Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste fino al giorno estremo del giudizio.Manuel sta davvero rimpiangendo in quel momento di non aver pregato Dante di prendere la scatola e farla sparire. Non è mai stato bravo nel mettersi da solo davanti allo specchio e affrontare i mostri della mente, o quelli contenuti nei ricordi.
Si sente stanco, la schiena gli fa male ed è sicuro che sia per la tensione che gli tira i muscoli e gli fa sentire il corpo come se fosse d'acciaio.
Si passa le mani sugli occhi, nel tentativo di scacciare le lacrime e riuscire a vedere bene i contorni delle cose.
La A di amore adesso sembra più scura rispetto alle altre lettere, bagnata dalla sua lacrima, e sembra sbeffeggiarlo nella sua dimensione maiuscola e il suo inchiostro nero, come a dirgli: guarda cosa hai buttato.
Scuote la testa, vorrebbe rispondergli, vorrebbe dirgli che non è vero, che non ha buttato niente, che quell'amore ancora esiste che lo sente ancora come il principale componente del suo corpo, che ha sbagliato e vuole chiedere scusa, che non può farlo, ma se potesse avvolgerebbe il nastro del tempo per tornare a quella notte in cui la crepa della bolla Manuel&Simone si è fatta voragine e ha distrutto tutto.
Jacopo, fortunatamente avrebbe riconosciuto in seguito, era dai nonni quel sabato sera, lo aveva accompagnato proprio Manuel poche ore prima.
Lo aveva lasciato alla porta della villa salutandolo con un bacio e la raccomandazione di non mangiare troppe caramelle o cioccolato, a cui il bambino aveva risposto con un sorriso furbo e un'alzata di spalle, come a dire sono loro che insistono nel viziarmi."Mi raccomando ma' non esagerate altrimenti Simone poi rompe i cogl-"
"Oh!" lo interruppe la donna, spingendolo leggera su una spalla e con lo sguardo severo "E che è 'r modo de parla' di Simone questo?"
Manuel sbuffò, alzando gli occhi al cielo "vabbè ma' sto a scherza', te pare..." rispose, dirigendosi verso la macchina.La donna lo raggiunse poi, impedendo a quella fuga di compiersi "Manuel, senti, va tutto bene?" chiese poi Anita, poggiandogli una mano sul braccio.
"Tutto bene ma'" rispose Manuel, e pregò con ogni fibra del suo corpo di apparire credibile, ché un interrogatorio era l'ultima cosa che desiderava in quel periodo.
"Sei sicuro, sì? Lo sai che con me puoi parla' de tutto ve'?" continuò la donna, non lasciando il braccio del figlio, ma anzi rafforzando la presa.
"Sì ma' tutto bene!" rispose spazientito, poi un allarme prese a suonare nella sua testa e quasi terrorizzato dalla risposta che avrebbe potuto ricevere abbassò gli occhi e "T'ha detto qualcosa Japo?"
"No, no amore, non m'ha detto niente Japo. Parlo di te, stai bene? Te vedo strano utlimamente" Manuel riprese a respirare sollevato.
"Sì, sì, tutto bene, dai famme anda' ma', ché a quest'ora dovrebbe esse' già tornato pure Simone" disse velocemente alla madre, mettendosi poi al posto di guida e salutandola lanciandole un bacio con la mano dal finestrino.E Simone era davvero già a casa, e aveva già preparato la cena, e lo accolse con il miglior sorriso che quel periodo sconosciuto e doloroso gli permetteva di tirare fuori.
"Tutto bene oggi?" iniziò il corvino, e Manuel avrebbe voluto coprirsi le orecchie con i palmi delle mani, pur di non sentire quella voce che con la stessa dolcezza di sempre cercava di allacciare una conversazione tranquilla e piacevole, come ne avevano avute a miliardi negli anni, ma che adesso per Manuel avevano un sapore artificioso e industriale, quasi di plastica.
"Sì, sì, tutto bene" si sforzò di rispondere nei migliore dei modi.
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Sonetto LCVI
FanfictionSe questo è errore, e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato