandomi, mi dirigo verso la cucina per preparare la colazione . Non avevo mai pensato al futuro con una famiglia. E nemmeno quando ero impegnato con lei, avevo mai pensato a fare bambini e trasferirsi.

Iniziai a cucinare per schiarirmi le idee, ma non vi era molto da pensare. Non mi piaceva pensare di essere sposato.

" Davvero tutto ottimo come sempre AL " disse John, iniziando a sparecchiare voracemente.

" Se hai fretta, posso fare io, non è un problema " dissi con tranquillità.

Sono sempre stato abituato a preparare da mangiare e ripulire appena finito, fin da bambino. Era una cosa che lo aiutava a pensare, ad elaborare le cose che non riusciva ad elaborare solitamente, nella quotidianità.

" Oh si, grazie mille Al, devo proprio andare a finire l'articolo che mi hanno commissionato, la scadenza è domani e vorrei finire di scrivere l'ultima parte " Dice John, incamminandosi verso la sua camera.

"Tranquillo capisco, dopo tutto quel duro lavoro, non puoi scrivere la parte finale più brutta del resto hahahahah" ribatto scherzosamente per alleggerire la nottata che lo aspetta.

"Il tuo umorismo ci sta a pennello guarda !" risponde John, mettendosi il copricapo e incamminandosi verso l'uscio della porta.

Incamminandomi verso l'uscio della porta, sapevo che avrei passato l'intera giornata in redazione, ma almeno sapevo che sarebbe stata una giornata tranquilla......


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