Capitolo 6

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Tikki apre gli occhi e sbatte le palpebre un paio di volte notando che si trova all'interno di un rifugio di fortuna, si tratta di una tenda che la rende invisibile al mondo esterno.
Esce gattonando ritrovandosi sulla sponda di un fiumiciattolo che scorre veloce verso valle.
La ferita sulla testa pulsa e le fa male, così si specchia sulla superficie e mentre si avvicina alla superficie cristallina un paio di pesciolini color corallo scappano via spaventanti, trovando riparo sotto una roccia poco distante.
Tikki si tocca la tempia e la pulisce con uno lembo di vestito imbevuto d'acqua fresca che le dà un sollievo momentaneo.
Si siede con i glutei sui talloni e sospira affranta, quella ferita non le serviva, ma pensa anche che non sarà un taglietto sanguinante a fermarla.
La sua missione è trovare Plagg prima che le guardie reali trovino lei, infatti, in lontananza, può udire l'abbaiare dei cani sguinzagliati alla sua ricerca.
Era logico che mamma e papà mobilitassero un reggimento per lei.
Tikki si alza di fretta e furia e riprende il cammino seguendo la scia di alberi distrutti.
Ma dopo qualche kilometro, si rivela essere una falsa pista, in quanto, gli arbusti caduti e bruciacchiati, sono solo la conseguenza di un incendio divampato qualche mese prima.
Sospira affranta, ma anche arrabbiata.
La principessa è disperata perché pensa che non riuscirà mai a trovare e ricongiungersi così con il suo amato.
La falsa pista la porta alla fine della foresta, in un luogo incontaminato dove al centro di quel paradiso troneggia un laghetto.
Tikki si avvicina con le lacrime agli occhi, è assetata, nonostante poche ore prima abbia riempito la borraccia con l'acqua del fiumiciattolo.
Ma il caldo ha fatto sì che la terminasse in poco tempo.
Si siede ancora sui talloni, ma non riesce ad approvvigionarsi, in quanto, la disperazione inizia a prendere il sopravvento e le lacrime scendono copiose dai suoi occhi, finché un bagliore rossastro e luminoso non si riflette sulle superficie dell'acqua.
Tikki apre lentamente le palpebre e quello scintillio cremisi l'acceca, si scherma gli occhi e si avvicina all'acqua per vedere di cosa si tratta.
Il suo cuore batte all'impazzata mentre mette una mano davanti all'altra.
Le increspature date dal movimento di alcuni pesci che guizzano a pelo d'acqua le permettono di vedere malamente da dove proviene quella luce misteriosa che la sta attirando verso di sé.
Nello specchio d'acqua si accorge che il bagliore rosso è collocato sul suo petto, all' altezza del cuore.
Tikki abbassa lo sguardo, ma non ci vede nulla se non la camicia bianca sporca di sangue e sgualcita, così proietta nuovamente gli occhi verso l'acqua e questa volta allunga una mano verso la sfera che riesce a toccare, ma è solo un'illusione e l'acqua si agita al contatto con le sue dita.
Sospira Tikki e chiude gli occhi, si concentra su l'energia che sente nascere dentro di se e il calore che ne scaturisce mentre pensa a Plagg ed è quello che le dà la forza per fare fuoriuscire la sfera da dentro di lei.
La percepisce varcare lo sterno dopo un respiro profondo, unisce le mani sotto il suo petto per sostenerla, non è molto grande, e intanto apre gli occhi ritrovandosela tra le dita.
Scotta e le solletica la pelle, ma Tikki non ci dà peso.
Quell'energia sembra parlarle mentre pulsa e cerca di concentrarsi per capire ciò che sta dicendo.
Avvicina l'indice della mano destra sulla cima e una scossa la colpisce, ma non arretra, Tikki sa che se vuole scoprire dove si trova Plagg deve toccarla, e così fa.
Quella piccola folgore proietta delle immagini nella sua mente, e Tikki spalanca gli occhi come se fosse stata raggelata all'istante. Le pupille sono spalancate al massimo e il nero copre quasi per intero il blu dei suoi occhi, entrando così in uno stato di trance.
Vede un percorso lungo la foresta, conosce il luogo, c'è già stata prima, ma non ricorda bene quando.
Nota degli alberi piegati e altri semidistrutti, alcuni bruciano ancora lungo il sentiero in pendenza.
C'è un uomo nella sua visione, ha la barba e il cappello a punta, poi dietro di lui vede Plagg.
Sembra essere in pericolo: si trova sdraiato accanto a un calderone e sanguina...
Poi tutto svanisce in una nuvola rossa appena sente l'abbaiare dei cani avvicinarsi: le guardie sono vicine e lei ha già perso fin troppo tempo.
Il cuore le batte all'impazzata, ma teme anche possa venir braccata prima di seminarle.
Si alza velocemente e corre a perdifiato entrando in un'altra foresta, questa volta più spettrale e meno rigogliosa di quella precedente.
Ci sono rovi appuntiti e bacche velenose, per non parlare di piccoli assassini silenziosi che popolano quella parte, Tikki li sente strisciare nel terreno e tessere le loro tele, ma non si ferma... Continua invece imperterrita finché la scia di distruzione che Plagg  ha lasciato lungo il suo cammino non la conducono a quella casa diroccata nel cuore della foresta.
La osserva con il cuore in gola e le ginocchia tremolanti, con il disagio all'interno dello stomaco e le viscere che si contorcono all'interno dell'addome.
Quella casa ha infestato i suoi incubi peggiori e ora si trova faccia a faccia con l'ultima cosa che si voleva trovare davanti.
Ha sentito molte storie su di essa, soprattutto di torture e uccisioni.
Ma Plagg è là dentro e non può farsi influenzare da inutili dicerie.
Plagg ha bisogno di lei.
*
I cani e i soldati arrivano poco dopo al laghetto e gli animali riescono a percepire la presenza di Tikki.
"Era qui!" Esclama uno notando un lembo di tessuto intriso di sangue.
Lo raccoglie e lo fa annusare al canide, il quale guaisce e arretra spaventato.
"Che ti prende, bello?" Gli domanda come se il peloso gli potesse rispondere nella sua lingua.
Ma il cane si ritira nuovamente volendo tornare indietro.
Il soldato reale volge uno sguardo verso quello che ha davanti e capisce la preoccupazione dell'animale, nessun individuo sano di mente si inoltrebbe nella Foresta Assassina.
Ci sono molte leggende che narrano di persone entrate e mai più uscite da lì, e tanti sono gli aneddoti che ruotano attorno a quel luogo.
Anche gli altri soldati reali nutrono lo stesso dubbio del loro leader e all'unisono, concordano con l'abbandonare le ricerche, durante il ritorno a palazzo inventeranno qualcosa, magari legato al pezzo di stoffa che hanno ritrovato.
*
Nel frattempo, Fathim, dopo aver reciso un polso a Plagg e fatto scolare all'interno del calderone la quantità di sangue che gli serviva, lo mescola con movimenti lenti e circolari con una pala di legno, intonando anche dei versi di formule magiche antiche, forse magia nera e occulta stando alla cadenza e al suono.
Plagg riversa nel pavimento privo di sensi a causa dello shock ricevuto dal taglio e dall'ingente quantità di sangue persa.
Ma lo stregone non lo vuole uccidere, non ancora, almeno.
Prende il ragazzo e gli applica dei punti di sutura, disinfettando poi la ferita con dell'alcol fatto in casa e bendando poi l'arto con garze pulite.
Gli inietta poi un tranquillante per farlo dormire il tempo neccessario per scoprire qualcosa, e lo lega stretto con una corda in modo che non possa liberarsi o raggiungerla con le mani, altrimenti rischia che riesca a liberarsi con il suo potere.
Fathim ancora non ci crede che è riuscito a catturare la Distruzione, ora deve trovare il modo per estirparla da quel corpo.
Il calderone non gli suggerisce niente in merito, gli dà solo la certezza che ciò che cerca da tempo è piombata in casa sua.
L'acqua nera e densa come la pece glielo conferma, e se si fosse trattato della Creazione, l'intruglio sarebbe diventato rosso sangue.
Ma è solo questione di tempo, Fathim è sicuro che anche lei si trovi nelle vicinanze, in quanto, le due creature non possono rimanere lontano per troppo tempo.
Lo stregone pensa che l'unico modo per estirpare il potere della Distruzione a Plagg, sia quello di ucciderlo, così l'essenza imprigionata all'interno del suo corpo uscirà e potrà confluire nel suo, donandogli quella supremazia che ha sempre voluto.
Fathim, allora, prende lo stesso pugnale che ha utilizzato prima per tagliare il polso di Plagg, lo brandisce verso l'alto e la sua lama luccica quando viene colpita dal riflesso del sole.
Deve fare un movimento veloce e potente se vuole trapassare lo sterno e infilzargli il cuore.
Gli dispiace ucciderlo, ma non ha altre soluzioni.
"Scusami..." Mormora a mezze labbra e mentre sta affondando la punta acuminata sulla pelle, qualcosa lo distrae: sono le grida di una fanciulla che invoca il nome del ragazzo inerme sul suo pavimento.
"PLAGG!" Il tono della voce è disperato, ma anche innamorato e solo un folle o un disperato si addentrerebbe in quella foresta.
Sente nuovamente e si affaccia furtivo alla finestra aperta.
La vede.
È una ragazza dai capelli rossi che con il suo tocco sta facendo rinascere gli arbusti abbattuti dal potere di Plagg.
Il suo battito è accelerato per l'eccitazione e la consapevolezza che tra un po' riuscirà a compiere la sua missione, ovvero quella di impossessarsi anche del potere della Creazione.
Fathim esce di casa con l'intento di precederla e per poco a Tikki non le prende un accidenti.
"Uh! Che spavento!" Esclama portandosi una mano all'altezza del cuore.
"Scusami, forse è a causa del mio aspetto."
Non ha tutti i torti, ma Tikki cerca di essere più garbata possibile.
"No, signore. Sto solo cercando una persona. Un ragazzo alto, moro con dei bellissimi occhi verdi, lo ha visto per caso? Sua madre mi ha detto che l'avrei trovato qui." Spiega innocentemente Tikki, ha paura, ma la sua priorità è Plagg, adesso
"Perché lo cerchi? Non conosci le leggende legate a questo luogo?" Domanda mostrandole due file di denti gialli e il suo alito fetido la fa arretrare.
"S-sí, ma non m'importa. Lo devo trovare."
"E perché?"
Tikki non risponde subito, percepisce qualcosa di losco nei suoi modi e nelle sue parole, però sa che vuole trovare Plagg deve assecondarlo, in quanto, lui è l'individuo della sua visione.
La principessa deve farsi coraggio ed entrare nella tana del lupo.
"Mi può aiutare o no?" Lo sguardo di Tikki cambia radicalmente, se prima c'era un ombra di spavento, ora i suoi occhi brillano di coraggio e derminazione, ma a Fathim non interessa, riuscirà a prendere anche il suo di potere e intanto, tocca la siringa che tiene nella manica della tunica, pronta per essere usata sulla ragazza.
"Sì, scusami." Dice rilassandosi "... Non sono abituato a ricevere visite e il tuo amico è dentro casa mia."
"Lo può fare uscire?"
"Sta riposando... Lo vuoi svegliare tu stessa?"
Tikki è titubante, nella sua visione Plagg si trova a terra esanime... E se fosse morto? E soprattutto quanto può dar credito a quanto visto? Per quanto ne sa, potrebbe esserci qualcosa di falso.
Ma è anche vero che forse ha travisato quanto proiettato nella sua mente e Plagg, invece, sta solo dormendo.
"Certo."
Ovviamente è ciò che vuole sentire Fathim e quando Tikki entra in casa e nota la sua espressione sconcertata nel vedere il corpo di Plagg legato, imbavagliato e forse senza vita, la colpisce alla nuca.
Un colpo secco che la fa crollare a terra e  permettergli di inoculare anche a lei il paralizzante estratto direttamente dai ragni della foresta.
*
Continua

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