Capitolo sei.

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"Dunque, di cosa vorresti parlarmi?"

È questo ciò che Jungkook chiese all'omega con cui viveva da, ormai, un bel po' di tempo, accomodandosi al meglio sul caldo e ben levigato parquet, sentendo come un'ansia maledetta e paralizzante, iniziasse a prendere il sopravvento sulla sua psiche.

I due ragazzi erano seduti a gambe incrociate sul pavimento, avvolti felicemente in quelle coperte in pile rosse ed estremamente soffici, nel mentre che osservavano ed ammiravano incantati, l'albero onusto di colori sgargianti e decorazioni stravaganti, che avevano di fronte.

"Vorrei tanto sapere la tua storia, e a mia volta, vorrei davvero tanto raccontarti la mia. Ormai sono tre mesi che conviviamo, e mi sembra più che giusto toglierti una serie di dubbi, che sicuramente avrai. Vorrei anche io sapere un po' di più su di te, sempre se tu vorrai, ovviamente." Gli rispose Taehyung, girandosi a guardarlo con un piccolo sorriso imbarazzato stampato sul volto, sorriso che l'alfa ricambiò quasi d'istinto.

Vedere sul viso dell'omega, quella sua bocca curvata all'insù e quei suoi occhi tanto lucenti e trasparenti, fece sorridere Jungkook all'istante, senza neanche accorgersene.

"Te la racconterò volentieri. Mi sembra più che giusto, effettivamente, parlare delle nostre storie. Potremmo toglierci moltissimi macigni dalle spalle." Disse Jungkook, guardando Taehyung con un grande sorriso sul viso, amando l'idea che quell'omega aveva avuto.

"Allora... inizi tu o inizio io?" Chiese Taehyung, sentendo l'ansia appropriarsi violentemente del suo cuore canterino, che non la smetteva un attimo di tamburellare a ritmo, facendo così diventare irregolare il suo respiro e facendo sudare, leggermente, le sue manine irrequiete.

E l'alfa, che lo osservava minuziosamente, e che analizzava qualsiasi movimento compiesse con estrema attenzione, si accorse subitaneamente, di quanto l'omega fosse agitato ed ansioso.

"Se vuoi inizio io, così riuscirai ad organizzarti un discorso, nel mentre che parlo io. Sai, mi sembri alquanto agitato." Disse Jungkook, ridacchiando divertito ed adorante.

Jungkook poteva giurare, senza alcun timore e senza alcun dubbio, di non aver mai conosciuto una persona tanto adorabile quanto Taehyung.
Ne era più che certo.

"V-va bene, grazie. Inizia pure quando vuoi." Gli disse Taehyung, sentendo, l'ansia canaglia, mollare leggermente la presa sul suo cuore debole ed affabile, facendo sì che il suo respiro si regolarizzasse e i suoi palmi smettessero di sudare abbondantemente.
Odiava come la sua ansia, avesse un tale controllo sul suo corpo. Doveva imparare assolutamente a gestirla.

"Ebbene, penso di poter cominciare subito.
Beh, posso dire di non aver avuto un'infanzia felice. Posso dire con certezza, di aver sofferto fin troppo, quando ero bambino.
Della mia infanzia maligna, ricordo solamente l'orfanotrofio in cui sono cresciuto.
Ricordo che posto orribile fosse. E quanto le persone che ci lavoravano, fossero altrettanto orribili. Erano inequivocabilmente disumane, insensibili all'ennesima potenza, del tutto apatiche.
Le punizioni che noi bambini subivamo erano oltremodo crudeli, erano oltremodo insostenibili.
Un solo errore, poteva portarti a una reclusione di due giorni dentro ad una stanzetta buia ed angusta. Non ti era permesso avere nulla al suo interno, non ti era permesso mangiare o bere, durante quel lasso di tempo.
Era un posto così brutto, ma così brutto, che solo al pensiero di averci vissuto per diciotto anni della mia vita, mi fa venire una nausea vertiginosa.
Quando ebbi l'età necessaria per potermene andare, non ci pensai due volte prima di scappare da quel posto mostruoso.
Scappai, e cercai in lungo e in largo i miei genitori biologici. Grazie a dei documenti, che rubai dall'orfanotrofio dell'orrore, riuscii a ricavare il loro numero telefonico, e dunque, li chiamai in fretta e furia, fingendomi un intervistatore rinomato in tutto il mondo, e dissi loro che erano stati scelti per fare un'intervista sull'importanza dei valori familiari, e che sarebbero stati pagati a fior di quattrini. E loro, come immaginai, accettarono estatici. Insomma, chi non lo farebbe, avendo l'opportunità di poter guadagnare un po' di soldi facili, senza muovere neanche un dito?
In seguito, mi feci dare l'indirizzo di casa loro, dicendo che, ovviamente, sarei andato io stesso ad intervistarli, insieme alla troupe televisiva. Quando mi diedero l'indirizzo di casa, non ci pensai neanche due volte, prima di precipitarmi lì. Ero finalmente riuscito a trovare la mia famiglia, potevo finalmente tornare a casa, potevo finalmente sapere perché avessero deciso di lasciarmi in quel maledetto orfanotrofio, a marcire in solitudine.
Tuttavia, nulla andò secondo i miei piani. Appena suonai al campanello della meravigliosa dimora dei miei genitori, mio padre aprì quasi istantaneamente la porta. Appena lo vidi, sentì i miei occhi ormai privi della felicità che un tempo portavano, riempirsi inesorabilmente di lacrime salate, ed un grandissimo sorriso, nacque sul mio viso sciupato. Ero pronto a vedere lo stesso sorriso comparire sul volto rugoso di mio padre, ed invece, tutto quello che ottenni, fu una porta sbattuta dritta in faccia.
E lì capii, che non c'era più nulla da fare per me.
E dunque, eccomi qui. Ora sono diventato una specie di nomade, di cui feste ed affetti familiari, non è un così grande intenditore.
Campo grazie alla mia più grande passione, la musica, che non mi ha mai lasciato solo, e che non mi rifiuterebbe mai e poi mai.
E da un paio di mesi, vivo in questa meravigliosa casa, con un omega scorbutico e misterioso, avente un pancione che vorrei davvero tanto riempire di baci e carezze.
E insomma, per ora finisce qui la mia storia, Taehyung.
Tocca a te, raccontarmi la tua."

Taehyung, in seguito a questo discorso struggente, non poté che guardare Jungkook con gli occhi lucidi e stracolmi di dispiacere.

Quell'alfa tanto schietto quanto etereo, aveva attraversato le pene dell'inferno, e ne era uscito vincitore. Ne era uscito trionfante, vittorioso. E Taehyung, non poté che provare per lui, una fortissima ed immensa stima. Un'irrefragabile ammirazione.

Voleva così tanto avere la stessa forza di volontà di quell'alfa dal passato travagliato.

L'ammirazione che Taehyung provava per Jungkook, lo ipnotizzò e lo stregò a tal punto da avvicinarsi di scatto a lui, in modo da poterlo abbracciare strettamente, circondando, con le sue braccia ossute, la vita segnata e stretta di Jungkook, rannicchiandosi, istintivamente, contro di lui.

"Sei stato così forte, Jungkook. Sei, senza alcun dubbio, la persona più determinata e più forte che io abbia mai conosciuto. Ti ammiro davvero tanto, non è da tutti avere una tale forza di volontà." Gli disse Taehyung, con voce tremante per colpa dell'emozione, causata dal contatto fisico che stava avvenendo tra loro due, che gli provocò, ineluttabilmente, in quel suo organo canterino, l'accelerazione dei suoi battiti melodiosi.

"Grazie, Tae. Sono molto orgoglioso di quel che sono ora. Tutto quello che ho attraversato mi ha formato, mi ha fatto diventare l'uomo che sono ora. Non sarò tutto sto granché, ma ti assicuro che, dato il mio trascorso, sarei potuto diventare un mostro insaziabile di vendetta." Gli disse Jungkook, ricambiando dolcemente quel goffo, ma così tanto confortante abbraccio.

"I-io... t-ti racconterei volentieri la mia storia, Jungkook, ma non me la sento in questo momento. Non è facile per me raccontare quel che mi è accaduto, e sinceramente, non vorrei spostare l'attenzione su di me, in questo momento. Ora come ora, io e il mio cucciolo, vogliamo solo darti l'amore e l'affetto che tanto ti meriti. Ce lo concederai?"

Taehyung, in seguito ad aver detto questo a Jungkook, si girò per poterlo guardare totalmente in viso, notando, immantinente, come l'alfa lo stesse già osservando con un morbido sorriso impresso sul volto, e con quei suoi occhi tanto trasparenti e comprensibili, quanto abissali ed illeggibili. Questi ultimi, notò Taehyung, erano evidentemente onusti di oceani salati, pronti a far inumidire ed infradiciare, le sue gote leggermente arrossate.

"Ve lo concedo volentieri. Accetto tutto l'amore e l'affetto che sarete disposti a darmi, omega." Gli disse Jungkook, lasciando, in seguito, un persistente bacio sulla fronte di quell'omega tanto misterioso, sentendo come lo smarrimento che da tempo provava, a causa del suo non stanziare mai in un luogo preciso, per un lungo lasso di tempo, si attenuasse notevolmente.

"Te ne daremo in abbondanza, alfa. Ti daremo tutto quell'affetto e tutto quell'amore, che non ti è mai stato dato prima d'ora.
Promesso."

Sono viva, guys.
Non preoccupatevi.<3
-Ele.♡︎

Un aiuto reciproco. || Taekook/Kooktae.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora