Capitolo 7

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Adrien fece a tempo a trascinare Marinette dietro un drappo di stoffa, spegnere le torce dei rispettivi cellulari e rimanere così nascosti da quell'essere che stava varcando la soglia di quella stanza misteriosa.

Il cuore di entrambi martellava forte nel petto per la paura di essere scoperti e Marinette iniziò a tremare visibilmente addosso ad Adrien, il quale non perse tempo e l'abbracciò, infondendole coraggio e forza.

Marinette si sentì un'idiota per come si stava comportando di fronte il ragazzo che le piaceva, ma era tutta colpa di quella situazione bizzarra e contorta. Se solo avesse i suoi poteri...

L'armatura avanzò con passo incessante e il rumore dei suoi passi metalli echeggiarono all'interno della stanza finché non si fermò appena dietro le statue, per poi collassare a terra cospargendo pezzi di metallo ovunque.

I due esserini che lo manovravano spuntarono dall'elmo e ad Adrien e Marinette quasi non partì un embolo: si trattava di Tikki e Plagg, ma nessuno dei due mostrò all'altro la rabbia che si stava impossessando di loro, per qualche strana ragione i due kwami si trovavano all'interno di quel castello insieme e si divertivano a spaventare i ragazzi, compresi i loro portatori.

"E quelli che sono?" Marinette finse di non sapere chi fossero.

"Non ne ho idea." Adrien mentì continuando a osservare l'evolversi della situazione da un lembo di tessuto lasciato aperto apposita.

Tikki e Plagg illuminavano la stanza con il proprio corpo e svolazzarono sulle statue per controllarne le fattezze.

"Dici che ci siamo, Zuccherino?" Domandò Plagg.

Tikki osservò la disposizione delle statue e annuì. "Chiunque sia stato a spostare questi pesanti massi è stato molto intelligente."

"Dieci minuti fa non erano così. Pensi siano ancora qui dentro?"

Marinette trasalì e Adrien le fece cenno di non aver alcuna paura, nel caso in cui sarebbero stati scoperti non si sarebbe fatto alcun problema a rivelare a Marinette di essere Chat Noir e avrebbe fatto una ramanzina coi fiocchi a quel kwami pestifero.

"Non credo, mi sembra abbiamo catturato tutti, nessuno ci disturberà." Ma invece sapeva benissimo che Adrien e Marinette erano ancora in giro e nascosti da qualche parte, anzi, speravano fossero proprio lì e che li stessero ascoltando.

"Allora facciamolo..." Disse con determinazione Plagg toccando la statua del dio della distruzione e subito dopo Tikki toccando quella della creazione.

Le due sculture presto vennero avvolte da una luce rossa e una verde intensa, per poi convergere in un vortice centrale bianco che salì fino al soffitto e colpire anche i monumenti disposti in cerchio, finché un portale tridimensionale non si aprì nel mezzo e i due kwami lo oltrepassarono senza indugio.

Marinette prese la mano di Adrien e insieme varcarono anche loro la soglia prime che si richiudesse dietro di loro, con somma sorpresa del biondo, il quale non si aspettava per niente una reazione del genere da parte della coetanea.

I due ragazzi, infine, precipitarono per diversi metri in caduta libera, attraverso un tunnel colorato e finché non atterrarono sul soffice prato senza ferirsi o farsi male.

"Siamo morti?" Domandò Adrien credendo di trovarsi nell'al di là, e quel posto ne aveva tutta l'aria.

Marinette si guardò attorno, era un luogo strano, ma incantato.

Di pace e serenità.

Non c'era il solito cielo azzurro sopra di loro, ma un ammasso informe di stelle e costellazioni di vari colori e che variavano a seconda di come si muovevano attraverso quella volta.

Il mistero del castello ululanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora