CAPITOLO 2

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Victoria's Pov

Si incamminò verso le scale
Io: se ti piace così tanto il calcio potresti provare a giocare con la mia squadra
Si fermò, probabilmente era interessato
Io: sai, i ragazzi sono davvero simpatici. Danno tutto quello che hanno anche durante gli allenamenti
Alzò la testa al cielo che si stava riempiendo di tanti, tantissimi puntini luminosi.
Io: tu abiti da queste parti?
Dopo quella domanda il ragazzo se ne andò. Eppure mi sembrava di conoscerlo, aveva un'aria familiare o forse è solo una mia impressione

Javin's Pov

Victoria, sempre la stessa. Non cambierà mai. Sempre con quella passione per il calcio... sì, il calcio... lo sport che tutti amano ma che ha un lato che in pochi conoscono. Io l'ho conosciuto, ho iniziato a conviverci, alla fine, l'ho abbandonato o meglio, lui ha abbandonato me. Sono andato all'Alius Academy per entrare nel club di calcio, i miei genitori hanno fatto dei sacrifici per poi morire. Sì, sono morti proprio per vedere una mia partita.
Mentre camminavo misi le mani dietro la testa e alzai la testa al cielo per vedere le stelle. Il nero glaciale sovrastava tutto, le case, le strade, le macchine.
Ormai era tardi quando entrai in casa. Le luci erano tutte spente e mio fratello stava già dormendo probabilmente si sarà cacciato in un guaio, lo conosco troppo bene anche se non mi dice nulla. Andai in camera mia dove accesi la luce, nell'angolo a destra c'era la mia chitarra un po', un po' tanto impolverata.
La presi e mi sedetti sul letto, la spolverai velocemente con le mani e senza togliere la custodia iniziai a fingere di suonarla. La melodia si diffuse nella mia testa e non mi accorsi che era già notte fonda
Il giorno dopo mi dovetti svegliare alle 6:30 perché quei dannati degli assistenti sociali bussarono alla porta. Prima di scendere dal letto sentii una strana fitta al cuore che diventava sempre più forte ogni secondo che passava, misi la mano al petto e strinsi, come se servisse a qualcosa poi tutto tornò come prima.
Ass.1: Javin siamo qui per comunicarti che dovrai fare una visita
Ass.2: i tuoi genitori, più specificatamente tua madre, ci disse che avresti dovuto fare un controllo in questa età
Io: e come mai ve lo disse a voi?
Ass.1: ci scusiamo, a noi non disse nulla, ma quando andammo a casa vostra trovammo un foglio con scritto di questa visita
Io: capisco
Ass.2: detto questo, buona giornata
E chiusero la porta. Non riuscii a riprendere sonno e nel tardo pomeriggio andai verso la torre per stare un po' da solo. Solo io e la mia musica. Nessuno che disturbasse. Mi sedetti su una panchina, presi il telefono, blu con la cover nera, e feci partire una canzone. Il sole stava tramontando e copriva tutta Inazuma City con un velo roseo. Finalmente ero in pace con me stesso,
mi sentivo bene
o forse...
o forse no.

Victoria's Pov
Io: hey Mark! Ti va se andiamo alla torre ad allenarci?
Mark: certo! Vuoi fare un allenamento extra?
Io: esattamente! *in realtà c'è una cosa che vorrei dirti*  passo un attimo a casa e lo dico a mio padre poi arrivo subito.
Arrivati alla torre vidi un ragazzo... mi sembrava familiare. Si accorse della nostra presenza però non se ne andò, restò a fissare il pallone che Mark teneva in mano. Lo fissava forse con amore o forse con odio, non capivo, però non distoglieva lo sguardo da quella sfera.
Io: ciao! Vuoi giocare con noi?
Rispose alzandosi e girandosi, come se volesse ignorarci.
Era il ragazzo dell'altra volta. Per la corporatura mi sembrava proprio il mio vecchio amico, Javin, però l'atteggiamento era completamente diverso
Mark: piacere io sono Mark Evans, portiere e capitano della Raimon, tu chi sei?
Aveva due auricolari nelle orecchie, forse stava ascoltando la musica o li usava semplicementeper ignorarci. Alzò la testa verso il cielo e punto un dito contro il cielo rosso.
Mark: cosa c'è?
Alzammo tutti e due gli occhi al cielo per vedere quello che il ragazzo stava indicando ma...
Io: non c'è nulla
Cercai il ragazzo ma non c'era più, era scomparso nel nulla
Mark: dov'è finito
Io: non ne ho idea
Mark: ah, quasi mi dimenticavo! Ti va di allenarti?
Io: in realtà c'è una cosa che vorrei dirti...

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