• Capitolo VII - In punta di piedi •

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CAPITOLO VII:in punta di piedi

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CAPITOLO VII:
in punta di piedi

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Venerdì, 25 febbraio 2022 (h. 16:40) — Seul, Corea del Sud

Sulla soglia del soggiorno, mentre il silenzio che si allargava tra loro come un cerchio nell'acqua era interrotto solo dal rumore di sottofondo della televisione, Lee Minho dava l'impressione di stare iniziando a sentirsi come uno di quei folli che sparano contro il cielo durante una notte particolarmente silenziosa. Eunju, seduta sul divano e avvolta nel suo morbido cardigan color panna, con una coperta di pile sulle gambe e i lividi sul viso che avevano iniziato a colorarsi di un verde orripilante, lo fissava esterrefatta. «Che cosa?» domandò alla fine.

Minho deglutì, a disagio. «È solo che... è da tanto che non lo facciamo.» chiarì con cautela mentre spostava il peso del corpo da un piede all'altro. «Sono state due settimane terribili per tutti... e penso che ti potrebbe servire rilassarti un po', ecco tutto.»

Sorpresa da quella proposta così inaspettata, Eunju sollevò leggermente le sopracciglia. Aprì la bocca per parlare... e restò in silenzio, senza sapere bene cosa dire.

"Assurdo. Tutto questo è assurdo..." Aveva danzato più volte di quante potesse ricordare, aveva ballato insieme a Minho innumerevoli corografie senza mai chiedersi se valesse la pena farlo, aveva eseguito dei passi che l'avevano fatta scivolare e si era rialzata ogni volta, era stata una delle migliori ballerine che avessero calcato il piccolo palco della Casa di Madame Gwan, eppure... eppure eccola lì, seduta sul divano al fianco di Chan e con lo sguardo puntato su Minho, senza sapere che cosa dire. "Sto sul serio esitando?"

La luce del tiepido sole pomeridiano scivolava nel soggiorno dell'appartamento attraverso la grande portafinestra, illuminando le assi del parquet. La stanza aveva bisogno di una ritinteggiata. E, per lo meno secondo quanto era saltato fuori durante l'ultima votazione, richiesta da un nervosissimo Jisung e avvenuta giusto due sere prima in quella stessa stanza, anche di avere un nuovo pavimento: quel ragno inquietante, impresso a fuoco sulle assi di legno, metteva angoscia addosso a chiunque, nessuno voleva averlo in casa. Se non altro, però, il tappeto bianco adempiva per bene al suo compito e nascondeva quell'orripilante marchio.

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