𝐈 𝐋𝐎𝐒𝐓 𝐌𝐘𝐒𝐄𝐋𝐅: 𝐏𝐚𝐫𝐭 𝟏

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ɪ ʟᴏꜱᴛ ᴍʏꜱᴇʟꜰ ɪɴ ʟᴏᴠɪɴɢ ʏᴏᴜ, ɪɴ ʟᴏᴠɪɴɢ ʏᴏᴜ

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ɪ ʟᴏꜱᴛ ᴍʏꜱᴇʟꜰ ɪɴ ʟᴏᴠɪɴɢ ʏᴏᴜ,
ɪɴ ʟᴏᴠɪɴɢ ʏᴏᴜ

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Si era appena affermato il secondo decennio di apertura nel negozio di parrucchiere di Kim Jiwoo, a Seul; di modeste dimensioni, la sede del taglio per trucco e parrucco della donna, confinava approssimativamente al fianco di un internet caffè, illuminato con luci stroboscopiche, e un po' più in là invece, vi era lo storico ristorante di cibo cinese che ospitò per anni le numerose abbuffate della famiglia Myeong.

E, nonostante fossero passati ormai vent'anni, tutto sembrava essere rimasto uguale al susseguirsi di quando Myeong Dami iniziò a camminare sul parquet del negozio di sua madre. Tra spezzoni del passato ebbe modo di ricordare i secondi che anticiparono uno degli episodi più imbarazzanti della sua vita; quel mattino di agosto si mise a correre così forte, nonostante sapesse a mala pena alternare il piede destro con quello sinistro, che scivolò all'indietro dopo qualche metro, con le gambe all'aria.

Sbatté il capo con estremo fastidio, venne pervasa dal pizzicore che le inumidì immediatamente gli occhi mentre braccia e gambe rimasero divaricate a stella. Aprì gli occhi, già pronta a piangere, ma allo schiudersi delle palpebre irritate vide quattro pale girare su se stesse: non era che un ventilatore da soffitto, lento — lentissimo — e verniciato in un noioso grigio spento.

Odiò immediatamente quell'aggeggio e il sentimento non trasmutò col tempo, la noia che le provocava quel fastidioso cigolio meccanico non era solo uditiva ma anche visiva. Non seppe spiegarsi il motivo di tale accidia nei confronti di un oggetto inanimato, costruito con il solo scopo di rinfrescare la stagione più mite e afosa della Corea del Sud, le fissava accigliata ogni volta che smanettava in salone.

Forse un motivo c'era, supper nascosto nei meandri della sua mente e del suo piccolo orgoglio con cui cercava di proteggersi dal mondo. Quando cascò sbattendo la testa, in quella mattinata d'agosto anni indietro, qualcosa in lei cambiò; la sua vita.

Se ne uscì con un bernoccolo nella zona parietale del cranio, ma niente trauma cranico sufficientemente grave da spappolarle il cervello o fratture ossee, solo un po' di vomito per il dolore e la continua agitazione che provò dinanzi alle urla avvezze dei suoi genitori al pronto soccorso.

Settimane dopo i coniugi Myeong si separarono e perfino Dami, con una bacinella posata sulle cosce e riempita appena dal suo pranzo non digerito, sapeva che darsi la colpa del loro divorzio equivaleva allo svuotare un oceano con un secchiello da spiaggia; era goffa, non stupida. Ma successero troppe cose da lì in avanti per non essere accumunate alla sua caduta e alle noiose pale del ventilatore del salone — almeno secondo lei.

𝐈𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔// 𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐏𝐉𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora