Capitolo 5

20 10 0
                                    


Tikki alza un braccio per schermarsi il volto, il cuore palpita all'interno dello sterno ancora per la paura, ma la voglia di sopravvivere è più forte.
D'un tratto non sente più il lupo ringhiare, ma solo un guaito di dolore e gli altri membri del branco che arretrano e scappano all'interno della foresta calpestando  foglie secche e sparendo tra i cespugli.
Con coraggio apre gli occhi lentamente e sposta il braccio dal volto, lo spettacolo che le si presenta davanti è raccapricciante: il lupo è trafitto da una lancia acuminata, esanime e sanguinante. Un rivolo cremisi raggiunge la mano e le imbratta le punte delle dita. 
Inorridita, Tikki la lascia cadere e si chiede da dove possa essere arrivata, dato che l'ha solo immaginato quella lancia nella sua mente.
Si guarda le mani tremolanti e sporche del sangue dell'animale. Non voleva né fargli del male e né ucciderlo, è pur sempre una creatura vivente e lei è solo un ospite in quel luogo selvaggio.
"Mi dispiace." Riesce a mormorare avvicinandosi e inginocchiandosi accanto al suo corpo, gli accarezza la testa all'altezza delle orecchie.

Quell'animale è morbido e ancora caldo.

Le lacrime che scendono dagli occhi blu di Tikki ne bagnano leggermente il pelo.

Ma non deve indugiare, e quell'intoppo non deve in alcun modo mettere a repentaglio la sua missione: trovare Plagg.

Tikki si asciuga velocemente il volto e cerca di scacciare via la tristezza, ma il senso di colpa è ancora forte, così decide di  scavare nel terreno a mani nude per dargli almeno una degna sepoltura, per non lasciare il corpo del lupo alla mercè di carnivori affamati.
"Se solo avessi una pala." Dice mestamente.
Tikki, con sommo stupore, vede materializzarsi sopra la sua testa un piccolo sciame di coccinelle dar forma al suo desiderio.

Il bagliore le illumina gli occhi e il viso, increduli.
Spaventata, arretra trascinandosi sul terreno fangoso fino a sbattere la schiena sul tronco di un albero secolare.
"Ma cosa..." Biascica continuando a osservare l'arnese atterrato poco distante da lei.
Dopo qualche minuto, Tikki prende coraggio e si avvicina, prende la pala e continua a scavare la fossa per seppellire l'animale che ha ucciso.
Una volta compiuto il suo dovere e che né la pala e né la lancia le servono più, esse si dissolvono in tante piccole coccinelle.
Tikki le segue con lo sguardo fino a che non spariscono del tutto sotto forma di spirale.

Deglutisce il nulla.

Durante la sua breve vita aveva sentito parlare di stregoneria o roba simile, credeva nell'occulto, ma mai avrebbe immaginato di possedere doti magiche.

La rossa si guarda le mani, adesso sono sporche da fango e terra, sotto le unghie leggermente lunghe, intravede del sangue rappreso, ma non se ne cura, ora ha altro a cui pensare.
"Bene, quindi se desidero una cosa, questa apparirà..." Tikki chiude gli occhi e si concentra "... Voglio Plagg." Li riapre, ma non accade nulla e lei s'innervosisce.
Urla il nome del suo amato sperando che la senta. Ma non succede niente e Tikki cade nello sconforto, anzi, il suo lamento stridulo fa sollevare uno stormo di uccelli, appollaiati sui rami vicini, per lo spavento.
Ormai si sta facendo buio e se non trova presto un riparo lei può trasformarsi in un bersaglio facile per i predatori notturni.
Quella foresta pullula di orsi, oltre che da lupi, da puma e da altre creature pericolose, tipo serpenti velenosi.
Li può sentire mentre si avvicinano, strisciano e il loro respiro farsi sempre più affannoso e desideroso di affondare i dentro dentro la sua tenera carne.
Ha paura, deve ammetterlo, ma non può mollare se vuole ritrovare il suo amato.

La stanchezza della lunga giornata inizia a farsi sentire e Tikki chiude gli occhi per poi riaprirli subito dopo. L'oscurità del luogo l'avvolge, ormai il sole è tramontato oltre le montagne e lei non riesce a vedere a un palmo dal suo naso.

E' affamata, così prende dalla sua bisaccia un biscotto e lo addenta con il respiro affannoso, fa anche freddo, questo le darà l'energia necessaria per trovare un riparo nella foresta, ma appena mette un piede avanti, essa scivola lungo il pendio qualche metro e batte la testa su una roccia acuminata.

Storia Di Rosso E Di VerdeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora