"Sei una tipa tosta, dicevano
Bagno il cuscino di lacrime la notte,pensavo"
Hoshiko entrò di corsa nella camera mortuaria/infermieria dell'istituto,quasi inciampando, aveva il suo peluche in braccio e lo stritolava come se avesse avuto paura, come se stesse scappando da qualcosa, in realtà, a quella paura, gli stava correndo incontro. lo zaino in spalla ciondolava senza però emettere il minimo rumore, nemmeno i campanelli sembravano suonare nonostante ciondolassero di quà e di là. Odiava quel posto, non ci andava da anni, non ci andava da quel giorno maledetto ed aveva sperato di non doverci più tornare. Il seminterrato era freddo e desolata come allora, il corridoio era spoglio ed aveva l’odore della formaldeide mista alla muffa sui muri, nauseante, dovette stringere i denti per impedire ai succhi gastrici di salire in gola. La voce di Gojo che parlava con i colleghi, la guidò fino all'ultima stanza della struttura, i suoi passi non emettevano alcun suono, quindi quando entrò dalla porta aperta, tutti si voltarono di scatto con sorpresa, tranne Gojo che continuava a guardare la salma del giovane studente steso sulla barella, il petto perforato a livello del cuore che sembrava mancare. Hoshiko rimase per un'attimo inchiodata alla porta, a fissare la stanza, gli occhi persi in un angolo dietro alle barelle, la sua mente altrove, immersa in qualche incubo che sembrò inghiottirla, finché la voce di Satoru non la strappò via da quell'abisso
svegliati, svegliati!
"Eih,Eccoti qui!"
Quando Gojo la salutò, Hoshiko scosse la testa stralunata, aveva ingoiato un paio di lacrime giusto in tempo per impedire loro di raggiungere gli occhi,non poteva piangere,non poteva provare nulla davanti ai suoi colleghi. La ragazza salutò con un cenno della mano la donna che stava di fianco al cadavere, aveva profonde occhiaie e I capelli neri e lisci, le ricordava un tanuki, era la sua amica ed ex compagna di scuola, aveva un anno più di lei ed era quella addetta a rattoppare gli studenti o sezionare le maledizioni, ma in quel momento, avendo entrambe le cose sul tavolo operatorio, sembrava indecisa sul da farsi "Ciao Shoko! Scommetto che non vedi l'ora di tagliuzzarlo" La donna la guardò apatica, senza espressione, indecisa, si portò le nocche alle labbra soppesando l'espressione della collega "Già, credo" Hoshiko le sorrise amichevolmente "Io aspetterei, se fossi in te, diciamo dieci minuti, ok? Fidati della tua Ame-chan" La donna la guardò con un impercettibile cipiglio interrogativo, ma sembrò annuire in silenzio, abbassando lo sguardo pensierosa sul cadavere di Itadori, ancora immobile, ancora freddo e senza vita, si chiese cosa diamine avrebbe dovuto aspettare."Perché dovrei aspettare, Amemiya? "
"Tu aspetta, ok? Sii gentile, Altrimenti dovrai fare altri straordinari per ricucirlo"
Hoshiko si avvicinò a Kyotaka, un'ometto smilzo con gli occhiali e l'aria smunta che già stava sudando freddo, evitando di guardarla. Quando fu costretto a prestare attenzione ,divenne più pallido del cadavere di fronte a loro, sobbalzò quando la ragazza si piegò su di lui è sorrise in modo terrificante, il sorriso di una belva davanti al topo
"Jiichi, l'assistente del direttore…"
Sillabò
"grazie per la gita al Monte Fuji, c'era un fottuto livello quattro ad aspettarmi, é praticamente morto appena mi ha vista… come mai sono finita lì e non dal livello speciale a dare una mano ai ragazzi del primo anno? Per caso vi siete confusi e saremmo dovuti andare là?intendo,io ed il professor Gojo? Perché se è così, ed é stato un errore innocente, vi prendo a calci in culo perché siete degli idioti… Se invece lo avete fatto di proposito…e tu hai leccato loro il culo.."

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Falling stars
Fiksi PenggemarErano il trio perfetto: Hoshiko, Geto e Gojo, avevano iniziato insieme il corso all'accademia ed erano tre degli stregoni piu' potenti e con piu' potenziale dell'accademia, il fiore all'occhiello dei difensori dell'umanita', ma poi, tutto crollo' do...