Capitolo 8

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Fathim è stufo di sentire quei due parlare, ringhiare contro di lui e offenderlo con le loro parole taglienti, lo stanno distraendo dal suo operato.
Così prende un bastone abbastanza grosso e li tramortisce entrambi con un colpo alla testa abbastanza forte da provocargli una tumefazione all'altezza della tempia.
Finalmente c'è un po' di silenzio e lui può riprendere da dove aveva lasciato, ovvero appendere la carcassa e scuoiare la lepre, nonché del suo svisceramento, in modo che lo possa in un secondo momento nutrirsi della sua carne dal sapore selvaggio.
Finché l'animale si cucina nel pentolone, lo stregone riprende in mano gli scritti e i testi antichi in suo possesso, ma non trova nulla a proposito di come sottrarre a quei ragazzi i loro poteri.
È meglio farlo ora che sono deboli e che non li hanno ancora imparato a usare.
A dire il vero, Fathim non conosce nulla di quei doni, sa solo che li hanno ottenuti così, per puro caso, e che fino a quel momento, credeva essere solo leggende.
Un giorno aveva trovato, mentre rincasava, dei testi scritti su di una pergamena, in una lingua antica e poco conosciuta, ma se ha tradotto  quegli ideogrammi alla perfezione, si parla proprio di come un vecchio alchimista era stato in grado di trovare e imprigionare l'essenza della Creazione e della Distruzione, ma non si parlava di altro, le iscrizioni s'interrompono lì, un po' prima del lato strappato.
Ha bisogno di più tempo per studiare quei due ragazzi che gli sono ostili, e questo loro comportamento fa sembrare tutto piuttosto fastidioso e snervante.

E lui di pazienza ne ha ben poca.
Ma infondo, come dargli torto, sanno benissimo di essere in pericolo, anche Fathim non ha mai fatto del male a nessuno.
Non è nella sua indole, ma qualcosa è mutato dentro il suo cuore da quando Plagg si è presentato a casa sua e ha visto che cosa era in grado di fare.
Una specie di attrazione verso quella fiamma che arde all'interno del corpo dei ragazzi, quella stessa fiamma che lo chiama e lo attira verso di loro con quella voce soave e appagante.
Ha cercato di non pensarci e uccidere quella lepre per cibarsene, sarebbe stato un ottimo diversivo per placare la sua furia omicida.
Ma non è stato così, perché appena varcata la soglia di casa, il suo cuore ha iniziato ad accelerare il battito e a pompare più sangue all'interno delle vene, le iridi si dilatarono al massimo, nascondendone persino il colore; le fauci avevano sete di sangue e potere assoluto.
Prima di ucciderli però, pensò di dedicarsi all'animale che sta scuoiando.
Li ha dovuti tramortire per non percepire più le loro paure e il cuore di entrambi che battevano all'impazzata per il timore che l'altro dovesse subire delle torture.
Fathim butta sul fuoco vivo la carcassa, ormai eviscerata e priva della pelliccia, per poi masticarla e buttarla giù nello stomaco una volta raggiunto il punto di cottura desiderato.
Sa di selvaggina, ma è buona e la sua pancia lo ringrazia per il nutrimento appena ricevuto.
Il suo pensiero, in ogni caso, va sempre sui due ragazzi e di come possa provare a rubare a loro i poteri.
Infondo, Plagg ha cercato il suo aiuto per questo, no? Vuole essere liberato da quel fardello che non riesce a controllare.
*
Lo stregone, una volta terminato il pasto, ritorna nella stanza dove tiene i due ragazzi imprigionati e ancora privi di sensi.

Li vede seduti con la testa che pende in avanti. I capelli rossi di Tikki le coprono completamente il volto e Plagg è pallido come un cencio, nonché magro e provato dal terrore di tutta questa situazione.
La parte buona di lui gli sussurra di lasciarli andare, quella cattiva, e che in quel momento gli sta suggerendo di ucciderli e liberare così i loro poteri, che quello è l'unico modo sicuro.
Fathim si porta le mani chiuse a pugno sulle tempie e digrigna i denti perché non sa che voce ascoltare per prima, ma la sua debolezza e vigliaccheria, nonché mancanza di coraggio, hanno il sopravvento.
Dallo scaffale più alto prende un pentolone e qualche ingrediente, consulta le formule magiche di un libro di magia nera relegato in un angolo nascosto e buio della libreria, finché non trova quella adatta alla sua situazione.
"Come privare una strega dei suoi poteri" dice il titolo.
Questa potrebbe fare al caso suo anche se Tikki non è proprio una strega o Plagg uno stregone.
Legge gli ingredienti necessari tenendo il segno con il dito; perfetto, ha tutto in casa.
Mette a bollire dell'acqua e mano a mano che passano i minuti, tenuti con la clessidra che ogni tanto gira per ricominciare la conta, aggiunge gli ingredienti finché non compare un fumo nero e l'intruglio diventa verdastro e denso, della consistenza simile al miele.
Il problema sarà farglielo ingurgitare, è più facile che i due si strozzino mentre buttano giù l'intruglio.
Ma non è un problema suo, se muoiono, otterrà i poteri più facilmente.

Non ho nulla da perdere... si ritrova a pensare lo stregone mentre prende un cucchiaio di legno e prende la pozione.
Fathim solleva la testa di Tikki e le apre la bocca buttandole in gola quell'intruglio, svegliandola all'istante a causa della contrazione involontaria della gola.
Lo stregone le chiude la bocca con entrambe le mani, luride e sporche ancora di sangue della lepre, e non le dà modo di sputare, deve solo buttare giù se vuole sopravvivere e non strozzarsi.
Lo fa, ma non succede nulla al suo corpo, quella pozione è come acqua fresca, se solo non sapesse di piscio.
La gola di Tikki arde, ma dopo un po' ritorna normale.
"Che mi hai dato, bastardo?" Inveisce contro di lui in maniera non proprio da principessa, con una delle poche arti apprese da Plagg.
Fathim non risponde, ma ci riprova con il ragazzo, forse con lui avrà più fortuna.
Ma non è così, appena gliela fa bere, vede del fumo uscirgli dalla bocca e arriva alla conclusione che il corpo di Plagg stia distruggendo quell'intruglio in un meccanismo di difesa.
E se Plagg ha reagito in questa maniera, forse Tikki ha creato inconsciamente un antidoto.
Sul volto di Fathim si materializza un sorriso sadico, è stravolgente quello che ha appena scoperto e più passa il tempo e più la brama di quei poteri aumenta.
Potrebbe diventare invincibile e finalmente vendicarsi di chi ha osato esiliarlo in quella foresta dimenticata da dio.
*
"Lascia andare lei!" Urla Plagg in maniera disperata.
"Perché?" Domanda Fathim sconcertato.
Plagg non resiste alla vista di quell'inietto mentre infligge pena e sofferenza sul corpo di Tikki.
Lei è distesa su un lettino, legata per le caviglie e i polsi, sembra priva di conoscenza, ma quando la sente urlare di dolore, Plagg vorrebbe morire per non sentire più quei lamenti struggenti che gli trafiggono l'anima.
Si strapperebbe le orecchie piuttosto di vederla contorcersi dal dolore.
Non sa che cosa le stia facendo di preciso, ma il ragazzo può percepire sulla sua pelle una lama affilata e fredda   tagliare la sua coscia sinistra in più punti.
Tikki urla nuovamente e quella voce stridula arriva alle orecchie di Fathim come il rombo di un motore di un caccia, l'unico modo di zittirla è quella di imbavagliarla, ma l'operazione risulta difficile, in quanto, Tikki non ha alcuna intenzione di collaborare e soprattutto di mettersi in bocca quel cencio lercio e lurido.
"Aiutami, Plagg!" Singhiozza prima che quel bavaglio le tappi la bocca.
"Nessuno lo farà, principessa." L'alito fetido di Fathim la investe in pieno, tra i suoi denti, gialli, può intravedere dei brandelli di carne masticata. Le fa venire il volta stomaco.
Plagg cerca di dimenarsi e di levarsi quelle protezioni dalle mani, e dopo diversi tentativi ci riesce.
Tira finalmente un sospiro di sollievo e se solo riuscisse ad arrivare, con la punta delle dita, sulla corda o al tronco dell'albero, riuscirebbe a distruggerlo e liberarsi.
Nell'altra stanza, Fathim infligge altri tagli sulla gamba di Tikki, che puntualmente si rimarginano in un bagliore rossastro.
"Ma che diavolo!?..." Esclama ogni volta rimanendo senza parole.
Sembra che l'entità entrata nel corpo della principessa Tikki la protegga, ma chissà se lo farà anche con ferite più profonde e serie...
Ormai lo stregone non ragiona più e quella sua ossessione per ottenere i due poteri supremi gli sta letteralmente consumando l'anima, e in poco tempo, perché è passata più o meno una settimana da quando Plagg è piombato come un fulmine all'interno del suo territorio, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'arrivo della principessa, potatrice della creazione.
Tikki piange e singhiozza per la paura che il suo corpo possa trovare la morte tra quelle mura e che nessuno troverà il suo corpo perché fatto a pezzi da quel maniaco.
Ma non le importa, è con Plagg, e in cuor suo spera che tutto possa trovare il lieto fine, anche se non sa ancora bene come ne sarebbe uscita indenne.
Forse spera che lo stregone si stanchi prima o poi e che scopra che effettivamente non può fare nulla per ottenere i loro poteri.
Tikki non lo vuole.
Plagg non lo vuole.
Però entrambi sentono che li devono proteggere e che non devono cadere in mani sbagliate.
La principessa osserva il soffitto di paglia con gli occhi offuscati dalle lacrime, il cuore le batte all'impazzata mentre ripensa ai momenti salienti della sua vita e di come, per amore di Plagg, è finita su quel letto in attesa di un esecuzione.
Ed è questo che percepisce mentre Fathim si avvicina a lei: gli occhi sono sgranati e un sorriso sadico gli fa mostrare i denti, non c'è nulla di buono in quello sguardo e l'ultima cosa che vede Tikki è il riflesso della lama che tiene in mano, poi, sente freddo improvvisamente... E il sangue zampillare dalla sua gola.
È finita!
Mentre Tikki sta morendo e l'ultima goccia di sangue finisce sulla faccia di Fathim, lei vede una luce avvicinarsi a lei e prendere il suo aguzzino per la schiena, voltarlo... Poi la vista si offusca del tutto e la sua anima lascia il suo corpo, chiude gli occhi ed esaltando l'ultimo respiro, si addormenta per sempre.
*
Continua

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