Capitolo V

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Il velo

Erano in viaggio ormai da quasi cinque ore e ancora non si era vista anima viva sulla strada malandata che stavano percorrendo Khell e Domhnall, ne indizi che indicassero la presenza di un villaggio. Il freddo si era fatto meno intenso rispetto ai giorni scorsi, e questo era un bene per loro, però i loro stomaci brontolavano ancora per la fame, vista la scarsità del loro ultimo pasto.

"Penso che questa strada sia in disuso da tempo."

"Già, è probabile visto lo stato in cui è ridotta, però se la memoria non mi inganna dovrebbe esserci un villaggio nei dintorni, non mi ci sono mai fermato ma credo che lì troveremo quanto ci serve".

"Me lo auguro" borbottò Khell tra sé e sé.

E presto ebbe la conferma che Domhnall non sbagliava. Il paesaggio era cambiato di colpo e gli alberi avevano lasciato spazio a campi da coltivati o per il pascolo delle mucche, mentre in lontananza si potevano notare anche le prime case. Superate queste in poco tempo si trovarono di fronte all'ingresso del villaggio, un varco all'interno di una palizzata che soffriva di certo lo scorrere del tempo, posta a protezione di una ventina di casupole in legno e paglia dislocate tutt'intorno ad una larga piazza; L'unico edificio di spicco era una costruzione a forma di elle, più grande e apparentemente più robusta delle altre, al cui esterno si trovava anche una tettoia sotto cui era possibile legare le proprie cavalcature.

"Immagino che quella sia la taverna" disse Khell rivolgendosi al compagno di viaggio che lo precedeva di qualche passo.

"Sì, ma non a meno che tu non nasconda qualche soldo in più nella tua scarsella dubito potremmo permetterci di mangiare lì, dobbiamo comprare le provviste qui" gli rispose Domhnall indicando le bancarelle improvvisate che stavano sparse per la piazzetta semi deserta e su cui erano esposte principalmente cibarie come frutta, verdura o carne essiccata, ma anche bigiotteria e perfino pelli conciate; probabilmente il villaggio doveva essere abituata ad accogliere forestieri che transitavano da o verso la Via Orientale.

"Hai ragione, ho con me solo quel poco che mi rimane dal lavoro per il conte".

"In qualche modo ce la caveremo. Ora vediamo che cosa riusciamo a rimediare".

Esplorarono le bancarelle ed acquistarono le provviste necessarie per una settimana di viaggio, due coperte, il minimo se volevano dormire all'addiaccio durante l'inverno, e infine una nuova borraccia per Domhnall, e una volta terminato di fare acquisti il primo pensiero di entrambi fu rivolto al proprio stomaco, così, senza nemmeno attendere di trovare un posto adatto, iniziarono a mangiare un pezzo di carne secca per placare la fame.

"Mi scusi, in questo villaggio abita un guaritore?" chiese Khell tra un morso e l'altro all'uomo che gestiva la bancarella dal quale avevano comprato la borraccia.

"Si, abita nella casa al limite della palizzata, là".

Il ragazzo lo ringraziò per la sua cortesia e poi si rivolse al suo compagno: "Penso che andrò a farmi vedere i piedi, mi dolgono ancora da ieri mattina, ci rivediamo qui non appena ho finito."

Domhnall annuì non curante, continuando a masticare rumorosamente l'ultimo boccone di carne che gli era rimasto.

Khell raggiunse l'abitazione che gli era stata indicata e al suo interno vi trovò una donna dalla carnagione scura come l'ebano in procinto di cucinare una zuppa. Ella non appena udì i passi alle sue spalle rivelò il proprio volto. pasciuto e gentile, al ragazzo.

"Immagino tu sia qui per i miei servigi" disse con aria bonaria mentre i suoi grossi occhi scuri parevano esaminarlo da capo a piedi.

"Sì, è così, mi è stato riferito che siete una guaritrice"

La Danza della Morte e del VentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora