𝟭. 𝐋'𝐀𝐑𝐓𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐍𝐅𝐈𝐒𝐂𝐇𝐈𝐀𝐑𝐒𝐄𝐍𝐄

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Fisso il soffitto ed ignoro Charles, che sta battendo sulla porta per svegliarmi da ormai mezz'ora.
Lo ignoro nonostante sia sveglio da un pezzo, perché non ho nessuna voglia di vedere la sua faccia da damerino.

Butto uno sguardo alla sveglia.
Le sei e cinquanta.
Questa gente ha chiaramente qualche rotella fuori posto.

"Papà, non apre! Lasciamolo qui. Io non posso fare tardi il primo giorno."
Sento urlare Charles attraverso la porta, ed è forse la prima volta che gli sento dire qualcosa di sensato.

"Non lasceremo tuo fratello a casa, Charlie."

Espiro rumorosamente.
Quello non è mio fratello. Come questa non è casa mia, ma solo una sistemazione di fortuna.
Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto, ed il padre di Charles, Arthur, ha deciso di ripagarmi prendendomi in casa. Adottandomi.
Cosa a cui mi pento di aver aderito ogni giorno da un mese a questa parte, perché questa gente è assillante.

Arthur non è un uomo. È un opera di carità ambulante.
Ma io so come funzionano queste cose. I ricchi si stufano in fretta dei loro gingilli. Perché è questo che sono: l'animaletto esotico dei bassi fondi di cui parlare durante un drink con gli altri ricconi al Core Club.

Mi sento un parassita, ma non ho mai avuto un letto più comodo e cibo migliore.
Quindi chiudo la bocca e mi godo la pacchia finché dura.

"Ethan! Puoi uscire per favore? So che sei sveglio."

Sbuffo prima di mettermi a sedere sul letto, un capogiro mi travolge, e per poco non finisco faccia a terra.
"Troppo in fretta coglione" mi insulto strizzando gli occhi.

Giro la chiave nella porta e la spalanco senza troppe cerimonie.
Arthur mi squadra per qualche secondo, vestito di tutto punto. I capelli brizzolati pettinati all'indietro.

Sospira, e le rughe sul suo viso sembrano distendersi leggermente. È esaurito. Lo vedo.
Ma è meglio così. È meglio che non si faccia nessuna aspettativa su di me.

"Cosa abbiamo detto della porta chiusa a chiave?"

Lo fisso per qualche istante.
"Non ricordo."

Arthur sospira ancora.
"Non puoi chiuderti a chiave, Ethan. Non voglio essere il tutore cattivo che non rispetta la privacy e scardina la porta ai propri figli. La puoi chiudere, solo non a chiave per favore."

Il tono esasperato dell'uomo mi dice che è il momento di annuire. Ma ammetto che forse un po' mi diverte provocarlo.

"E se devo masturbarmi come faccio?" chiedo con voce piatta, un sorrisetto strafottente stampato in faccia.

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