Capitolo 5

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Avevano lasciato da parte quella conversazione perché ora si era presentato un problema più grosso se si fosse rivelato vero.
Perché Adrien e Marinette non potevano credere che i loro accompagnatori erano spariti.
Quello che era certo, però, erano i sussurri e i rumori di mobili che sbattevano contro le pareti a preoccuparli, soprattutto perché le ombre proiettate sulla parete sembravano addirittura muoversi e le candele che si erano spente all'improvviso e senza che qualcuno ci soffiasse sopra era inquietante.
E Marinette stava per avere l'ennesima crisi di panico se Adrien non le avesse preso una mano e tranquilizzata.
Quel castello era dannatamente spaventoso e a Marinette vennero i brividi lungo la schiena a pensare che qualcuno potesse addirittura sparire.
E se non li avessero mai più ritrovati?
Aveva bisogno di chiedere consiglio a Tikki, e se se ne fosse presentata l'occasione anche di trasformarsi in Lady Bug per sbrogliare qual caso intricato anche senza l'aiuto del suo fedele compagno, ma al momento non poteva fare nulla se non guardare all'interno dell'inseparabile tracollina dove doveva trovarsi il kwami.
L' aprì con la scusa di prendere un fazzoletto.
Tikki non c'era.
Marinette spalancò gli occhi e trattenne un urlo per non farsi scoprire. Dove poteva essere andata la sua kwami? Forse era rimasta in camera sua, pensò.
La corvina guardò a destra e poi a sinistra per trovare un varco da cui passare senza farsi vedere e raggiungere la sua stanza, ma un ululato improvviso proveniente dall'esterno mentre la tempesta imperversava la fecero balzare sul posto.
"Tutto bene?" Le chiese Adrien per l'ennesima volta in poche ore.
Lei annuì dandosi della deficiente mentalmente per la brutta figura appena fatta (a detta sua!!).
La fila di studenti era capeggiata da Adrien e Nino, i quali stavano guidando i loro compagni attraverso quei vecchi corridoi alla ricerca degli adulti, e chiusa da Sabrina e Chloé, controllate a vista da Mylene.
"Non serve che ti giri sempre." La informò la biondina stizzita e offesa da certi comportamenti.
Se lo era meritato quello scherzo, e poi non era certo colpa di Chloe' se quella credulona ci era cascata in pieno.
Mylene di rimando le scoccò un'occhiataccia fulminante e fu girata da Ivan, il quale le cinse le spalle.
"Ignorale. Avranno quello che si meritano prima o poi."
"Lo spero..." Mormorò a mezze labbra voltandosi nuovamente verso di loro, ma senza più vederle. "... ma dove sono finite?" Si domandò fermandosi.
Tutto attorno non c'era nulla se non una parete blu di mattoni su cui erano attaccati dei quadri raffiguranti personaggi illustri, probabilmente i vecchi proprietari del castello, e qualche tavolino di legno con sopra vasi di fiori variopinti.
Una vecchia armatura di un cavaliere era rilegata in un angolo, ma nessuna porta o finestra da cui le due coetanee sarebbero potute passare, unica soluzione potrebbe essere che si siano allontanate da sole per attuare un altro dei loro stupidi scherzi infantili.
Mylene digrignò i denti dalla rabbia e si staccò dalla fila oltre che dal suo ragazzo "Adesso voglio proprio vedere che cosa stanno combinando quelle due." Raggiunse poi con ampie falcate, inseguita da Ivan, la fine del corridoio percorrendo la strada inversa.
Mylene si fermò davanti l'armatura del cavaliere attratta da una luce verde fluorescente e l'altra rossa della stessa intensità.
Lanciò un urlo alquanto spettrale quando quell'ammasso di ferraglia iniziò a camminare verso di lei facendola arretrare e successivamente correre.
"VIA!!!" Esclamò arrivando addirittura a capeggiare la fila superando tutti i suoi compagni e facendo strada.
Marinette approffitando della confusione e anche Adrien di rimando, ma senza che nessuno dei due se ne accorgesse, si nascosero in due insenature diverse.
I ragazzi avevano avuto la stessa idea, ovvero quello di tornare in camera e recuperare i kwami.
Quella situazione stava diventando sempre più intricata e bizzarra.
Ora oltre agli adulti erano sparite anche Sabrina e Chloé, e come se non bastasse, le armature si animavano, oltre che gli scheletri nei sotterranei.
Insomma, quella situazione non era del tutto chiara e c'era bisogno dell'intervento di Lady Bug e Chat Noir per sbrogliare il caso.
Furtivamente e con il cuore che batteva all'impazzata, Marinette riuscì ad arrivare nella sua stanza senza difficoltà, se non contiamo che era inciampata una volta cadendo con la  faccia a terra dopo aver calpestato una tenda.
Controllò dappertutto se riusciva a trovare Tikki, aprì armadi, mensole, bauli e cassetti, chiamandola con voce sussurrante, ma del piccolo esserino rosso non vi era alcuna traccia.
"Cosa cerchi?" Le chiese un sorpreso Adrien.
Marinette balzò all'indietro per lo spavento e per poco non ebbe un infarto, maledicendosi mentalmente per aver preso parte a quella gita.
Lei sperava di passare una giornata in totale relax e lontana dai suoi impegni da super eroina, ma si vedeva che non le era concesso momenti di tranquillità.
"Il cellulare." Rispose con la prima cosa che aveva in mano. "... Bisogna chiamare i soccorsi, qui sta succedendo qualcosa di strano. E tu che ci fai qui?"
Anche Adrien era stato beccato e doveva trovare una scusa plausibile che giustificasse la presenza in camera.
"Ti ho seguita." Mentí
Marinette spalancò gli occhi per lo stupore, ma non si fece illusioni, non c'era tempo per pensare ad Adrien, anche perché dal piano inferiore si udirono urla, una porta che sbatteva e poi più nulla, se non dopo qualche secondo dei passi pesanti provenire dal corridoio.
"Presto!" Marinette prese per una mano Adrien e insieme s'infilarono sotto il letto rimanendo vicini, immobili e in silenzio.
I passi incessanti si fermarono davanti la porta aperta della loro stanza, Marinette si portò una mano alla bocca per evitare di urlare o emettere qualche suono che li avrebbe fatti scoprire.
Adrien si avvicinò di più a lei e l'abbracciò scoccandole un'occhiata languida seguita da un tenero sorriso.
Marinette chiuse gli occhi e respirò a fondo, ma Adrien fece l'errore di baciarle la testa nel tentativo di calmarla, guidato dall'istinto e da una strana sensazione che si fece largo in lui quando pochi attimi prima l'aveva vista prendere quell'iniziativa.
Marinette avvampò e il suo respiro divenne più irregolare, tolse la mano dalla bocca per inspirare più aria, altrimenti sarebbe soffocata, ma quei piedi metallici erano ora più vicini al letto e se avesse alzato le lenzuola li avrebbe trovati entrambi.
Seguirono secondi interminabili che sembrarono ore, fino a quando quell'entità non lasciò la stanza.
Si trattava della stessa armatura che aveva inseguito loro e i compagni poco prima.
Adrien e Marinette aspettarono ancora qualche minuto prima di uscire da lì per andare a cercare i loro amici.
"Credevo ci avrebbe trovati." Sospirò Marinette.
"Che cos'era quello?" Si stava domandando Adrien, il quale aveva avuto improvvisamente un cambio di rotta e pensava che effettivamente quel castello aveva qualcosa di strano è stregato.
"Dobbiamo pensare a ricongiungerci con gli altri e trovare gli insegnanti."
"E ovviamente andarcene di qui." Aggiunse il biondo grattandosi la testa, ora che aveva realizzato che non poteva trasformarsi in Chat Noir e condurre delle indagini per conto proprio, l'unica soluzione era quella di andarsene di lì il più velocemente possibile e prima che qualcuno si facesse male.
"Per prima cosa ci servono delle armi." Marinette cercò nella stanza qualcosa da usare in caso di necessità.
"Ottimo!" Lanciò ad Adrien un bastone da passeggio e lei arrotolò sulle spalle un drappo preso da una tenda.
"Cosa dovremo fare con questi? Non mi sembrano efficaci se quegli esseri sono magici."
"Fidati di me, ok?" Ammiccò sicura facendolo avvampare perché la sua amica per un istante gli ricordò la sua partner Lady Bug.
"Sempre..." Gli uscì in un sussurro impercettibile, o almeno a lui sembrò così.
*
I due ragazzi uscirono dalla stanza in maniera furtiva e circospetta, camminando lentamente con la schiena ben salda alla parete e fermandosi di tanto in tanto per via dei rumori spettrali.
Un ululato proveniente da fuori squarciò il silenzio e Marinette saltò in braccio ad Adrien per la paura improvvisa.
"Scusami!" Disse diventando rossa come un peperone.
Lui di rimando sogghignò "È solo un lupo. Sarà il solito."
"Si diverte a spaventarmi, ma se lo trovo giuro che sarò io a ridere." Disse a denti stretti.
Adrien sogghignò "Sei molto bella quando ti arrabbi, sai?"
Ma Marinette non riuscì a controbattere che il lampadario di cristallo sopra di loro iniziò ad oscillare e poi cadere.
"Attenta!" Adrien con un balzo felino si portò lontano Marinette sovrastandola con il suo peso e atterrando in una posizione ambigua.
"Stai bene?" Gli chiese Marinette aprendo gli occhi trovandosi il volto di Adrien a pochi millimetri dal suo, se solo uno dei due si fosse sporto di più si sarebbero baciati.
"S-sì" balbettò in preda all'ansia e quello che voleva avvicinarsi di più era proprio lui, peccato che Marinette si era improvvisamente alzata a causa dei rintocchi dell'orologio a pendolo.
"Non ne metterò mai uno in casa mia."
"Io non metterò mai un lampadario di cristallo sul soffitto."
Si guardarono negli occhi mentre lo dicevano e scoppiarono poi a ridere dimenticandosi della missione.
Ma purtroppo non c'era tempo per scherzare e ci pensò il castello a farli ritornare con i piedi per terra spegnendo tutte le luci.
"È uno scherzo?" Si domandò Adrien vedendo solo il profilo degli oggetti e quello di Marinette in penombra.
"Ok... Calma, Marinette, non devi farti prendere dal panico..." Continuava a ripetersi la corvina nel tentativo di calmarsi per ragionare a mente lucida, soprattutto ora che non era investita del potere di Lady Bug, e Chat Noir non si vedeva.
E come poteva????
Non c'era nessuna akuma e nessuno poteva avvertilo di quella situazione ambigua di pericolo, se solo conoscesse la sua identità segreta sarebbe stata in grado di avvertirlo e magari lui li avrebbe aiutati.
Ma non poteva e non doveva conoscere il suo aspetto civile, sarebbe stato troppo pericoloso.
Ora c'era Adrien ad aiutarla e non poteva chiedere partner migliore, anche se Chat Noir era tutta un'altra storia.
Però lui non si trovava lì ed era inutile che si facesse prendere dai sentimentalismi, anche se quel gatto le mancava molto.
*
"Adrien... C'è uno strano silenzio." Sussurrò Marinette rimanendogli vicino.
"Sì, mi inquieta." Soprattutto perché non riusciva a vedere bene, se solo Plagg fosse nelle vicinanze...
"Dobbiamo trovare gli altri e andarcene di qui."
"Cosa suggerisci?"
"Beh! Non possiamo combattere queste cose, è chiaro che hanno poteri magici, quindi l'unica soluzione è quella di prendere il traghetto con il quale siamo arrivati e chiamare aiuto. Ma prima cerchiamo i nostri amici."
Adrien e Marinette percorsero il corridoio con molte difficoltà, in quanto il buio non aiutava a camminare senza inciampare o sbattere contro qualcosa, l'importante era non farsi male.
"Ho la crema per i lividi, una volta terminata questa storia te la presto." Disse Marinette timidamente.
"Se vuoi io ti posso aiutare a spalmartela." La informò mettendola in imbarazzo.
Marinette si raggelò sul posto.
"Gra-grazie" Riuscì solo a dire.
"Stavo scherzando... E comunque siamo arrivati sul punto dove ho lasciato i nostri compagni."
*
Continua

Il mistero del castello ululanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora