ɪɴ ʟᴏᴠɪɴɢ ʏᴏᴜ🎐
Je era un maledetto bastardo e allo stesso tempo il padre migliore del mondo. La giornata libera, le revisioni anticipate e le domande nefaste del meccanico: era tutto calcolato dall'inizio alla fine. Ed era stato Jimin a chiedergli di mantenere il segreto per farle una sorpresa e Je fu talmente disponibile che lasciò a loro tutto il tempo necessario per stare insieme nel suo appartamento. Dopo mesi devastanti di tour e la distanza come unica amica di entrambi, gli sembrava doveroso concedergli la giusta intimità senza nessuna interruzione.
Mentre Dami ancora non si capacitava di come quel tredici tatuato sul polso del ragazzo fosse ora premuto contro il suo ventre, doveva essere a chilometri di distanza a mangiare fish and chips a Wembley o croissant francesi a Parigi.
Invece la stava abbracciando con la sua solita dolcezza, unica e indescrivibile, le labbra gonfie a lambirle l'orecchio con la sua solita malizia mentre la punta del naso strisciava sulla pelle circostante, timoroso di non riconoscere più l'odore della sua donna.
«Jimin» la voce tremò e si girò immediatamente verso il petto ampio del ragazzo, senza riluttanza, «Tu. Cosa—» aveva tante cose da dire ma ogni domanda svanì nell'esatto momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli felini e assottigliati di Park Jimin.
Indossava un cappellino nero per nascondere la sua inconfondibile capigliatura color cenere, dei jeans altrettanto scuri e aderenti e a coprirgli le spalle una giacca nera di pelle mai usata, perché profumava ancora di nuovo.
I suoi occhi, nonostante la stanchezza e un leggero alone scuro sotto le ciglia lunghe, brillavano d'emozione accompagnati da un sorriso simile allo stregatto di Alice nel Paese delle meraviglie, capace di farla precipitare nel famoso baratro dove Alice stessa si era persa e caduta, risvegliandosi in un mondo completamente al contrario.
Tutto era ovattato e quell'idiota romantico di Jimin continuava a parlare e a prenderla in giro per il suo stato di shock, questo fece gonfiare il suo ego smisurato e Dami pensò bene di sgonfiarglielo immediatamente con un bacio. Lo attirò su di sé con una velocità spaventosa, fu fulminea a tappargli le labbra con le sue e sentì venire a meno le gambe, insieme a tutti i restanti arti che reggevano il suo peso.
Il biondo spalancò gli occhi ma fu compiaciuto dalla sua timida audacia, sopperendo mano a mano ogni sintomo di imbarazzo che incombeva su Dami, qual volta che faceva il primo passo. Le labbra schioccarono fra loro e Dami sentì le guance divenire umide e bagnate; a colare fra loro non erano altro che lacrime salate, ancora incredula e tremante fra le braccia del suo piccolo segreto che costudiva quasi con gelosia.
Le farfalle tornarono ad accarezzarle il ventre e annullarono mesi di agonia con un semplice contatto al sapore della passione, Jimin fu il primo a schiudere le labbra per contemplare quelle di Dami con la sua lingua, anch'essa era diventata ingestibile e agognante di contatto con la gemella. Il bacio divenne immediatamente umido e bagnato, tant'è che Dami si sentì appoggiare delicatamente sul bordo del cofano della Hyundai dopo che Jimin avvertì migliaia di scosse scombinargli i buoni propositi.
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𝐈𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔// 𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐏𝐉𝐌
Fanfiction[𝐂𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐚] 𝐈𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐈𝐍𝐆 𝐘𝐎𝐔// 𝐎𝐍𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐓 𝐏𝐉𝐌 Trama: «Eccolo é lui! Quella pestifera di mia nipote é fissata con questo qui! Che dicerie, sposarsi con un ragazzo così ma non sa che idol di questo tipo non hanno occhi e tempo p...