Lovely but deadly

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Nelle ultime settimane Vegas era stato oberato di lavoro a causa di vari problemi dei quali aveva dovuto prendersi cura e come se il suo essere esausto non fosse stato abbastanza, la notte non riusciva a dormire serenamente, nonostante stringesse fra le sue braccia il suo amato Pete, questo perché da quando era morto suo padre sapeva bene che molti avrebbero cercato di ucciderlo perché aveva sempre avuto più nemici che amici, in più c'erano quelli che non vedevano l'ora di vendicarsi non solo di lui, ma anche dei torti che avevano subito dal genitore e a nessuno importava che il responsabile fosse già deceduto, l'unica cosa importante era che Vegas e la sua famiglia si trovavano in una situazione di vulnerabilità in quel momento.
Non erano più una forza stabile e non aveva abbastanza uomini da poter garantire la sicurezza delle persone che amava perciò era stato grato al fatto che Kinn avesse chiesto a Macao di vivere per un po' con lui, giusto perché voleva che non si creassero altre fratture tra chi portava lo stesso sangue e per quanto riguardava la famiglia secondaria, quella era ormai nelle mani di Porsche che Korn aveva nominato capo e per quanto la cosa lo avesse fatto sentire privato di qualcosa che gli apparteneva, Vegas sapeva che quella era stata la scelta migliore, considerando che i due erano amanti, la probabilità di un tradimento o una rivolta era diventata praticamente nulla.

Tutto questo aveva portato l'uomo ad aggirarsi tra casa e ufficio come una sorta di cadavere, con delle profonde occhiaie a segnare il suo meraviglioso volto e un disperato bisogno di caffeina per non svenire nel mezzo di una trattativa o una conversazione, anche così però la notte non riusciva proprio a chiudere occhio, non importa quanto ci provasse, sembrava che improvvisamente un'innaturale insonnia lo colpisse e ovviamente ciò non era passato inosservato agli occhi di Pete, che guardingo aveva fatto in modo di controllare i movimenti delle persone che avevano interagito con la famiglia secondaria e a causa delle condizioni dell'amante non era stato difficile fare in modo che questo non si accorgesse di nulla, dunque quando era arrivato il momento nel quale erano cominciate le perlustrazioni accanto alla loro villa aveva elaborato un piano per risolvere la questione in fretta.

Quel pomeriggio Vegas era riuscito a tornare a casa prima, come una sorta di miracolo aveva accolto la possibilità di passare più tempo con l'uomo che amava, si era trascinato verso il soggiorno dove il più basso se ne stava comodamente seduto, con lo sguardo serio puntato sullo schermo del suo portatile, se fosse stato nel suo stato normale avrebbe notato la pesante aura omicida che egli emanava, però era davvero troppo distrutto e tutto ciò che era riuscito a notare era l'opportunità di buttarsi tra le sue braccia e ricevere un po' di calore, non gli era mai successo prima ma si sentiva come se non indugiasse da troppo tempo nelle sue carezze, in breve aveva bisogno di coccole, proprio lui, lo spietato uomo che passava il suo tempo libero a torturare la gente per divertimento.
Non appena Pete notò la sua presenza chiuse velocemente il pc e allargò le braccia facendo cenno all'altro di avvicinarsi e in meno di un secondo si ritrovò con la faccia del più alto premuta nell'incavo della sua spalla, con le braccia debolmente aggrovigliate alle sua schiena, cosa che gli fece sfuggire una lieve risata: «Sono contento che oggi tu sia uscito prima da lavoro, Khun Kinn si sta davvero vendicando uh?» sussurrò gentilmente creando un'atmosfera rilassante, massaggiando con cura il suo cuoio capelluto e Vegas rispose con un mugugno ovattato, strusciando il naso contro la pelle del collo di chi lo stava abbracciando. «Vegas lo sai che non va bene così, vieni, andiamo in camera da letto, ti porterò una tisana calda mentre ti cambi e non voglio sentire scuse, dormirai fino al mattino se necessario» egli provò a lamentarsi tuttavia era troppo stanco anche per quello, eseguì gli ordini del suo partner e si infilò tra le coperte, bevve il liquido ambrato che gli era stato portato e si accoccolò a Pete, sospirando soddisfatto nel sentire le sue falangi premere delicatamente contro la pelle della sua nuca e quella dietro le sue orecchie: «Non preoccuparti Vegas, pensa solo a riposarti, al resto ci penso io» queste parole bisbigliate furono gli ultimi suoni che fu capace di registrare prima che un'improvvisa ondata di torpore lo assalisse catturandolo in un riposo forzato, senza sapere che le sue ansie non erano improvvisamente cessate, ma il sonnifero le aveva represse.

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