Capitolo 10

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La calma dello stagno viene interrotta dal sassolino appena gettato da Plagg al suo interno, provocando increspature che si propagano per buona parte della superficie.
Tikki lo guarda e arriccia le labbra, sa cosa turba i suoi pensieri e anche a lei mancano molto i suoi genitori, non la vita di palazzo, troppo frenetica e fatta di fronzoli che iniziavano a starle stretta, ma quelle due figure autoritarie sempre pronte ad aiutarla.
A meno che non si trattasse del reame, lì diventavano intransigenti.
"Non siamo obbligati..." Gli sussurra sedendosi accanto a lui, ai piedi dello stagno, dove una rana gracchiante ha appena saltato da una ninfea all' altra.
"Lo so. Scappare non è la soluzione giusta, soprattutto per te."
"Non credere che non mi puniranno... Sono sempre andata via senza il loro permesso, o peggio, senza avvertirli." Tikki sospira e si specchia sulla superficie dell'acqua.
"Se ritorni, non credo ti impiccheranno."
"No, però potrebbero negarmi la libertà."
"Tu almeno hai una scelta, io no."
"Che dici?"
"Non posso tornare indietro con te, Tikki. Io ho fatto la mia scelta."
La principessa gli prende le mani e si specchia nei suoi occhi smeraldo "Anch' io ho fatto la mia." Lo bacia con passione.
Plagg le sorride con il cuore palpitante nel petto "Tu sei pazza... Rinunceresti a tutto per me?"
"Non ho alcun dubbio in merito. Io non posso esistere senza di te e ora che abbiamo ereditato questi poteri, ne sono più che sicura."
"Che cosa ne sarà di noi?" Domanda a brucia pelo.
Tikki abbassa lo sguardo per poi rialzarlo più convinta e piena di speranza.
"Ce la caveremo..."
*
E fu esattamente così, perché giorno dopo giorno, settimane dopo settimane, Tikki e Plagg vagarono come eremiti, nascondendosi da tutto e tutti, finché, gli anni passarono... Molto a dire la verità, quasi cento, per essere precisi.
Mutati nel modo di pensare, ma non nell'aspetto, Tikki e Plagg hanno ereditato anche il dono dell'immortalità.
E per esserne sicuri, dopo più di un decennio tornarono dall'Oracolo per chiederglielo.
Lo stupore è stato tanto e la sensazione di smarrimento rimase nei loro cuori per settimane intere, tanto da indurre i due giovani a tornare indietro e controllare che fine avessero fatto i loro cari.
Sempre molto cautamente, cercando di rimanere invisibili, in quanto, gli alberi sono ancora tappezzati dalle loro effigie.
Con somma tristezza, Plagg apprende della morte della madre. La sua lapide si erge sul giardino reale, nell' angolo riservato alla servitù.
Il ragazzo spera solo non sia stata giustiziata a causa sua, ma un giovane servo che passa casualmente di là, informa il curioso che la donna è morta a causa di un colpo al cuore, dopo aver appreso che la casa dello stregone dove alloggiava anche il figlio, è andata in frantumi a causa di un esplosione.
Il cuore già debole della donna non resse alla notizia e alla colpa per aver mandato lì il suo unico bambino.
Anche se non un bambino ormai non è più.
Tikki, invece, scopre che il Re e la Regina sono andati in bancarotta e che hanno usato tutte le risorse disponibili per cercarla.
Un giorno però, sono stati costretti ad abdicare e vivere esiliati per evitare che il popolo insorgesse e li uccidesse.
Nessuno sa in quale luogo remoto si sono rifugiati...
Tikki e Plagg ringraziano il ragazzo per le sue spiegazioni e se ne ritornano nella foresta.
Nessuno dei due riesce a dire qualcosa e spiegare come si sente.
Hanno lo sguardo abbassato e mesto, le parole continuano a scendere giù per la gola e scivolare dentro lo stomaco, riempiendolo di tristezza e malinconia.
Tutte le persone che amano ormai non ci sono più, e a loro non resta altro che iniziare a vivere la loro vita.
Tikki prende la mano del suo amato intrecciandone le dita in maniera forte e vigorosa. Piange, e a Plagg non gli resta altro che abbracciarla e sussurrarle all'orecchio parole di conforto.
Adesso sono realmente soli, ma sanno anche che finché rimarranno insieme, niente potrà spaventarli o dividerli.
Il cuore di Tikki batte forte e s'illumina di rosso, anche quello di Plagg galoppa all'impazzata e il petto si colora di un verde smeraldo intenso.
Non hanno timore, anzi, continuano a guardare quelle luci con l'animo sollevato, finché, pulsanti, s'ingrandiscono sempre di più fino ad avvolgere i loro corpi e inondarli di calore e speranza.
*
Sono passati ancora svariati anni e nessuno dei due ragazzi è mutato nell'aspetto, i loro corpi sono rimasti alla veneranda età di diciotto anni, mentre è aumentata la saggezza e conoscenza.
Si sono stabiliti in una casetta immersa nel cuore della foresta, creata appositamente da Tikki per loro due.
Non è molto grande, ma è semplicemente perfetta e Plagg l' adora.
Entrambi, hanno imparato a padroneggiare il loro potere e finalmente riescono a vivere con serenità, anche se gli manca l'interazione con le altre persone.
"E se facessimo un giro nel villaggio vicino?" Propone Tikki mentre termina di lavare i piatti dopo aver consumato il lauto pasto.
Plagg incurva le labbra in un espressione poco convinta, poggia il piatto asciutto nella credenza e butta giù un po' di saliva.
Sospira e guarda Tikki, la quale sta aspettando una risposta.
"Potrebbe essere pericoloso e lo sai questo." Dice in tono calmo.
La rossa sbatte una pentola sul lavello facendo straripare l'acqua saponata, è irritata e stufa di starsene segregata in quelle quattro mura.
Ha bisogno di andare via, di evadere dalla routine, e soprattutto di respirare un'aria nuova. Di ricominciare a vivere.
"Non è così!" Esclama alzando un po' la voce.
Plagg inarca un sopracciglio.
"Ci staranno ancora cercando..."
"Oh! Ma andiamo! È passato più di un secolo e tutti quelli che conoscevamo sono morti e sepolti. Nessuno si ricorda di noi..."
Plagg ha un tuffo al cuore ripensando ai suoi cari, soprattutto al volto e sorriso di sua madre.
"Non possiamo saperlo... E non possiamo rischiare di finire come l'ultima volta." Risponde sbrigativo apprestandosi ad asciugare le stoviglie restanti.
Tikki gli prende amorevolmente una mano "Ho paura anch'io, Plagg..."
"Siamo quasi morti, Tikki..."
"Non accadrà ancora... Ora sappiamo controllare i nostri poteri e nessuno ci farà ancora del male."
Plagg però non è ancora convinto e il ricordo di Fathim è rimasto come un marchio impresso a fuoco nei suoi ricordi e ogni tanto lo raggiunge mentre sta sognando, facendolo svegliare sudato e accaldato nel cuore della notte, per non dire agitato, e quell'angoscia poi, gli tiene compagnia per tutta la giornata.
"Sì, ma non possiamo sapere che cosa è stato tramandato o se qualcuno ha poi trovato la casa di Fathim e qualche traccia di noi..."
Tikki gli sorride quasi divertita, quella sua preoccupazione lo fa sembrare ancora più tenero.
"La casa è stata distrutta, non esiste più e tu non devi preoccuparti di nulla... E poi, la natura l'avrà celata a qualsiasi occhio umano."
"Non lo so... Però se è questo che vuoi..." Plagg alza le spalle, l'unica cosa che desidera in quel momento è la felicità di Tikki.
La rossa gli sposta un ricciolo che gli era caduto davanti agli occhi.
"Andrà bene... Faremo un giro e poi torneremo qui, diamo solo un'occhiata..."
*
E così fanno... Inizialmente sono riusciti a travestirsi e passare per forestieri, anche se hanno attirato su di loro diversi sguardi indiscreti.
Tikki ricorda il cuore che le batte all'impazzata e Plagg lo stomaco in subbuglio.
Pensano che il loro disagio sia dovuto al fatto che abbiano abitato da soli e senza interazioni con il mondo esterno per anni.
Forse sono i loro movimenti poco convinti, oppure gli abiti fuori moda, nonché il capo coperto dal cappuccio, ad attirare la curiosità dei cittadini di quella piccolo comunità.
Non possono essere stati scoperti, Tikki lo esclude a priori.
Plagg invece è più guardingo e continua a guardarsi le spalle.
E fa bene.
Mentre Tikki si trova in una bottega per acquisti, Plagg l'attende in una taverna e  inavvertitamente origlia a una conversazione tra due persone sedute al bancone accanto a lui.
Parlano sussurrando e quello più anziano dice al giovane che è stato dall'Oracolo e che gli ha confermato che due immensi poteri sono racchiusi all'interno di due ragazzi.
Plagg trema e il bicchiere gli cade dalle mani; sì scusa con l'oste e velocemente allunga delle monete d'argento ed esce spedito dal locale alla ricerca della fidanzata.
Uno dei due uomini guarda Plagg allontanarsi di sottecchi e subito tira fuori da sotto il mantello pesante un diario bruciacchiato.
"E questo dove lo hai preso?" Gli chiede il suo amico.
"L'ho trovato in una casa diroccata, distrutta da un incendio. Questo e altri cimeli si sono salvati."
"Di che cosa parla?"
"Di due ragazzi con poteri magici..."
"Per questo hai viaggiato fino dall'Oracolo?"
"Esatto..." Risponde sibilando, mentre sulle sue labbra sottili si materializza uno strano sorriso, e la porta d'entrata che continua a sbattere, attira la sua attenzione, ma poi il pensiero che ha avuto svanisce subito, proprio come il drink che butta giù d'un sorso.
L'alcool gratta la gola e la secca.
Agita la testa e continua a parlare con il suo amico.
*
Plagg è sconcertato, agitato e disorientato. Non capisce più da che parte sta andando e soprattutto in quale bottega aveva lasciato Tikki.
Le persone che gli passano accanto lo osservano con riluttanza e circospezione, definendolo strano o con dei problemi.
Il ragazzo inizia a sudare freddo e il cuore palpita nel petto dal terrore.
Finalmente scorge Tikki mentre è intenta a comprare delle mele, sembrano succose e non vede l'ora di fare una bella torta per il suo Plagg.
Ma qualcosa va storto e lo stesso Plagg la porta via trascinandola per un braccio, attirando così molta curiosità su di loro.
"Ma che fai?" Gli domanda Tikki arrabbiata, fermandosi una volta raggiunto il perimetro della foresta.
Gli occhi di Plagg sono dilatati al massimo e non riesce a parlare, per quanto si stia forzando, le parole non escono dalla sua bocca.
"Loro sanno..." Continua a ripere girando in tondo.
"Oh! Smettila, Plagg. Stai diventando paranoico!"
Tikki gli scocca uno schiaffo sulla guancia per farlo tornare in sé.
Plagg si tocca la gita incandescente.
"Non sono paranoico." Riesce a dire dopo qualche minuto "... Li ho sentiti che parlavano... Hanno trovato un diario nella casa di Fathim."
"Potresti aver travisato le loro parole..." Dice Tikki.
"No, so quello che ho sentito." Risponde convinto guardandola negli occhi.
"E che dovremo fare? Andarcene?"
"Sì..."
Tikki è esasperata, questa sua ossessione e timore di Plagg non le vanno giù e pensa che il suo compagno abbia bisogno di un aiuto serio, ma quello che può fare in questo momento è assecondarlo.
Anche lei ha paura, ma lo nasconde meglio. Ha anche cercato di convincerlo a comportarsi normalmente per lasciarsi alle spalle gli anni passati con il terrore che qualcuno venisse a cercarli per i loro poteri ereditati.
Ma è evidente che Plagg è ancora provato per gli eventi passati.
"E dove dovremo andare?"
"Lontano..."
"E se non bastasse?"
Plagg non risponde, si limita ad abbassare il capo.
"... Se come dici te, ci sono persone che ci stanno cercando, pensi che si fermeranno?"
"Finché avremo questi poteri, saremo sempre in pericolo." Mormora mesto portandosi le mani all'interno dei capelli.
"Non possiamo vivere isolati, Plagg. Sarà peggio così."
"Cosa suggerisci di fare?"
"Confonderci con la gente!"
*
Continua

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