Dalle ceneri
Due figure erano uscite con passo svelto dalla taverna ancora animata dai bagordi e dagli schiamazzi di molti, immergendosi nelle ombre fitte della strada, rischiarata raramente dalla luce delle lanterne ad olio rese sempre più fievole dal vento ululante e gelido che sferzava il carrugio.
"Ti consiglio di lasciare la città al più presto. Ho notato lo sguardo sospettoso della cameriera e non credo ci vorrà molto prima che trovino il corpo."
"Lo so..." Khell era agitato, dopotutto aveva appena ucciso un uomo a sangue freddo, a nulla sarebbero valse le sue giustificazioni o la protezione del conte, doveva trovare il modo di uscire dalla città e doveva farlo in fretta. Però non era il solo in questa situazione, anche il suo nuovo amico era stato visto scendere dal primo piano di quella bettola con lui e sarebbe stato accusato degli stessi crimini qualora lo avessero acciuffato.
"Tu avrai pianificato una via di fuga immagino."
"Certo, e sì posso aiutarti, posso farti uscire da questa città; perché è questo che mi stai chiedendo."
Il ragazzo parve sollevato dalla risposta affermativa che l'uomo aveva fornito a quella che sarebbe stata la sua prossima domanda, ma sapeva che nessuno fa niente senza averci da guadagnare.
"Qual è il tuo prezzo?"
"Di quello discuteremo poi, ora dobbiamo raggiungere la grata del canale che a sud, ho la chiave, da lì potremo uscire senza essere visti."
Khell lo guardò con occhi immobili, analizzando la situazione; non era convinto di potersi fidare di quell'estraneo, e avrebbe contratto con lui un debito, ma dopotutto non c'era nessun'altra via percorribile.
Con un cenno del capo comunicò la propria decisione all'uomo in attesa di fronte a lui, che immediatamente si mosse in direzione della salvezza.
"Però c'è una cosa, prima devo recuperare qualcosa nella mia abitazione."
"Non abbiamo tempo da perdere, se ti impiccano non avrai più bisogno di nulla."
Non sentendo i passi del ragazzo dietro di sé l'uomo fu costretto a fermarsi, stupendosi dello sguardo risoluto che albergava nei suoi occhi dai toni indefiniti.
Soppesò la richiesta per un'istante. "Tra mezzora al canale, se non sarai lì entro allora chiuderò il passaggio e non mi guarderò indietro."
Senza attendere risposta l'uomo si voltò e riprese a camminare a passo svelto in direzione sud.
Khell aveva poco tempo, doveva raggiungere la villa, recuperare quel poco che aveva e che il duca gli aveva donato e percorrere i carrugi di mezza città per giungere al punto d'incontro prestabilito, e tutto sperando che alla locanda rimanesse tranquillo ancora per un po'.
Corse a perdifiato tra le vie strette e sdruccevoli, nell'aria fredda e frizzante che riempiva la notte; aveva smesso di nevicare finalmente.
Impiegò più tempo di quanto non avesse preventivato ma raggiunse la villa senza intoppi. Infilò con qualche difficoltà la chiave nella porta ed aprì lo spesso portone, le mani gli tremavano per l'emozione, la fretta e per il freddo, ma soprattutto a causa della sensazione che ancora lo abitava, quella sete di vendetta che lo aveva portato ad uccidere quell'uomo a sangue freddo, nonostante le suppliche e il fatto che fosse disarmato e oramai inoffensivo, ma in fondo era un assassino, nient'altro che un verme, se lo era meritato; questo era ciò che continuava a ripetere come una nenia tra sé e sé. Una volta attraversata la villa avvolta dall'immobile silenzio delle ombre notturne e raggiunta la sua stanza trovò subito ciò che cercava, il suo tascapane in cui giacevano la lettera per Rose e la collana con l'onice nera aveva tolto solo in occasione delle sue visite alla taverna per paura che potesse essere rubata, prese dal suo sostegno il nuovo pettorale regalatogli dal duca quel pomeriggio e così fu pronto; avanzò di qualche passo per poi immobilizzarsi prima di poter uscire dalla camera. Non gli sembrava giusto sparire senza dare alcuna spiegazione all'uomo come lo aveva accolto nel suo momento peggiore, trattandolo come un figlio solo in rispetto di una vecchia amicizia. Si voltò nuovamente e raggiunse la scrivania e dal cassetto sotto di essa tirò fuori un foglio in cartapecora, strinse tra le mani la piuma imbrattata d'inchiostro che giaceva davanti a lui e alla luce della luna scrisse poche e striminzite righe di scuse, dopodiché, rapido come il dardo scagliato da una balestra, uscì dalla villa senza voltarsi indietro e si diresse a sud.
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La Danza della Morte e del Vento
FantasíaLa storia di un ragazzo alla ricerca di sé, che parte per un viaggio con l'obbiettivo di vendicarsi di chi ha ucciso i suoi compagni, ma dovrà fare i conti con la guerra che imperversa nel nord del continente, mentre le pedine di uno scacchiere ben...