Sorprese

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Questo non doveva dirlo. Mi scaglio verso di lui mollandogli un pugno. Lui si tiene la guancia.
-Alice...-dice guardandomi con gli occhi lucidi.
Mi giro verso Edward.
-Tu hai bisogno di me. Per ora fai come ti pare. Io vivró in quella casa abbandonata laggiù- indico una casa in mezzo al bosco -Non verró da te finché non sarai tu a venire da me.-dico seria. Ma appena finita la frase, Arthur mi mette le mani al collo e mi tiene sdraiata a terra. Mi arrabbio tantissimo.
-Edward, scappa in quella casa abbandonata. SUBITO!-urlo. Lui dubita un po', ma alla fine corre verso la casa. Io prendo Arthur per le mani, poi mi alzo in volo e lo scaglio contro una casa. Lui assume il suo aspetto da demone mentre io atterro in mezzo alla strada principale. Appena mi vedono le persone scappano. Io allargo le braccia creando del fuoco, poi lo mando verso Arthur. Lui lo schiva.
-MI STAI FACENDO ARRABBIARE. HAI 3 SECONDI PER TORNARTENE A CASA TUA E NON FARTI VEDERE MAI PIÙ.-dico urlando mentre le fiamme mi avvolgono.
-Non ho intenzione di andarmene. Ho intenzione di fermarti, pazza.-ribatte serio.
Ora basta. Evoco la mia falce, la faccio battere a terra 3 volte e i palazzi crollano per la scossa sotterranea. Mi alzo in volo prima che un palazzo mi crolli addosso. Mi guardo intorno e non vedo Arthur e, quando faccio per andarmene, sento la sua mano che mi afferra violentemente per il polso. Mi libero la mano, lo prendo per il collo e lo scaglio a terra, tra le macerie. Lui é pieno di ferite, ma non vuole mollare. Alla fine decido di farla finita: lo colpisco con la falce.
-A-Alice...- sussurra prima di fare il suo ultimo respiro. Solo ora mi rendo conto di cosa ho fatto e cosa sono diventata. É stato Key a uccidere i miei genitori, ma ora sono stata io a uccidere mio fratello. Cado in ginocchio, vicino al suo cadavere. Non piango, forse perché non ho le forze, o forse perché ormai non provo più emozioni. Sento di essere impassibile. Mi alzo e cammino tra le macerie di una parte della città distrutta. Arrivata alla casa abbandonata, Edward mi abbraccia.
-Alice! Dimmi che non ti é successo niente! Hai i vestiti pieni di polvere!-
-Stammi lontano.-dico fredda.
Lui ci rimane un po' male.
-Perché...?-.chiede.
-Ho ucciso mio fratello e distrutto una parte della città. Vattene a casa ora.-dico senza guardarlo mentre salgo i scalini davanti alla porta d'entrata. Lui obbedisce e se ne va. Passo una settimana senza uscire da questa casa. Sento che qualcosa dentro di me sta cambiando. Si apre la porta dell'ingresso.
-Alice?- urla Edward.
-Di nuovo insieme, eh?-dico con un poco di ironia.
-Sì. Avevi ragione tu: senza di te io non sono capace di fare nulla.-ribatte lui, guardandomi serio.
-Bene- vado vicino a lui - Spero che tu non faccia come quando ho ucciso Nadia, altrimenti finisce male.- dico sorridendo.
-No. Non lo faró.- risponde.
Quando usciamo dalla casa, lui spalanca gli occhi sorpreso, mentre io faccio un sorrisetto.
-Bentonati da me- dico -Albitri della Morte Eterna.-
Uno di loro mi prende per la fronte e mi fa inginocchiare, mentre un'altro pronuncia la mia sentenza.
-Alice Black. La sua colpa é...aver ucciso il principe Arthur Black.-
Spalanco gli occhi, sorpresa, e alzo lo sguardo verso uno di loro. Non sapevo, o almeno non ricordavo, di essere figlia del vecchio re e della vecchia regina di Lonely City. Non sapevo che mio fratello fosse il principe e che stava per essere incoronato re.
-Lei sarà condannata all'Abisso.- continua l'Arbitro della Morte Eterna e prima di essere trasportata nell'Abisso mi rivolgo a Edward.
-Torneró.- dico con un sorriso furbo.
Poi tutto si fa buio e quando riapro gli occhi eccomi di nuovo qui: incatenata, nel vuoto dell'Abisso.

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