Capitolo 15

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La mente umana gioca brutti scherzi

La tempesta si era placata, ma quello a cui avevano assistito era stato abbastanza sconvolgente.
Roberto parlava al telefono per avere informazioni, dalla scuola, su suo figlio. Intanto Elisa piangeva e Riccardo la rassicurava tra le sue braccia. La connessione del bar ormai era saltata. Nessuno dei due ragazzi riusciva a contattare i propri genitori per avvisare che stavano bene. Roberto si occupò di tutto e dopo aver messo in sicurezza la moglie e i ragazzi andò a prendere Luigi da scuola. Di ritorno, l'uomo raccontò che l'unica zona interessata dal tornado era stata proprio quella loro, che sopra al paese il sole non si era mai oscurato, aveva continuato a splendere senza dare il minimo segno di maltempo. Si guardarono stupiti, il tornado lo avevano visto tutti, come era potuto succedere? Per un momento non ci pensarono più, e per riprendersi dallo shock l'uomo preparò una buona cioccolata calda. Riccardo ed Elisa si fermarono a mangiare per il pranzo a casa dei genitori di Luigi. I ragazzi si impegnarono a sistemare la tavola. Mentre la signora Giulia metteva nei piatti le orecchiette con il sugo, Roberto faceva zapping per cercare un telegiornale locale. Le notizie scorrevano sullo schermo mentre le forchette picchiettavano sui piatti di porcellana. Ci furono sguardi, ma nessuna parola. Luigi osservava, alzando ogni tanto gli occhi dal piatto, i due amici in modo interrogativo. Avevano saltato la scuola e lui non era stato interpellato, avevano assistito a un piccolo uragano e anche lì, lui non era presente; in quel momento si stava domandando se stavano nascondendo qualcosa. Non ebbe il coraggio di fare domande, ma quella esclusione insinuò nella mente di Luigi un brutto presentimento. Il ragazzo salutò i due amici, rivolgendo uno sguardo particolare a Elisa che gli sorrise debolmente. Giulia si alzò subito iniziando a sparecchiare, Roberto afferrò le chiavi per riaccompagnare Elisa e Riccardo a casa.
Il tragitto verso casa di Riccardo fu silenzioso con qualche sguardo fuggiasco nello specchietto retrovisore da parte dell'uomo.
Riccardo salutò ringraziando Roberto del pranzo. Guardò Elisa e mimò il gesto del telefono, la ragazza fece sì con un movimento impercettibile del capo.

«Allora Elisa, come va con Riccardo?»
«Come?» Elisa era assorta nei suoi pensieri e non aveva ascoltato la domanda posta da Roberto.
La ragazza abitava a Poggiardo, un paesino distante otto chilometri da Santa Cesarea. L'uomo stava approfittando del loro momento in solitaria per farle qualche domanda scomoda, almeno per Elisa.

«Scusami, cosa?»
A Roberto ribolliva il sangue, ma cercò di sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi e riformulare la domanda alla ragazza.
«Ti avevo domandato se con Riccardo è tutto apposto.»
«Ah sì sì, grazie.»
A Roberto quella risposta non piacque.
Elisa si zittì subito, lo sguardo di Roberto, dallo specchietto retrovisore, la metteva in suggestione.
«Con mio figlio Luigi invece?»
«Cosa intende, scusi?»
«Ho notato che vi state allontanando da lui, escludendolo dalle vostre vicende.»
«No, non è così. Oggi è stato un caso che non era con noi!»
Elisa sbuffò interiormente, quell'uomo le dava i nervi. Sempre super protettivo con il figlio. Luigi aveva ormai sedici anni e ancora si preoccupava per lui. Elisa distolse lo sguardo girando il volto verso il finestrino e intrecciando le braccia al petto. La ragazza suo padre nemmeno lo ricordava, aveva abbandonato la madre subito dopo aver saputo di essere incinta e di aspettare due gemelli.

«Siete riusciti a concludere la ricerca prima che saltasse la connessione?»
Roberto continuava a fare domande, voleva a tutti i costi parlare.
«Quale ricerca?» Elisa sembrava cadere dalle nuvole.
«La ricerca per la quale avete saltato scuola oggi.»
«Ah... sì quella ricerca. Scusa ma il tornado mi ha scossa parecchio e non vedo l'ora di chiudermi nella mia stanza e mettermi sotto le coperte.»
«Capisco! Sai alle volte la mente umana gioca brutti scherzi.»
Con questa affermazione Roberto parcheggiò l'auto e aspettò fino a che la ragazza non fosse entrata.
L'aria fresca d'ottobre e la frase dell'uomo fecero gelare ancora di più il sangue a Elisa che entrò in casa senza voltarsi indietro, voleva solo dimenticare questa assurda giornata.
L'uomo ripartì con la convinzione che ci sarebbero state altre chiacchiere con Elisa, doveva e voleva conoscere quella ragazza e scoprire cosa avesse di tanto importante.

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