Quando è la ragione a decidere invece dell'anima, in amore con il tempo diventa un problema. È quello che ha sperimentato Giada, quando ha lasciato che la ragione guidasse le sue emozioni.
Diario Autoesperenziale
Mercoledì, 2 Giugno 2015
È un mite sabato pomeriggio, è primavera. Paolo, è seduto con il suo gruppo di amici su una panchina poco distante dalla mia, io sono con le mie amiche di sempre, lo vedo fare capolino con la testa. Lo sguardo è dolce, tenero, da cucciolone, mi guarda con insistenza, prende coraggio, si siede accanto a me, non dice niente, continua a guardarmi, mi prende una mano, lo osservo stupita: che audacia, da lui non me lo sarei mai aspettato, sembra così timido! Lo lascio fare incuriosita. Mi accarezza la mano, la osserva, non ci sono anelli, me lo fa notare e aggiunge: " Niente anello, niente ragazzo! Posso rimediare io se vuoi?
Accenno una risatina divertita, poi lo guardo e dico: A cosa vuoi rimediare esattamente? Mi vuoi comprare un anello o vuoi diventare il mio ragazzo? Mi sorride timidamente e poi dice: "Non uno qualsiasi, uno che ti vuole tutto per se!" conclude, facendomi l'occhiolino ed accennando un timido sorriso.
Lo guardo, appoggio l'altra mia mano su quella che lui sta tenendo con entrambe le sue, gli dico: "E tu mi vorresti tutta per te? Perché? Neanche mi conosci!" Lo guardo e non posso non pensare, che situazione surreale mi doveva capitare, che tipo strano, ma da dove sbuca questo dall'Ottocento?
Paolo non si da per vinto e dice semplicemente: " A questo possiamo rimediare subito: Paolo piacere di conoscerti Giada. Vedi ora mi conosci anche tu, io già ti conosco, so il tuo nome, so che sei bellissima, che ti siedi su questa panchina tutti i sabati pomeriggio e che io rimango ipnotizzato a guardarti quando ridi, il tuo sguardo è dolce i movimenti del tuo corpo pacati e misurati, questo mi basta per capire che sei anche zuccherosa come piace a me" conclude sornione.
Oh Mio Dio! Questo è proprio fuori di testa, ma è anche incredibilmente romantico! E mò che gli rispondo? Sbatto le palpebre un paio di volte, chiudo la bocca che mi accorgo solo ora che è aperta, sorrido e senza starci troppo a pensare dico: " Piacere mio Paolo, adesso posso dare un nome allo stalker che mi fissa ogni sabato pomeriggio dalla panchina accanto!".
È iniziata così la nostra storia.
Paolo, non è il tipo di ragazzo che di solito frequento, non è bello e neanche brutto, ha un suo particolare fascino, il suo sguardo è profondo e l'animo si mostra gentile, è ironico, pacato e i modi galanti. Penso " lui non mi farà soffrire, è gentile e galante, un ragazzo d'altri tempi". Con lui sarà diverso. Io sarò diversa.
Nella mia mene, rivivo quel giorno con immensa tenerezza, ricordo lo stupore, la sensazione di appagamento provata dalle lusinghe ricevute. Ricordo quegli occhi dolci che mi guardavano come se non ci fosse altro di altrettanto interessante su cui posare lo sguardo. Non riesco a credere che quel ragazzo sia lo stesso con cui oggi convivo, lo stesso che mi ha condotta nell'abisso della solitudine, dell'inquietudine, della desolazione, della disperazione, dell'incertezza.
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ANIMA IN GABBIA
Ficción GeneralIncastrata in un presente soffocante e destabilizzante che le impedisce "emotivamente" di spiccare il volo, come fosse imprigionata in una dimensione che non le appartiene, Giada deve evadere. Non sa come fare. È in questi momenti di sconforto che l...